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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.06.2007 Conferenza OSCE sulla lotta contro la discriminazione e per la promozione del reciproco rispetto e della comprensione
un articolo di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 giugno 2007
Pagina: 0
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Conferenza OSCE sulla lotta contro la discriminazione e per la promozione del reciproco rispetto e della comprensione»

Nei giorni 7 ed 8 giugno si è svolta a Bucarest una sessione dell’OSCE dedicata alla lotta contro l’antisemitismo, il razzismo, la xenofobia, l’anticristianesimo, l’islamofobia ed ogni altra forma di discriminazione o intolleranza.

 La conferenza ha riunito nel fastoso palazzo del Parlamento i rappresentanti dei 56 paesi membri (Europa, Asia centrale e Nord America), quelli di molti altri associati come osservatori - tutti presenti con delegazioni a livello di ministri ed ambasciatori - ed un centinaio di ONG accreditate.

I lavori erano programmati con una suddivisione in 6 sessioni plenarie precedute da quella dedicata all’apertura solenne dei lavori.

I temi assegnati alle sessioni erano nell’ordine: l’antisemitismo; la lotta contro l’intolleranza e discriminazione nei confronti dei musulmani; la lotta contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza con particolare riguardo a queste manifestazioni nei confronti dei cristiani e di altre religioni; la legislazione riferita alla non-discriminazione ed alla lotta contro i crimini dettati dall’odio; l’educazione per promuovere il reciproco rispetto, la memoria dell’Olocausto, il dialogo interreligioso; la risposta alle opinioni razziste, xenofobiche e discriminatorie manifestate in discorsi pubblici, attraverso i media ed internet, nei testi scolastici.

La conclusione dei lavori è stata solennizzata dalla presentazione ufficiale di una “Dichiarazione di Bucharest” che sintetizza le tematiche discusse.

Nel suo intervento introduttivo alla conferenza il principe Hassan bin Talal, zio di re Abdallah di Giordania, ha sottolineato con orgoglio di essersi laureato in Ebraico ad Oxford e di far parte del Board dell’Oxford Centre for Jewish Studies; ha anche menzionato di essere fondatore, insieme a lord Greville Janner, del Coexistence Trust che ha lo scopo di promuovere tolleranza, dialogo e rispetto reciproco fra ebrei e musulmani.

“Fintanto che non impariamo ad avvicinarci l’uno all’altro con generosità e rispetto non avremo speranza di pace” è stata una delle sue citazioni.

Nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ha proseguito, il relativismo etico e culturale furono respinti con fermezza. L’approccio relativistico vorrebbe che si tollerassero come di eguale dignità perfino le nozioni più distorte di libertà e dignità, e ciò è del tutto inaccettabile. Gli appartenenti alle religioni monoteiste devono riconoscere, attraverso una enfatizzazione dei valori spirituali, etici e morali delle loro tradizioni, che le loro fedi devono costituire parte della soluzione.

La sua conclusione è stata una citazione da Ibn Hujveri: “Non troverai Dio nei libri di giurisprudenza. Guarda nello specchio del tuo cuore, perché nessun libro è migliore di questo”.

Nel contesto di un ragionamento sui costi della guerra, che potrebbero risolvere i problemi di salute di centinaia di milioni di persone per decenni, il principe ha fatto riferimento alle spese militari americane in Iraq; dopo che l’ambasciatore americano aveva violentemente protestato, bin Talal gli ha replicato a braccio con una lunga citazione biblica in ebraico.

Il ministro degli Esteri romeno Cioroianu ha rimarcato con forza che la Romania intende svolgere un ruolo attivo nella lotta contro antisemitismo e negazionismo.

