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Carlo Panella Fascismo islamico Rizzoli pagg. 203, euro 12,50 Il libro di Carlo Panella Fascismo islamico edito da Rizzoli (pagg. 203, euro 12,50), è un volumetto così denso di contenuti e di passione da creare nel lettore la certezza, quando chiuderà l’ultima pagina, che da quel momento la sua visione del terrorismo e dell’Islam non sarà più la stessa. Il terrorismo musulmano, e anche gli errori che compiamo nell’affrontarlo sia concettualmente che in pratica, sono al centro di un coraggioso lavoro che l’autore svolge da molti anni: Panella è un giudice spietato e dotto della natura irriducibile dell’insorgenza islamista e della nostra paura di prenderne atto. Abbiamo paura dell’Islam, dice Panella, perché da quel mondo «ci viene scaraventata contro una marea di violenza».E l’uomo occidentale non sa come affrontarla, non è adatto, per struttura e ignoranza, a capire il problema. Il rischio di questo rifiuto è semplicemente la nostra distruzione, perché è questo lo scopo dell’attuale millenarismo islamista alla Ahmadinejad. Non solo, dice Panella, l’uomo occidentale non vuole rendersi conto della violenza di morte che promana dal mondo islamico, ma rifiuta tutte quelle violenze diffuse e continue, che impressionano la nostra fragile psiche, sempre in cerca di benevolenza, sorrisi e approvazione: «sguardi di donne velate,... bambini imbottiti di candelotti di dinamite, apostati condannati a morte, cortei violenti contro vignette, perentorie richieste al pontefice di scusarsi». Tanto ripugnante, dice Panella, è l’idea di dover fronteggiare la verità che il mondoislamico è fascista, anzi, nazista; tanto pauroso il pensiero che questa ideologia è diffusa «non solo tra i terroristi di Al Qaeda, ma anche e soprattutto in Iran, in Libano, in Palestina, in Siria, in Irak e in tanti altri paesi musulmani », che preferiamo giocarci la pelle piuttosto che affrontare la realtà, esattamente come fece l’Europa alla vigilia della guerra nazista. Eppure siamo proprio di fronte a «un movimento con un’ideologia antisemita e totalitaria, con largo consenso di massa». E Panella ce lo dimostra citando intellettuali, clerici, leader politici che hanno trascinato l’Islam verso la deriva violenta: chi vuole imparare, vi troverà un vero manuale. Il significato di ciò che leggiamo Panella ce lo spiaga con una citazione di Umberto Eco: esiste un criterio universalmente valido per riconoscere «il fascismo, per sapere che da là non verrà altro che “il fascismo”, ed è il culto della morte». Eppure dice l’autore, Eco, che ha capito così bene, non si avventura nella critica dei suoi amici «progressisti, democratici, pacifisti, che invece di attaccare i fascisti, attaccano chi li combatte, come George Bush, gli Usa, Israele». Alla sinistra che brancola lontano dalla verità, Panella dedica un’attenta analisi; così come alla malevolenza antisemita verso Israele, all’odio antioccidentale di cui è fatto oggetto da parte del mondo islamico il Paese degli ebrei proprio in quanto ebrei. Panella strappa il lettore dal mito della speranza di una facile pace ottenibile con la cessione di terre, e anche dalla leggenda di uno iato concettuale fra panarabismo e Islam. Le due passioni ideologiche sono fasi diverse dell’unico sogno revanscista del mondo mussulmano, e della sua vocazione autoritaria. È coraggioso Panella nel suo esame di ciò che ciascuno sa e nessuno dice. La prova di questo coraggio e dell’originalità del pensiero dell’autore è contenuta proprio nell’atteggiamento opposto di chi guida la nostra politica. Javier Solana è l’uomo che per l’Unione Europea da anni ha creato il guazzabuglio concettuale più fuorviante che si possa immaginare, propagandando risoluzioni del conflitto mediorientale che invece lo procrastineranno all’infinito. Solana dopo la vittoria di Hamas e le sue reiterate promesse di distruzione di Israele, non trova niente di meglio da dire che «Hamas non può voler distruggere Israele». Per Solana, «non può» perché sarebbe «un abuso della religione ».Ah no? La risposta a Solana, Panella la dipana nelle sue duecento pagine di storia e di politica da cui si erge paurosa la consistenza non solo di Hamas, ma soprattutto dell’Iran di Ahmadinejad nella sua determinazione a uccidere e a distruggere sia Israele sia tutto ciò che essa rappresenta ai loro occhi, ovvero la democrazia e i costumi occidentali... Molto convincente è il parallelo fra il nazismo di Hitler, la sua negazione da parte dei testimoni del tempo, l’enorme importanza dell’antisemitismo nel definire l’utopia conquistatrice della rivoluzione nazionalsocialista e gli stessi tratti evidenti e pure negati nella questione islamica. Ben ricostruita la strategia iraniana e l’invincibilità, di fronte alle armi della diplomazia e della ragione occidentale, dell’impostazione apocalittica della rivoluzione khomeinista. Panella rintraccia nella storia della reazione islamica la risposta al predominio del mondo occidentale vittorioso, la speranza di una riscossa spirituale, le terribili conseguenze culturali dell’isolamento. Fiamma Nirenstein dal Giornale del 17 maggio 2007 |
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