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La Stampa Rassegna Stampa
23.05.2007 Una giusta attenzione al caso Esfadiari
ma il titolo è sbagliato

Testata: La Stampa
Data: 23 maggio 2007
Pagina: 17
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Teheran Caso Esfadiari "E' una spia sovversiva"»

Il 23 maggio 2007 è la STAMPA a dedicare un po' di spazio alla vicenda , quasi ignorata dai media di Haleh Esfandiari, cittadina americana incriminata in Iran con accuse assurde.
Il titolo dell'articolo, purtroppo, riprende la sola posizione ufficiale del regime iraniano.
Accostato al caso Litvinenko, quello della Esfandiari diventa poi un "giallo internazionale". "Sequestro internazionale" sarebbe stata una denominazione più appropriata.

Ecco il testo dell'articolo:


«Haleh Esfandiari è una sovversiva al soldo di George Soros». Le autorità di Teheran hanno formulato l’incriminazione a carico della cittadina iraniano-americana, direttore del programma per il Medio Oriente del Wilson Center di Washington, detenuta da inizio mese nel supercarcere di Evin per presunte attività di spionaggio. «La donna ha confessato - spiega la tv iraniana - era tornata con l’intento di rovesciare lo Stato islamico» avvalendosi di un «network internazionale che persegue la rivoluzione morbida sponsorizzata dagli Usa».
Un piano diabolico, per Teheran, nato da una mente occulta che risponde al nome di George Soros, il finanziere di origini ungheresi fondatore dell’Open Society Institute. «L’obiettivo di lungo termine del centro - spiega il ministro dell’Intelligence iraniano Gholam-Hossein Mohseni-Ejeie - è finanziare e rendere operativo questo network sovversivo per destabilizzare il potere». Accuse totalmente infondate risponde Shaul Bakhash, il marito della 67enne accademica che si era recata all’inizio di dicembre in Iran per far visita alla madre malata. «Non c’è neanche un briciolo di prova a sostegno dell’incriminazione», tuona Lee Hamilton direttore del Wilson Center. Hamilton ha guidato insieme a John Baker l’Iraq Study Group, la task force di esperti che suggerì in dicembre al presidente Bush di aprire una trattativa con l’Iran.
Curioso, secondo gli esperti, anche il riferimento a Soros, molto critico nei confronti dell’attuale amministrazione di Washington. È vero che la Esfandiari ha ricevuto del denaro dall’Open Society Institute, precisa Mike Van Dusen, vicedirettore del Wilson Center, «ma è stato esclusivamente per finanziare incontri e invitare esperti». Così come la Fondazione Soros inviò fondi in Iran dopo il terremoto di Bam nel 2003.
Mentre sono in molti a credere che l’incriminazione rientri nella controffensiva di Teheran al blitz Usa di gennaio ad Arbil che ha portato alla detenzione di cinque iraniani, il caso getta un’ombra sull’incontro del 28 maggio, quando a Baghdad, gli ambasciatori dei due Paesi si vedranno e parleranno di Iraq.

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