Sveliamo la grande impostura del PDS e di Rifondazione Comunista che hanno fatto credere a tutti di essere i difensori della causa palestinese ma in verita’ non lo sono, semmai la ostacolano contribuendo a ritardare sine tempore il processo di autodeterminazione di quel popolo.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, la verita’e’che i Palestinesi sono stati scippati di tutti i soldi dati loro dalla comunita’ internazionale. Se fossero stati dati ad organizzazioni umanitarie come la Salvation Army con lo scopo di mediare e di controllare il traffico di denaro, dalla fonte alla destinazione, se ne sarebbero visti i benefici e adesso i Palestinesi godrebbero di servizi ed infrastrutture. Ma a loro e’ arrivato solo odio ed incitamento ad uccidere ed ad uccidersi, e noi accusiamo tutti i conniventi, tutti coloro che hanno taciuto e tacciono, tutta l’omerta’ e tutta la ignavia di coloro che vedono i risultati di questa depredazione, ma che poi finiscono con grande faccia tosta e sfrontatezza, con l’accusare Israele e solo Israele. Urge chiarezza sulle responsabilita’ e sulla corruzione che ci sono dietro. Altro che accusare Israele!
Come ieri gli Ebrei erano il capro espiatorio e sacrificale di tutte le malattie, le acque avvelenate, i germi, le infezioni, il deicidio e il complotto demo-pluto-giudaico-massonico, ancora li vediamo sotto accusa perche’ l’erba maligna dei pregiudizi e dell’odio antiebraico e’ dura a morire.....
Ma basta! D’ Alema e company facciano piuttosto mea culpa, mea maxima culpa, abbiano il coraggio morale e civile di riconoscere il loro fallimento.
Abili manipolatori, i postcomunisti e i postcattocomunisti fanno solo della demagogia e sono capaci di far breccia sul malcontento degli elettori, trincerandosi dietro il populismo, il gauchismo, il terzomondismo e l’assistenzialismo. Sono obsoleti con le loro vecchie ideologie fallimentari gia’ bocciate dalla Storia, sono incapaci di adeguarsi ai tempi.
In Italia ci sarebbe bisogno di una vera, grande rivoluzione liberale e di un grande processo di rinnovamento culturale, capace di estirpare la mala pianta del revanscismo comunista e postcomunista che come le erbacce, riprolifica insidioso e minaccioso.
E poi finiscono con l’accusare gli Ebrei, non solo quelli di Israele, ma anche quelli della diaspora. Distinguono tra gli ebrei buoni e gli ebrei cattivi; tra ebrei religiosi e laici, in un processo che gira vertiginosamente e monta l’ antisemitismo. Quello che Ahmadinejad vuole: scatenare l’antisemitismo, ed e’ per questo che finanzia, anzi diremmo con Dimitri Buffa che" pompa petroldollari" con i quali foraggiare vecchi movimenti neonazisti di destra e i nuovi movimenti antisemiti di sinistra.
I nostri governanti, pregiudicano i loro rapporti con Israele
scendendo nascostamente (ma non troppo) a patti commerciali con i paesi canaglia che sono dichiaratamente antisemiti.
Di conseguenza i Palestinesi sono condannati al ruolo di eterni oppositori di Israele. Nel frattempo l’Iran prepara armi nucleari con le quali vuole cancellare Israele dalla carta geografica.
Una strategia chiara!
Allora la domanda e’: a chi interessa lo stato palestinese? La risposta e’ che a Israele e solo ad Israele che e’ la piu’ diretta interessata, sta a cuore che si formi accanto uno stato sovrano e democratico.
Da sempre la sinistra italiana si e’ fregiata di difendere i diritti dei Palestinesi: il diritto ad avere un territorio, una costituzione ed un ordine di leggi. Nei decenni passati, ogni festa dell’Unita’aveva uno spazio dedicato a loro con un ricco repertorio di fotografie, da Venezia a Roma, da Bologna a Firenze, ovunque.E cosi’ continua correntemente.
Malgrado questa ostentata difesa, espressa anche a parole sugli organi di stampa del partito di rifondazione comunista e di quello democratico della sinistra, malgrado Fausto Bertinotti da abile demagogo, vesta la kefia per arruffianarsi il consenso popolare, in effetti tutta la sua simbologia non e’ convincente, ci vuole solo menare per il naso. C’e’ bisogno di iniziative pragmatiche e risolutive, non di kefie o distintivi pacifisti da sfoggiare nella parata militare del 2 giugno. I postcomunisti e i postcattocomunisti mancano di cultura liberale e chiaramente dovrebbero essere rispediti a scuola a studiarla per un aggiornamento professionale.
Tuttora manca una leadership che guidi il popolo palestinese a trasformarsi da nazione in Stato. Anzi quella presunta leadership ha affossato l’aspirazione nazionale dei Palestinesi. Finora quel popolo non ha avuto un padre fondatore, un grande statista capace di abbracciare la causa palestinese e farla sua. E’ passato piu’ di mezzo secolo e quello Stato che ancora non e’ uno Stato, quello stato non ancora definito e’ ancora da venire, e’ ancora in una situazione di stallo, senza che la sinistra se ne chieda il perche’...... Perche’ a loro fa troppo comodo rispolverare il vecchio armamentario dell’oppressione dei popoli, il revanscismo come rivincita dopo una guerra perduta contro la democrazia. Ma loro non demordono...
