mercoledi` 27 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.06.2007 Medio Oriente: la colpa è di Voltaire
una storia di Luciano Tas

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 giugno 2007
Pagina: 1
Autore: Luciano tas
Titolo: «Medio Oriente: la colpa è di Voltaire»

Medio Oriente: la colpa è di Voltaire

 

E’ curioso osservare come qualsiasi avvenimento ferale colpisca il Medio Oriente – In Iraq, in Siria, in Libano, nei “territori occupati” (anche quando occupati non sono più, come Gaza) – la responsabilità, o la corresponsabilità nei casi più generosi, venga addebitata a Israele, quasi che Israele sia il peccato originale, Adamo, Eva e serpente quali Trinità dell’inferno.

 

Riassume egregiamente questo atteggiamento ormai endemico la vignetta di Ellekappa apparsa su “Repubblica” del 15 giugno. “Un successo la strategia di Israele” dice uno, e l’altro “Complimenti per i nuovi vicini di Gaza”.

 

Lo diceva già un vecchio adagio francese: “Je suis tombé par terre, c’est la faute a Voltaire”.

 

Il fatto che Israele sia uscito da Gaza da un anno non sembra impensierire molti osservatori che hanno continuato negli ultimi giorni a parlare di scontri tra palestinesi nei  “territori occupati”. Lo stesso eccellente scrittore israeliano David Grossman quando scrive articoli etico-politici in Italia sembra sempre quasi scusarsi per il peccato di esistere,

 

La  storia, i precedenti, non contano mai, sono sempre omessi. C’è una sorta di creazionismo politico quando si parla di Medio Oriente. Un giorno, narrano dunque queste cronache, nel 1948 è apparso dal nulla nelle pacifiche terre islamiche un perverso e potentissimo allogeno che ha aggredito i paesi vicini strappando loro viscere e terre, proclamando un suo Stato, dal quale cacciava mezzo milione di abitanti, rimasti profughi a vita nei paesi vicini e diventando in cinquanta anni quattro milioni e mezzo.

 

Ma nessuno spiega come mai, da quel 1948 al 1967, quando cioè la Cisgiordania e Gaza non erano ancora “territori occupati” da Israele, bensì dalla Giordania e dall’Egitto, a nessuno dei vicini e degli amici dei palestinesi è venuto in mente di dar vita ad un autonomo Stato arabo, pure previsto dalla Risoluzione dell’ONU del novembre 1947.

 

Venne in mente invece di tentare due volte di “gettare a mare” gli ebrei, come si usava dire allora, prima che l’iraniano Ahmadinejad lo ribadisse ai giorni nostri. Tentativi entrambe le volte frustrati ma mai mandati in archivio.

 

E come mai alla maggior parte dei nostri commentatori è passata sotto silenzio nel 2000 l’offerta dell’allora Premier israeliano Ehud Barak di restituire il 96% dei “territori”, offerta respinta da Yasser Arafat, il beneamato di troppi europei?

 

E come mai il ritiro israeliano da Gaza di sei anni dopo è stato disdegnato dagli stessi commentatori e uomini politici perché “insufficiente nella forma”, vale a dire effettuato senza il consenso della controparte?

 

E ora che di potenziali Stati palestinesi sono due, uno ferocemente avverso all’altro?

 

Ma si capisce, c’est la faute à Voltaire.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT