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Libero Rassegna Stampa
07.06.2007 Le idee di Natan Sharansky nel discorso di George W. Bush a Praga
democratizzazione e sostegno ai dissidenti

Testata: Libero
Data: 07 giugno 2007
Pagina: 0
Autore: Amy K. Rosenthal
Titolo: «Sharansky sta con George W. contro Putin l'antidemocratico»
Da LIBERO del 7 giugno 2007:

Martedì il presidente americano George W. Bush, prima di partecipare al G8, ha fatto tappa a Praga dove ha pronunciato un discorso importante alla conferenza internazionale "Democrazia e sicurezza: i valori fondamentali e le giuste politiche". In quell'occasione ha citato «tre fra i grandi paladini della libertà dei nostri tempi: José Maria Aznar, Vaclav Havel e Natan Sharansky». Soprattutto quest'ultimo ha avuto un'influenza fondamentale nelle parole di critica rivolte dal presidente a Cina e Russia, in particolare a quest'ultima che avrebbe «deragliato» dalla via delle riforme democratiche. Sharansky, ex dissidente dell'Unione Sovietica, divenuto leader del movimento dei "refusenik" (gli ebrei sovietici che volevano emigrare in Israele), venne arrestato per le sue attività nel 1977 dal Kgb. Solo dopo nove anni - molti dei quali trascorsi in isolamento - fu finalmente rilasciato da Gorbaciov. Era il 1986. Dopo aver realizzato il suo sogno di emigrare in Israele, Sharansky fece il suo ingresso nella politica della sua nuova patria nel 1995 quando fondò il partito Israel Ba-Aliya, con lo scopo di assorbire gli ebrei sovietici nella società israeliana. Inoltre, fu anche ministro per gli Affari della diaspora nel secondo governo Sharon dal 2003 al 2005 - incarico che lasciò per protesta contro il piano governativo di ritiro da Gaza. Sharansky giustificò il suo gesto sostenendo che le concessioni territoriali da parte di Israele, senza alcuna richiesta ai palestinesi di portare avanti riforme democratiche, non solo trasmettevano il messaggio che il terrorismo funziona, ma rischiavano di alimentare la lotta armata. E vista l'incessante pioggia di razzi Qassam sulle città israeliane l'affermazione di Sharansky, «ve lo avevo detto», è purtroppo diventata realtà. Una previsione, che Sharansky mi aveva confidato lo scorso marzo. «Mi spiace molto, ma è proprio questo il problema», disse. Per poi aggiungere: «La strada verso la pace verrà intrapresa solo quando i palestinesi avranno il coraggio di portare avanti le riforme democratiche». L'autore di "In difesa della democrazia" (Sperling & Kupfer) sostiene che il mondo d'oggi richiede «chiarezza morale» e leader occidentali e attivisti per i diritti umani che difendano libertà e democrazia. Nella sua ricerca dell'uomo giusto, Sharansky individua in Bush colui che ha cercato di favorire la chiarezza morale nella politica internazionale per la limpidezza del suo messaggio forte, e cioè che la stabilità senza la libertà non porta alla pace. Così, come Bush, Sharansky insiste sul fatto che ogni nazione può diventare democratica, anche se la mancanza di precondizioni favorevoli può farlo sembrare improbabile. Mentre i critici della dottrina Bush sostengono che è impossibile condurre una politica estera sulla base di una nozione etica come l'esportazione della democrazia, l'ex dissidente afferma il contrario. Come ha dichiarato di recente a un gruppo di delegati italiani a Gerusalemme, «L'esportazione della democrazia deve agire come un principio guida. Detto ciò, sono convinto che quando la gente è messa di fronte alla scelta fra una società della paura e una società libera, sceglie sempre quest'ultima». Il rispetto fra i due è reciproco: Bush ha dichiarato: «Se volete una vaga idea di come concepisco la politica estera, leggete il libro di Sharansky. Soprattutto per chi governa, per chi costruisce il consenso, sarebbe da mettere sulla lista dei volumi da leggere assolutamente». Infatti, come dichiara Ofir Haivry (dello Shalem Center, think tank di Gerusalemme di cui fa parte anche Sharansky): «Bush ha deciso di andare a parlare alla conferenza di Praga per dimostrare non solo che le idee di Sharansky stanno a cuore al presidente, ma anche che libertà e democrazia devono continuare a essere difese e proposte».

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