La sinistra italiana e’ eclatantemente e patentemente fallita nel suo programma; ha fatto un bel tonfo senza rendersene conto.
E i paesi terroristi ritardono all’infinito questo processo di emancipazione e di sovranizzazione del popolo palestinese perche’, finche’ vive soggiogato e umiliato, incanalera’ tutto il suo risentimento e odio contro Israele. I Palestinesi, senza uno Stato e perennemente in lotta con Israele, fanno troppo comodo a tutti costoro e fanno il gioco di Ahmadinejad offrendogli l’alibi della sua farneticazione e sragionevolezza contro Israele.
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Che il popolo palestinese sia beffato e oltraggiato da coloro che si reputano suoi amici, a chi importa?
Se si fosse voluto aiutare il popolo palestinese a vivere in uno stato sovrano, si sarebbe dovuto chiedere ad Arafat, il sedicente loro padre fondatore, che fondatore non e’ certo stato, in che modo avesse speso le enormi cifre di denaro date al popolo palestinese dagli Stati Uniti, dall’Europa e da tutta la comunita’ internazionale, perche’si costruissero case, scuole, ospedali, strade e fognature; parchi, giardini, stadi, cinema e teatri; insomma le infrastrutture di cui tutti i popoli necessitano per vivere. E altrettanto si dovrebbe chiederlo ai suoi successori. Ma con quei soldi, se non sono spariti nelle tasche di qualcuno, sono state comprate armi, e’ stato alimentato il terrorismo e sono state fondate scuole di indottrinamento all’odio, scuole dove si insegnano non le discipline umanistiche e scientifiche ma dove si scippano i bambini della loro innocenza, della loro curiosita’ e creativita’; della loro voglia di vivere, di giocare e di amare. Li convincono, con una persuasione occulta e diabolica a diventare suicidi assassini, li addestrano alla morte, gli insegnano ad uccidere se stessi e gli altri.. Cio’ che repelle a noi popoli civili, attrae invece tutta questa gente compresi i politici postcomunisti e postcattocomunisti
Nel mondo della cultura, non c’e un intellettuale, non c’e’un pedagogista, un educatore, che distorca il capo, disgustato dall’oltraggio e dall’abuso di cui sono fatti oggetto i bambini palestinesi? Dove sono le universita’ e gli istituti di ricerca? C’e’ solo silenzio, malafede, connivenza e complicita’o solo ignavia?
La formazione di uno stato palestinese interessa invece a Israele che e’ un paese minacciato e che e’ in una guerra di difesa contro i paesi islamici sin dalla sua fondazione e che sa che cosa significhi mandare i propri figli e figlie a combattere contro l’aggressione perenne dei suoi nemici armati anche dall’odio e dalla propaganda politica, orchestrata da una stampa scorretta e bugiarda. Ogni giorno lo stato ebraico e’ testimone degli orrori della guerra, ogni giorno vive l’ansia e la paura, per tutte le continue minacce alla sua sicurezza. Sa che quando un figlio, giovane soldato parte da casa, puo’ non farvi piu’ ritorno, o puo’ ritornare orrendamente mutilato. E’ una terra dove i padri piangono la morte dei loro figli, e’ una terra perennemente in lutto, e’ un paese che anela alla pace.
Perche’ Voi, signori della sinistra, diciamolo chiaramente, avete sacrificato anche i Palestinesi che pretendete di difendere, la cui condizione diventa sempre piu’ difficile con le due fazioni terroristiche, Hamas e Al Fatah che si scannano a vicenda.
I Palestinesi non si accorgono che sono strumentalizzati e aizzati contro lo stato ebraico e, indottrinati come sono fin dalla piu’ tenera eta’, neppure loro sanno o sono consapevoli che non contano nulla e che non sono oggetto d’amore per nessuno. Neppure alle loro madri, prese da un amore ambivalente, interessano i figli vivi, li vogliono invece morti, purche’ ammazzino piu’ gente possibile. Li mettono al mondo destinandoli ad un suicidio assassino. Neppure nelle tragedie greche, da Eschilo ad Euripide, troviamo un equivalente a questa mostruosita’.
Il mondo civile condanna o dovrebbe condannare un simile abominio !
Non ci vengano a dire i giornalisti dell’Unita’ e di Liberazione che le precarie condizioni di vita dei Palestinesi che vivono ancora nei campi profughi sono dovute ad Israele. Semmai Israele e’ un modello da imitare, e’ una democrazia che educa i propri figli a diventar membri di uno stato che e’ l’espressione della loro sovranita’, e’ un modello di vita e di democrazia, basato sul patto sociale..
La verita e’ che Israele e’ rimasto da solo a desiderare ardentemente e ad agognare la pace. D’Alema e Prodi non vogliono la pace, se la volessero, avrebbero fatto altre scelte politiche e commerciali, non avrebbero dovuto patteggiare con i terroristi che sono
nemici e di Israele e dei Palestinesi e, di conseguenza, di tutta la comunita’internazionale.
E non ci vengano a parlare di equivicinanza, non cerchino di raggirarci con i loro sofismi dialettici che non incantano proprio nessuno!
Piera Prister Bracaglia Morante