Su un piano diverso si è collocato invece il rappresentante del ministro degli Esteri francese, Hulzinger, che ha anche dato prova di una sua personale ignoranza: l’antisemitismo, ha affermato, è nato 2000 anni fa (sic) con gli ebrei; la distruzione del Secondo Tempio da parte dei romani è avvenuta perché gli ebrei monoteisti non tolleravano il politeismo dei romani. Oggi succede che si tenda ad identificare gli ebrei con Israele, stato dominatore, e vedere quindi in essi dei traditori (sic). Tuttavia, egli ha anche ammesso (è forse la prima volta che un rappresentante del governo francese ha confermato in sede ufficiale quanto tutti sanno perfettamente) che in Francia esiste un virulento antisemitismo legato alla presenza di arabi non integrati.

Ancor più discutibile è stato l’intervento del delegato egiziano Ambasciatore Raouf Saad: nel mondo arabo non esiste antisemitismo, e comunque gli ebrei non devono essere sempre dipinti come vittime in quanto sono invece forti ed il loro potere nel mondo è crescente. La politica israeliana è una delle ragioni del dilagante antisemitismo. Questo intervento ha provocato una reazione verbale molto energica da parte di una delegata degli Stati Uniti, alla quale l’egiziano ha replicato chiedendo alla presidenza della sessione di non consentire che un delegato venga “terrorizzato da certi individui che non sono abituati al dialogo democratico”.

Il rappresentante della Lega Araba ha chiesto urgenti misure di contenimento dell’islamofobia, molto più necessarie delle grandi discussioni teoriche. Servono – ha detto -  codici di comportamento, non la sola tolleranza,  per contrastare il terrorismo, il razzismo, l’antisemitismo e l’islamofobia. Anche lui, comunque, ha concluso l’intervento con il medesimo leitmotiv del collega egiziano: l’antisemitismo è un fenomeno sconosciuto nel mondo arabo, tanto è vero che il Corano e perfino la Bibbia (sic: questa notazione costituisce un vero gioiello nella lunga elencazione delle fesserie che si sentono sull’argomento!) hanno un atteggiamento positivo nei confronti dell’ebraismo.

La direttrice dell’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, Beate Winkler, ha sottolineato con energia che “una buona raccolta di dati è parte della soluzione” nel ricercare il modo più efficace di affrontare i comportamenti legati all’odio razziale, xenofobo, antisemita. Nel 2004, nei 18 paesi dell’Unione, più di 9 milioni di persone sono state vittime di una qualche forma di crimine generato dall’odio; eppure nel 2005 solo 12 stati su 27 avevano un sistema di raccolta dei dati relativi ad incidenti e reati di natura razzista che si possa definire buono, nove avevano sistemi poco idonei con statistiche limitate, e sei non avevano alcun tipo di informazione disponibile. Spesso inoltre avviene che reati di matrice razzista od assimilabile non vengano catalogati come tali, anche a causa della scarsa preparazione di polizia e magistratura a comprenderne la natura. Invece , ha concluso la Winkler, il vero test di verifica si ha quando si accerta che le buone leggi scritte  - spesso esistenti – sono applicate correttamente alle fattispecie e divengono di conseguenza giustizia in azione.

Nel corso di una tavola rotonda sul nuovo antisemitismo il prof. Weisskirchen, un deputato tedesco che riveste questo incarico specifico nell’OSCE, ha citato con preoccupazione il fatto che in Germania l’antisemitismo viene veicolato fra i giovani attraverso i  telefoni cellulari ed è pertanto meno facile intervenire.

