Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Pio XII fu "prudente" sulla Shoah, ma "difese i palestinesi", per questo gli ebrei crearono la sua "leggenda nera" il Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone pensa di difendere così Papa Pacelli
Testata: Corriere della Sera Data: 06 giugno 2007 Pagina: 17 Autore: Luigi Accattoli Titolo: «Bertone: «Il nazismo e Pio XII Leggenda nera la sua indulgenza» - Luzzatto: nessun atto pubblico contro lo sterminio»
Dal CORRIERE della SERA del 6 giugno 2007 un articolo sulle dichiarazioni delcardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che presentando un libro di Andrea Tornielli su Pio XII, ha sostenuto che la tesi del silenzio di Pacelli sulla Shoah sarebbe stata formulata tra il 1946 e il 1949, sia in Unione sovietica che in ambiente ebraico. Se nel primo caso il movente degli accusatori sarebbe da rintracciare nella volontà di contrastare l'anticomunismo pacelliano, nel secondo deriverebbe da un appello del Papa "a favore dei palestinesi in quel momento"
Tale appello venne pronunciato durante "un discorso di Pio XII al delegati del Supremo comitato arabo per la Palestina", cioè a coloro che volevano "buttare gli ebrei a mare" e che fino alla fine della guerra furono alleati dei nazisti.
Sui "diritti dei palestinesi", dunque, Pacelli non tacque. E, considerando i destinatari del suo messaggio e l'assenza di un'analoga presa di posizione a favore dei diritti degli ebrei in Palestina, non si può dire che abbia rispettato criteri di imparzialità.
Forse Bertone non ha scelto bene la pezza d'appoggio alla sua apologia di Pacelli: non è stato in grado di fornire nessuna prova che le critiche ai silenzi del Papa sulla Shoah siano state una rivalse per le sue parole sulla guerra d'indipendenza d'Israele. Ma ha richiamato l'attenzione di tutti su un particolare che conferma che, nei confronti degli ebrei, Pacelli fu tutt'altro che equo.
Ecco il testo:
ROMA — Che Pio XII sia stato «indulgente con il nazismo» e «insensibile» di fronte alla Shoah è una «leggenda nera» di «totale inconsistenza»: l'ha affermato ieri il cardinale Tarcisio Bertone, che ha indicato nella disputa sulla questione palestinese e nella propaganda sovietica i terreni di coltura di quella «leggenda», sorta sul finire degli anni '40 del secolo scorso. Il segretario di Stato vaticano ha definito «grande», «fruttuoso» ed «eroico» il pontificato di papa Pacelli. Ha sostenuto che è «anacronistico» e «fuori luogo» accusarlo di essere restato in «silenzio» di fronte alla persecuzione degli ebrei, della quale ha «parlato più volte scegliendo un profilo prudente» e contro la quale soprattutto ha «agito» promuovendo una «enorme opera di carità» a protezione dei perseguitati, cercando anche di arruolare ebrei romani nelle forze di sicurezza del Vaticano nel tentativo di salvarli dalla furia nazista. Il cardinale ha parlato nella Sala della Protomoteca in Campidoglio intervenendo con Bruno Vespa, Andrea Riccardi e Francesco Margotta Broglio alla presentazione del volume di Andrea Tornelli, Pio XII. Eugenio Pacelli un uomo sul trono di Pietro (Mondatori, 661 pagine, 24 euro). Il cardinale ha definito «corposa e documentata» la biografia realizzata da Tornelli, che «attingendo a molti inediti ci restituisce la grandezza e la completezza della figura di Pio XII». La «leggenda nera» — ha sostenuto il cardinale — pretende di «ridurre il pontificato pacelliano ai presunti silenzi», oscurando lo «straordinario magistero» che lo caratterizza e che fa di papa Pacelli un «precursore del Vaticano II». Seguendo e lodando l'impostazione del volume di Tornelli, Bertone ha ricordato come Pio XII abbia «aperto» ad innovazioni in molti campi della vita della Chiesa, con una prima riforma della Settimana