martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
08.06.2007 I musulmani europei non sono perseguitati, mentre dalle loro file vengono i nuovi persecutori degli ebrei
uno studio di Efraim Karsh e Rory Miller demolisce la mistificazione dell'islamofobia

Testata: Il Foglio
Data: 08 giugno 2007
Pagina: 1
Autore: Amy Rosenthal
Titolo: «L’erosione culturale»
Dal FOGLIO dell'8 giugno 2007:

Gerusalemme. Efraim Karsh è direttore del Dipartimento di studi mediterranei del King’s College della London University e autore di “Islamic Imperialism: A History” (2006). Rory Miller è suo collega al King’s College e autore di “Divided against Zion: Anti-Zionist Opposition in Britain to a Jewish State in Palestine, 1945-1948” (2000). I due studiosi (il primo israeliano, il secondo irlandese) hanno recentemente pubblicato un articolo sulla rivista Commentary intitolato “Europe’s Persecuted Muslims?”. E’ un’analisi attenta della situazione dell’Europa di fronte al problema dell’islam e delle minoranze musulmane. Come già fa supporre la domanda contenuta nel titolo, l’intenzione degli autori era verificare se effettivamente i musulmani europei siano perseguitati e se la loro posizione attuale sia in qualche modo paragonabile a quella degli ebrei nel recente passato dell’Europa. Karsh e Miller spiegano al Foglio che “si osserva una crescente tendenza a minimizzare o escludere del tutto la minaccia posta dall’islam radicale, a presentare le necessarie misure di sicurezza come razziste e fomentatrici di paura, e a invocare le presunte lezioni del passato antisemita dell’Europa”. “La realtà – chiarisce Karsh – è che molte persone vogliono tenere gli occhi chiusi per non vedere quello che sta accadendo”. Una chiara conferma di questa “cecità volontaria” può essere osservata all’interno della stessa Ue dove, come scrivono ancora i due autori, “si è cercato di occultare un rapporto, commissionato dalla stessa Ue nel novembre 2003, nel quale si individuavano i responsabili di quasi tutti gli attentati contro ebrei europei in ‘islamisti radicali o giovani musulmani, per lo più di origine araba’”. Miller spiega con l’eccesso di prudenza questa consegna del silenzio dei governi del Vecchio continente: “In molti paesi europei – dice al Foglio – ci sono parecchi estremisti musulmani che creano disordini: per i politici dell’Unione europea è molto più semplice nascondere queste cose sotto il tappeto. Non vogliono dire che una buona parte della comunità musulmana – che costituisce una vasta fetta dell’elettorato in paesi come il Regno Unito, l’Olanda, la Francia e altri ancora – ha molta più voce in capitolo rispetto alle comunità ebraiche”. La politica di appeasement degli esecutivi e la paura sta portando, conclude Miller, alla “islamizzazione della politica dell’Ue”. Un esempio sono le dichiarazioni dell’ex presidente della Commissione europea e oggi premier in Italia, Romano Prodi, che nel 2004 definì l’antisemitismo “un ‘mostro’ degli anni Trenta, del tutto scomparso dall’Europa”. I fatti contraddicono drammaticamente le convinzioni di Prodi e degli altri capi di governo dell’Unione. I due studiosi del King’s College ricordano che “in Germania, nel 2005, si è registrata una media elevata di crimini di natura antisemita e, in quasi tutti i casi di maltrattamenti e violenze documentati dal Center for Information and Documentation on Israel di Amsterdam, le vittime hanno dichiarato che i colpevoli erano musulmani di orgine nordafricana”. Ma la Germania e l’Olanda non sono un caso isolato, continuano Karsh e Miller: “Le gang musulmane sono responsabili di buona parte della violenza antiebraica anche in tutto il resto del continente”. Ed è singolare, come scrivono i due studiosi, che “dopo l’11 settembre, la maggior parte degli attentati antisemiti in Europa sia stata commessa da quei musulmani che ora pretendono di essere i ‘nuovi’ ebrei d’Europa”. In realtà, ci spiega Miller, gli europei “stanno spingendo gli estremisti a usare la ‘cultura delle vittime’ per promuovere un programma politico islamista radicale, secondo il quale l’Europa non è altro che una parte del mondo musulmano”. Come sottolinea Miller, “oggi i musulmani sono indirettamente incoraggiati. Sembrano trarre continui vantaggi e stanno erodendo quelle norme storiche e culturali dell’Europa che fino a un decennio fa apparivano indiscutibili”.

Per inviare una e-mail alla redazione del Foglio cliccare sul link sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT