Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Ehud Barak leader dei laburisti israeliani la cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 13 giugno 2007 Pagina: 17 Autore: Davide Frattini Titolo: «Barak ritorna leader dei laburisti israeliani Ora guiderà la Difesa»
Dal CORRIERE della SERA del 13 giugno 2007:
GERUSALEMME — «Ogni mattina si sveglia e prima di lavarsi i denti chiede scusa». La strategia di Ehud Barak, descritta con ironia dal quotidiano Maariv, ha funzionato, confermando gli exit poll e le anticipazioni dei dirigenti laburisti. L'ex generale è riuscito a sconfiggere Ami Ayalon e il destino di politico tra i meno amati d'Israele. Un ritorno alla testa di Avoda e da lì nel governo di Ehud Olmert come ministro della Difesa. I primi dati nei sondaggi davano a Barak un vantaggio molto ridotto, tra l'1 e il 2%. Fonti nel partito hanno poi annunciato alla Associated Press un trionfo finale con il 6-7%. Dei 100 mila membri registrati, il 60% è andato alle urne: con numeri così bassi — avvertivano gli analisti — è difficile decretare un vincitore fino a quando non saranno contate tutte le schede. Ma in serata è stato lo stesso Barak a proclamarsi vincitore: «Oggi sono diventato presidente del Partito laburista» ha detto dal podio del quartier generale laburista a Tel Aviv, acclamato da centinaia di militanti. Il direttore generale del partito Eitan Cabel ha confermato, precedendo di alcune ore l'annuncio ufficiale atteso per oggi. Nell'ora della vittoria, Barak ha lanciato un appello per l'unità dei laburisti, promettendo di ridare forza e potere di deterrenza all'esercito israeliano. Ami Ayalon, già comandante della Marina e capo dello Shin Bet, aveva stretto nei giorni scorsi un patto con Amir Peretz, il ministro della Difesa e leader uscente, battuto al primo turno delle primarie. Nell'ultimo giorno di tour elettorale, ha continuato a presentarsi come Mister Pulizia: «Bisogna eliminare la corruzione da questo Paese». Barak ha mantenuto il quasi totale silenzio scelto per tutta la campagna (mentre votava a Kfar Saba, si è chiuso le labbra con il dito indice) e ha ripetuto lo slogan degli ultimi mesi: «Solo io posso battere Netanyahu (il leader del Likud, ndr) ». Mister anti-Bibi ha cercato di convincere i laburisti di essere cambiato: meno arrogante, più calmo, disposto ad ascoltare gli altri. Tutt'e due sono cresciuti in un kibbutz e tutt'e due si sono concentrati nella conquista di sostenitori all'interno del movimento delle cooperative. Che non avrebbe perdonato ad Ayalon l'intesa con Peretz, guardato ancora con sospetto dalle élites ashkenazite per le sue origini nordafricane. Chi ha guardato con sospetto i due candidati rimasti in corsa è il primo ministro Ehud Olmert. Le sorti del suo governo sono legate in parte al risultato, anche se i commentatori concordano che i laburisti resteranno nella coalizione almeno fino a dopo l'estate. Con Barak leader della sinistra, l'esercito ottiene come ministro il soldato più decorato della storia d'Israele.
Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante