Un fondamentalista neanche troppo riluttante Moshin Hamid, autore di un romanzo pubblicato da Einaudi
Testata: Libero Data: 23 maggio 2007 Pagina: 26 Autore: Francesco Borgonovo Titolo: «Ma le prove non convincono il fondamentalista riluttante»
Da LIBERO del 23 maggio 2007:
L’Undici settembre del 2001 un gruppo di diciannove terroristi islamici ha portato a termine il sanguinoso attentato alleTwin TowersdiNew York.Muhammad Atta, colui che guidò il primo aereo contro le due torri, proveniva da Portland. In quella città aveva preso un aereo per Boston e da lì un secondo volo per Los Angeles. Portava con sé due borse da viaggio. Una di queste non fu imbarcata sull’aereo. Quando venne aperta per le indagini, al suo interno furono trovati due documenti. Il testamento di Atta medesimo e un altro testo scritto in arabo: quattro fogli manoscritti che contenevano le istruzioni su come comportarsi prima e durante gli attentati. L’edizione critica di questo documento, curata da Tilman Seidensticker e Hans G. Kippenberg è da poco uscita in Italia, in una versione curata da Pier Cesare Bori. Quelli che potete leggere sopra sono alcuni dei passaggi principali di quella che è stata ribattezzata «la guida spirtuale degli attentatori dell’Undici settembre 2001». A redigerla fu probabilmente Abdulaziz al-Omari e una seconda copia fu trovata nell’auto di un altro attentatore, Nawaf al-Hazmi. Un esemplare di questo “manuale” fu utilizzato come prova nel processo svoltosi ad Amburgo contro Mounir Motassadeq. Documenti di questo genere sono in circolazione (e disponibili per la stampa americana ed europea, anche se non nella versione critica definitiva) da diversi anni. Sono pagine sconcertanti per la cieca fede nella violenza che trasuda da ogni riga, supportata da adeguate citazioni del Corano. Eppure, nonostante la larga diffusione che hanno prove della follia islamista come queste, ci sono ancora in giro intellettuali che si spacciano per progressisti e moderati e continuano a sostenendo tesi aberranti. L’ultimo caso è quello dello scrittore pakistano Moshin Hamid, autore de “Il fondamentalista riluttante”, romanzo appena pubblicato da Einaudi (pp. 134, euro 14). Il libro racconta di Changez, giovane pakistano laureato a Princeton che da manager di successo si tramuta in un fanatico che sorride di fronte alla tragedia del 9-11. La trama è già sentita, ricorda quella del romanzo “Terrorist” di J ohn Updike, in cui è descritta l’evoluzione politica e religiosa di un giovane musulmano che vive in America. Al centro dell’intreccio ci sono proprio gli Usa, che alla fine dei conti interpretano il solito ruolo di “grandi corruttori” dei ragazzi idealisti fedeli ad Allah. Ma Hamid si spinge oltre la banalità narrativa. In un’intervista su Repubblica del 16 maggio scorso, Susanna Nirenstein dice allo scrittore: «Lei parla come se il terrorismo non esistesse». E lui risponde: «Lagente muore molto di più di malattia, fame, malaria che per il terrorismo ». La giornalista incalza: «Gli attentati che hanno colpito Madrid, Londra, New York, Israele e tanti Paesi islamici sono un fatto». Risposta: «Lei è paranoica ». Da un fondamentalista riluttante come Hamid a uno rivoltante come quello che ha scritto le pagine che riportiamo sopra, il passo sembra breve.
