Icchokas Meras è nato molto lontano, sia da Israele, dove vive dal 1972. Non appartiene all'Occidente teoricamente illuminato e non giunge neppure dall'Oriente esotico. Arriva dalla Lituania: Paese di margine europeo, con un passato ebraico di grande splendore - non materiale, ovviamente, ma di studio. Per lui così come per tutti gli ebrei di questa antica e gloriosa comunità, ci fu l'orrore della Shoah, che lo scrittore visse nel ghetto di Vilnius. Ora La Giuntina manda in libreria la sua prima opera tradotta in italiano, Scacco perpetuo (a cura di Ausra Povilaviciute e Vanna Vogelmann, pp. 178, e14). E' una novella ambientata nel ghetto: non una sequenza di eventi, ma una serie di visioni. La storia si gioca come una fatale partita a scacchi, dove un realismo estremo è accompagnato da una prosa sincopata.