Santa, autorizzando l'uso del «metodo storico-critico» nello studio della Scrittura, prendendo in considerazione «pur con cautela» la teoria evoluzionistica, dando «più spazio alle donne rispetto agli uomini» nella proclamazione di santi e beati. Sulla genesi della leggenda antipacelliana, il segretario di Stato vaticano ha detto che essa trova le prime formulazioni tra il 1946 e il 1949, in voci polemiche provenienti dal mondo ebraico e da quello sovietico. Le polemiche a matrice ebraica e medio- orientale prendono corpo in particolare a seguito di un discorso di Pio XII al delegati del Supremo comitato arabo per la Palestina, che fu — ha detto Bertone — «un appello a favore dei palestinesi in quel momento». Per gli attacchi provenienti dal mondo sovietico ha citato un discorso fortemente antipacelliano tenuto il 27 agosto del 1949 da «un metropolita russo ortodosso molto legato a Stalin». E' da tali frangenti — secondo Bertone — che «inizia a prendere corpo una incomprensibile accusa al papa per non essere intervenuto come avrebbe dovuto a favore degli ebrei», mentre fino ad allora erano state «abbondanti» le espressioni ebraiche «di gratitudine e di stima» per l'operato di Pio XII durante la guerra. In aggiunta a quanto già si conosceva, per il segretario di Stato vaticano sono significativi — tra gli apporti conoscitivi del lavoro di Tornelli — «alcuni giudizi netti di monsignor Pacelli sul nascente movimento nazionalsocialista» e soprattutto — negli anni del pontificato — la documentazione del «grande e grave dramma interiore vissuto dal pontefice durante il periodo della guerra circa l'atteggiamento da tenere di fronte alla persecuzione nazista». «I papi — ha detto Bertone — non parlano pensando a precostituirsi un'immagine favorevole per i posteri». Il cardinale ha paragonato la «prudenza» delle denuncie di Pio XII a quella che in seguito caratterizzerà gli accenni di Paolo VI alle persecuzioni dei regimi comunisti. Una prudenza dettata dalla necessità di evitare «l'aggravamento della persecuzione». Quanto agli archivi vaticani ancora non consultabili, il cardinale è parso invitare degli sponsor a farsi avanti, assicurando che da parte della Santa Sede vi è la più ampia disponibilità a mettere a disposizione la «sterminata documentazione» che riguarda la «carità» esercitata in tempo di guerra: «Magari fosse possibile, con l'aiuto di qualche benemerita fondazione, catalogare in tempi brevi queste carte!». Come esempio «positivo» di «disponibilità a comprendere» la figura e l'opera di Pio XII Bertone ha citato il «recente cambio di atteggiamento» della Fondazione israeliana Yad Vashem, che si è detta interessata a «riconsiderare storicamente» la propria valutazione di quel pontificato, che una «didascalia» del Museo della Shoah fino a oggi presenta «da un punto di vista polemico».
Sul merito della presunta "leggenda nera antipacelliana", riportiamo un trafiletto sulle dichiarazioni dell'ex presidente delle Comunità ebraiche italiane Amos Luzzato:
ROMA — «Leggenda nera, leggenda grigia, oppure di chissà quale colore. Quello che è documentato è che da Pio XII non arrivò mai un atto pubblico di opposizione contro gli stermini di massa. Saremmo lieti di prenderne atto se ci venissero mostrati», dice Amos Luzzatto (foto), ex presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, secondo il quale il Papa «non disse una parola sul rastrellamento al ghetto che partì solo dopo che l'ambasciatore tedesco presso la Santa sede disse che non ci sarebbero state particolari proteste da parte del Vaticano». Secondo Amos Luzzatto l'unica spiegazione a quanto accaduto, «l'unico argomento possibile. è che il Papa temeva una rappresaglia contro la Chiesa e i suoi fedeli».
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