Di seguito, il documento riportato da LIBERO:
Pubblichiamo un estratto della guida spirituale degli attentatori dell'Undici Settembre, così come ricostruita in base a scansioni effettuate dai laboratori dell'Fbi e da altre fonti. Il decalogo è contenuto e analizzato nel libro "Terrore al servizio di Dio" (Quodlibet, pp. 140, euro 14,5), da poco in libreria
L'ultima notte
1. Giurare reciprocamente di morire e rinnovare l'intenzione, radersi i peli in eccesso del corpo e profumarsi e fare l'abluzione completa. 2. Conoscere in modo eccellente tutti gli aspetti del piano e aspettarsi la reazione o la resistenza da parte del nemico. 3. Lettura delle sure al-Tawba [Sura della conversione, n. 9] e alAnfal [Sura del bottino, n.8] e meditazione sul loro significato e su ciò che Dio ha preparato dell'eterna grazia per i credenti [specialmente] per i martiri. Uno dei compagni del Profeta disse: «L'inviato ci ha comandato di recitarle prima dell'incursione. Perciò le abbiamo recitate, facendo quindi molto bottino e rimanendo incolumi».(...) 5. Stare alzati durante la notte e persistere nell'invocazione per la vittoria, il rafforzamento, il palese trionfo, perché tutto sia agevole, e perché siamo protetti.(...) 8. Sii sereno, perché tra te e le tue nozze mancano solo pochi istanti e così comincerà la vita beata, gradita a Dio, e la grazia eterna con i profeti, i giusti, i martiri e i devoti. Che buona compagnia! [Corano 4,69]. Domandiamo a Dio il suo favore. Sii ottimista, Egli - Dio lo benedica e gli dia pace - «amava l'ottimismo in tutte le situazioni».(...) 10. Ricordate la parola di Dio, l'Altissimo: «Voi avete desiderato la morte prima di averla incontrata. Ora l'avete vista e potete guardarla» [Corano 3,143]. Dopodiché ricordate anche la parola: «Quante volte una piccola truppa ne ha già vinto una grande, con il permesso di Dio» [Corano 2,249] e ancora: «Se Dio vi aiuta per la vittoria, nessuno può vincervi e se egli vi abbandona, chi potrebbe aiutarvi per la vittoria oltre a lui? Confidino in Dio i credenti» [Corano 3,160]. (...) 12. Tocca con la saliva te stesso, la borsa, i vestiti, il coltello, il tuo equipaggiamento, la tua carta d'identità, il b[iglietto], il passaporto e tutte le tue carte. 13. Prova la tua arma prima del viaggio e ancora una volta immediatamente prima del viaggio. «Ciascuno di voi affili il suo coltello per dare sollievo alla sua vittima sacrificale». 14. Stringiti bene addosso i tuoi vestiti. Questa è la maniera dei pii antenati - Dio si compiaccia di loro - che si stringevano i loro vestiti addosso prima della battaglia, poi allacciati bene le tue scarpe e porta i calzini in modo che il tuo piede sia saldo nella scarpa e non ne esca. Sono preparativi cui è stato comandato di attenerci. «Dio ci è sufficiente ed egli è il miglior garante» [Corano 3,173]. 15. Fa' la preghiera del mattino in gruppo, rifletti sulla ricompensa che ne deriva e quindi compi le preghiere del ricordo. Non uscire dal tuo appartamento se non in stato di purezza dopo l'abluzione, perché gli angeli impetrano per te fintanto che tu sei in stato di purezza, e invocano per te. E recita la parola di Dio l'Altissimo: «Credete forse che vi abbiamo creato per divertimento[...]?» [Corano 23,115. 1. Quando il taxi ti porta all'a[eroporto] ricorda Dio sulla macchina con gran frequenza (la preghiera del viaggio, la preghiera della città, la preghiera del luogo, le altre preghiere). 2. Quando arrivi e vedi l'a[eroporto] e scendi dal taxi, pronuncia l'invocazione del luogo, sorridi e tranquillizzati perché Dio è con i credenti e gli angeli ti proteggono senza che tu te ne accorga. L'appoggio divino
6. Disse [infatti] l'Altissimo: «Se ne tornarono con la grazia e il favore di Dio senza che li cogliesse alcun male, seguirono il beneplacito di Dio e Dio è colui che possiede immenso favore» [Corano 3,174]. Il loro equipaggiamento, le loro porte e la loro tecnologia, tutto questo non gioverà e non nuocerà se non con il permesso divino. 13. Inoltre: non mostrare alcun segno di smarrimento e di tensione nervosa, e sii felice, contento, sollevato e tranquillo, in quanto compi un'opera che Dio ama e approva. Dopo verrà il giorno che tu, con il permesso di Dio, trascorrerai con le vergini dagli occhi neri in paradiso. 14.«Sorridi di fronte alla morte, ragazzo, perché stai andando nei giardini eterni!». 15. Dovunque tu vada o qualunque cosa tu compia, [fallo] e ricordando e invocando Dio. Dio assicura ai suoi servi credenti protezione, sollievo, sostegno(...) 1. Quando ti imbarchi sull'a[ereo], appena vi metti piede e prima ancora di entrare, ripeti le invocazioni e sii consapevole che è un'incursione sulla via [di Dio], come egli disse - su di lui benedizione e la pace - : «Andare e tornare sulla via di Dio è meglio di questo mondo e di quanto è in esso». (...) 2. Quando metti piede sull'a[ereo] e prendi posto, fa' memoria di Dio e ripeti le invocazioni conosciute che abbiamo ricordato in precedenza. Occupati del ricordo di Dio moltiplicandolo. 4. Poi quando l'a[ereo] si muove leggermente e prende la direzione di [...], dì la preghiera del viaggio, perché in verità tu stai andando da Dio l'Altissimo. «E gioisci della grazia di questo viaggio!». La lotta sull'aereo
