Dal FOGLIO di oggi, 16/06/2007, pag.3, pubblichiamo il seguente editoriale:
Al Fatah denuncia i massacri di Hamas e il pericolo di fosse comuni a Gaza; il ministro degli Esteri Massimo D’Alema fa e dice di tutto pur di evitare di condannare senza mezze misure il golpe jihadista di Hamas e di approvare lo scioglimento del suo governo. Questo parlar d’altro, per evitare grane nella coalizione, isola oggi l’Italia addirittura dall’Europa. In sintonia con il Quartetto (Onu, Ue, Usa, Russia) il governo Merkel, infatti, presidente dell’Ue, ha preso una posizione: “Condanna nei termini più forti la violenta conquista del potere da parte di Hamas a Gaza e ribadisce totale appoggio ad Abu Mazen”. Si prepara dunque il pieno riconoscimento del governo di Salam Fayyad e il disconoscimento del governo di Ismail Haniye. Anche Blair ha annunciatoche “terrà i contatti soltanto con l’Anp legittima”, fiancheggiato da Zapatero che approva apertamente la destituzione di Haniye. Da oggi, con la formazione dell’esecutivo Fayyad, anche Prodi dovrà decidere. Non potrà non condividere la posizione internazionale e dovrà rompere con Hamas (che definisce Fayyad “un golpista”). Questo significherà smentire le aperture a Hamas sin qui proclamate, aprirà un contenzioso con la Siria così incredibilmente corteggiata e comporterà lo svantaggio di una scelta netta. I silenzi incredibili di Prodi, lo straordinario ritardo del governo sul tema, gli appelli buonisti e ancor peggio quel ragionare così poco da statista di D’Alema (“L’avevo detto che bisognava intervenire militarmente a Gaza…”) non promettono nulla di buono.
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