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Anche una sola vita salvata... Una lettera sulla barriera difensiva israeliana a Umberto De Giovannangeli 02/06/2007
Ma lei sa che cosa è la guerra? Ma crede forse che la guerra sia una brutta
cosa solo per una delle parti? Ma a chi vuole farlo credere? Per fortuna
sempre meno numerosi sono i suoi lettori pronti a credere a tutto quello che
il suo giornale scrive.
I morti ed i feriti esistono dalle due parti, signor giornalista!
Anche i cittadini israeliani sono in una prigione, dovendo prendere l'aereo
perché circondati, in tutte le direzioni, da confini dove, non solo perché
israeliani, ma anche solo perché ebrei, non possono andare. Ma lei queste
cose non le racconta mai ai suoi pochi lettori.
E perché non ha mai raccontato dei muri che, a Gilad, per esempio, avevano
costruito per difendersi dalle pallottole? Anche su quel muro i ragazzini,
questa volta ebrei, disegnavano il panorama nascosto. Ma questo a lei non
interessò mai. Né mai la interessò nessun altro muro costruito, anche in
anni recenti, come unico mezzo per difendersi da qualche male maggiore.
Eppure, come lei dovrebbe sapere, sono tanti, nel mondo.
Si ricordi, signor giornalista, che se il muro, come i fatti stanno
dimostrando, serve a salvare anche una sola vita, è allora da additare a
titolo di merito di chi lo ha concepito, e poi voluto, fosse esso uno
scrittore di sinistra o un politico di destra
lettera firmata

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