7. E invoca per te e tutti i tuoi fratelli per il trionfo, la vittoria e, per colpire il bersaglio, non temere e chiedi a Dio che ti conceda il martirio, mentre tu avanzi senza retrocedere, paziente, contando sulla ricompensa del tuo creatore. 8. Poi ciascuno di voi si prepari a svolgere il proprio compito in modo tale che Dio se ne compiaccia; e stringa i denti, come facevano i pii antenati - Dio abbia misericordia di loro - prima di entrare in battaglia. 9. Nel corpo a corpo battiti come si battono gli eroi che non vogliono più ritornare in questo mondo e dì ad alta voce Allahu akbar, perché Allahu akbar induce il terrore nel cuore degli infedeli. Disse l'Altissimo: «Colpiteli alla nuca e spezzate loro ogni dito!» [Corano 8,12]. 12. Se così fosse, promuovere l'interesse dell'operazione e del gruppo ha la priorità rispetto al compimento di quest'usanza, perché l'operazione è un dovere (fard), mentre questa è un'usanza (sunna) e l'obbligo (wagib) prevale sull'usanza. 16. Poi applicate l'usanza [del Profeta] a proposito dei prigionieri. Prendete prigionieri, alcuni di loro, e uccideteli come disse l'Altissimo: «Nessun Profeta deve avere prigionieri, finché non abbia totalmente sgominato sulla terra [i nemici]. Voi volete i beni di questo mondo, ma Dio vuole per voi quelli dell'Altro, ed egli è potente e saggio» [Corano 8,67]. 20. Non dimenticate che dovete fare un poco di bottino, anche solo una tazza o un bicchiere d'acqua con cui dissetare te stesso e i tuoi fratelli, se è possibile. 21. Poi quando si avvicina la vera promessa e l'ora zero è arrivata, lacera il tuo vestito e apri il tuo petto, per dare il benvenuto alla morte sulla via di Dio e sempre ricordalo. 22. Concludi con la preghiera rituale, se ti riesce di cominciare alcuni secondi prima dell'obiettivo, oppure le tue ultime parole siano: «Non c'è Dio all'infuori di Dio e Muhammad è il suo inviato». 23. E se Dio vuole, dopo questo viene l'incontro nel paradiso più alto, con il permesso di Dio. 24. Quando vedi gruppi di infedeli, ricordati delle fazioni alleate, il cui numero si aggirava intorno ai 10.000 combattenti, e come Dio abbia fatto dono della tua vittoria ai suoi servitori credenti. Disse l'Altissimo: «E quando i credenti videro le fazioni alleate dissero: «Questo è ciò che Dio e il suo Inviato ci avevano promesso e Dio e il suo Inviato erano nel vero», e questo non fece altro che rafforzare la loro fede e la loro dedizione». [Corano 33,22]. E Dio benedica il nostro profeta Muhammad. proprio gli Usa, che alla fine dei conti interpretano il solito ruolo di "grandi corruttori" dei ragazzi idealisti fedeli ad Allah. Ma Hamid si spinge oltre la banalità narrativa. In un'intervista su Repubblica del 16 maggio scorso, Susanna Nirenstein dice allo scrittore: «Lei parla come se il terrorismo non esistesse». E lui risponde: «La gente muore molto di più di malattia, fame, malaria che per il terrorismo». La giornalista incalza: «Gli attentati che hanno colpito Madrid, Londra, New York, Israele e tanti Paesi islamici sono un fatto». Risposta: «Lei è paranoica». Da un fondamentalista riluttante come Hamid a uno rivoltante come quello che ha scritto le pagine che riportiamo sopra, il passo sembra breve.
I DOCUMENTI
L'EDIZIONE CRITICA È appena uscito nelle librerie italiane "Terrore al servizio di Dio" (Quodlibet, pp. 140, euro 14,5), la prima edizione critica della "guida spirituale degli attentatori dell'11 settembre 2001" che fu ritrovata nella valigia di Mohammad Atta e nell'auto di un altro membro del commando suicida. I curatori dell'opera sono Tilman Seidensticker e Hans G. Kippenberg, mentre la curatela dell'edizione italiana è affidata a Pier Cesare Bori, docente all'Università di Bologna, da tempo impegnato su temi legati alla religione e al rapporto fra culture, in particolare fra quella occidentale e cattolica e quella islamica
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