Israele come la Serbia della pulizia etnica un paragone infamante
Testata: Corriere della Sera Data: 18 maggio 2007 Pagina: 53 Autore: Sergio Romano Titolo: «Minacce e baluardi»
Sergio Romano risponde a una lettera di Andrea Jarach con un infamante paragone tra Israele e la Serbia di Milosevic e della pulizia etnica. Ecco il testo, dal CORRIERE del 18 maggio:
Caro Romano, la sua risposta circa quelli che lei definisce confronti sbagliati tra l'appeasement prebellico del 1938 e l'atteggiamento da tenersi oggi con le punte dell'islamismo militante e la sua voglia di eliminare Israele, non mi trova affatto d’accordo. Il suo pensiero riflette sempre più spesso una condizione comune agli intellettuali europei e che pensa di poter intessere un ricco dialogo con le forze islamiche dominanti ed estremiste. Anche a costo di sacrificare alcuni principi morali che dopo l'illuminismo davamo come patrimonio dell'umanità. Come ricorda spesso Magdi Allam (islamico illuminato) Israele non è che l'inizio e il simbolo, seguirà l'Europa. Purtroppo, in un deprecabile «dopo», non sarà facile per chi come lei vede Israele come un incidente della storia fare ammenda (come avvenuto dopo la Guerra di Liberazione in Italia per tanti fascisti pentiti). Un mondo senza Israele sarà di certo un mondo meno libero e l'Europa forse dovrebbe rendersi conto che Israele non è solo lo Stato Ebraico ma anche il baluardo del mondo libero contro regimi e ideologie inaccettabili.
Pubblico volentieri la sua lettera. Osservo tuttavia che anche la rappresentazione di uno Stato come baluardo contro una minaccia esterna fa parte dei confronti più frequentemente utilizzati nel corso della storia. Durante la guerra di Bosnia, fra il 1992 e il 1995, i serbi erano sinceramente convinti di essere l’antemurale della cristianità europea contro l’Islam.
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