Le linee generali della prima sessione plenaria, quella dedicata quasi esclusivamente all’antisemitismo, possono essere riassunte come segue:

* E’ assolutamente indispensabile monitorare costantemente l’antisemitismo nelle sue varie forme, per tenerlo sotto controllo mediante la raccolta ed elaborazione di dati

* L’educazione è la prima e migliore arma per contrastare l’antisemitismo

* Esiste una forma di collegamento fra antisemitismo ed antisionismo (anche se nessun relatore si è avventurato a delinearla, molti hanno fatto riferimento alle definizioni già fornite a livello europeo che indicano questa contiguità e talvolta identità)

* L’indifferenza è concretamente un atto di complicità con chi manifesta e propaga l’odio, e non può costituire uno strumento idoneo a soccorrere le vittime designate

* Praticamente tutti i relatori, implicitamente od esplicitamente, hanno collegato direttamente antisemitismo e Shoah, dunque anche antisemitismo e negazionismo

* L’antisemitismo non è solamente una aggressione nei confronti degli ebrei, ma costituisce una aggressione contro tutte le minoranze e la società nel suo insieme: non è un reato, è un crimine contro l’umanità

* Praticamente tutti i relatori hanno segnalato un aumento dell’antisemitismo.

La “Dichiarazione di Bucharest” , con la quale si sono conclusi i lavori della conferenza, ha fissato alcuni punti fermi  riassuntivi del dibattito:

* Il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e la prevalenza della legge è al centro del concetto globale di sicurezza dell’OSCE; pertanto gli atti di violenza generati dall’intolleranza e discriminazione costituiscono una minaccia alla democrazia ed alla sicurezza nella regione OSCE;

* La legislazione, la raccolta di dati, il monitoraggio dei reati generati dall’odio, l’educazione e un atteggiamento pubblico costruttivo sono essenziali per combattere con efficacia ogni forma di discriminazione;

* La consapevolezza dei valori della diversità culturale e religiosa sono una fonte di arricchimento delle società; l’integrazione che rispetti le diversità culturali  e religiose è un elemento chiave per la promozione del reciproco rispetto;

* E’ importante promuovere e facilitare un aperto e trasparente dialogo interreligioso ed interculturale per la tolleranza ed il reciproco rispetto;

* La condanna di razzismo, xenofobia, antisemitismo ed altre forme di intolleranza e discriminazione è senza riserve; lo è anche la condanna dell’incitamento a commettere crimini dettati da odio motivati da una appartenenza a razza, colore, sesso, lingua, religione, opinioni politiche, origine sociale e nazionale, status di nascita;

* Il riconoscimento del carattere unico e storico dell’antisemitismo porta alla sua condanna senza riserve, sia esso espresso nei modi tradizionali oppure mediante nuove forme e manifestazioni; viene confermato quanto avevano già sancito precedenti dichiarazioni dell’OSCE: che gli sviluppi internazionali di eventi politici, inclusi quelli in Israele o in qualunque altro luogo, non possono mai giustificare l’antisemitismo;

* La condanna di senza riserve ogni atto di intolleranza e discriminazione verso i musulmani e contro i cristiani e membri di altre religioni è senza riserve;

* Va respinta l’identificazione del terrorismo e dell’estremismo con qualsiasi religione, cultura, gruppo etnico, nazionalità o razza, nella consapevolezza che il terrorismo non può trovare giustificazione in alcun caso;

* Si deve incoraggiare lo sviluppo di metodi per l’educazione alla tolleranza, inclusa quella sull’Olocausto e sull’antisemitismo, oltre che alla lotta contro il pregiudizio l’intolleranza e la discriminazione contro cristiani, ebrei e musulmani e membri di altre religioni.

Nella sintesi conclusiva delle sei sessioni sono stati inoltre messi in evidenza alcuni punti trattati da molti delegati:

l’ immoralità delle posizioni assunte dall’Iran, la necessità che l’antisemitismo e la Shoah costituiscano un elemento stabile degli studi, la condanna del pretestuoso collegamento con Israele per colpire singoli ebrei e del negazionismo, la necessità di stipulare accordi internazionali per combattere l’islamofobia che non distingue il terrorismo dall’insieme della comunità islamica.

 Tutte le principali relazioni della conferenza sono disponibili nel sito dell’OSCE qui indicato: (http://www.osce.org/conferences/tnd_2007.html?page=documents).

Federico Steinhaus


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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