La vendetta di Maricika Alon Altaras
Traduzione Ofra Bannet – Raffaella Scardi
Edizioni Voland Euro 13
Maricika, giovane sarta romena arrivata in Israele negli anni ’50, è la protagonista dolce e un po’ goffa dell’ultimo romanzo di Alon Altaras, nato a Tel Aviv da genitori romeni e traduttore in ebraico di importanti autori italiani.
A Piatra Neamt, il paese vicino a Bucarest dove è nata, Maricika ha lasciato i genitori, le sorelle Lilli e Susannika e il marito finito in carcere "dopo essere stato scoperto dai comunisti a trafficare in oro al mercato nero".
Il difficile inserimento nella nuova società israeliana, il lavoro di sarta nella casa della signora Dvora Goldstein, presso la quale alloggia, la difficoltà di esprimersi in ebraico rendono a volte ancor più acuta la nostalgia per il suo paese natale, benché la decisione di emigrare in Israele fosse stata una sua libera scelta.
"Nella stanza di Maricika non c’era granchè. Tutto quello che aveva le era stato dato dalla signora Goldstein, eccetto le foto un po’ sbiadite dei genitori di fronte alla casa di Piatra Neamt, in compagnia delle due sorelle, la piccola Lilli e Susannika anche lei più giovane di Maricika. Se ne stavano tutti lì a fissarla, con l’aria di sapere che la fuga in Israele non aveva affatto cambiato la vita….."
Nella vita di Maricika, velata da una leggera malinconia e dal desiderio di formarsi una famiglia, entra il giovane Paul Salter che "svolge piccoli servizi al porto di Haifa" per conto dell’avvocato Klaper.
Nato a Bucarest Salter è ambizioso e egoista, ambisce al potere e al guadagno facile e vede nel talento di Maricika per il cucito un vero "investimento".
Al Club Palat dove si esibisce la cantante romena Pedi Meirescu, Paul propone a Maricika di diventare la sarta esclusiva della famosissima artista.
Un progetto strambo visto che né Paul né Maricika conoscono la Meirescu ma che per una di quelle inspiegabili alchimie del destino si realizza.
Il carattere dolce, affettuoso e timido di Maricika fa breccia nel cuore dell’artista che consapevole dell’astuzia di Paul prende la giovane romena sotto la sua protezione.
Dopo averle consegnato i primi abiti cuciti appositamente per lei, Maricika riceve dalla cantante "quaranta lire, il doppio di quanto era costata la macchina da cucire a Salter" con la raccomandazione "Non permettergli di sfruttarti".
Al termine di un weekend trascorso insieme a Maale Hahamisha, Paul che nel frattempo è diventato rappresentante di libri, chiede a Maricika – che prova per lui solo una vaga tenerezza – di sposarlo.
Non è l’amore o la passione il collante che legherà anche negli anni futuri i due giovani romeni, solo il confuso desiderio di formarsi una famiglia, di emergere dalla solitudine e da una vita nella quale i sogni che li avevano spinti a lasciare il loro paese e ad emigrare in Israele non si sono mai realizzati.
Per Maricika gli anni trascorreranno a fianco di un uomo incapace di darle affetto e solidarietà e che passerà da un lavoro all’altro nel tentativo di emergere socialmente.
L’arrivo in tarda età di un figlio porta un po’ di luce nella vita scialba di Maricika.
Ygal è un bimbo difficile, turbolento, che "fa tanto rumore" e per questo poco amato dal padre. "Prima di compiere i quattro anni Ygal si era già rotto la testa tre volte, e c’era stata anche quell’occasione, quando guardandola dal cortile col suo magnifico sorriso, aveva tirato un sasso in aria aspettando di vederlo cadere".
La devozione della madre e del nonno paterno, Zadik, emigrato negli ultimi anni in Israele, rendono meno dolorosa l’esistenza di Ygal colpito dal "petit mal", una forma di epilessia che gli impedisce di condurre una vita normale, legato ai farmaci che deve assumere quotidianamente e alle periodiche visite mediche.
Il dottor Kidron, che ha in cura il bimbo, cercherà invano la collaborazione del padre ma Paul che aveva confessato alla moglie che "se sapevo che Ygal ci dava tutti questi problemi non lo mettevo al mondo" continuerà indisturbato la sua attività di venditore, ora di scaldabagni ora di televisori a Dimona, a Be’er Sheva o in qualsiasi altra città purchè lontano da casa.
Maricika, ormai anziana, che dopo un attacco di cuore deciderà di vivere in una casa di riposo saprà escogitare una vendetta perfetta per Paul Salter: un uomo superficiale ed egoista, un marito arido e incapace perfino di provare un sentimento d’amore per il suo unico figlio malato.
Maricika, donna semplice e determinata che affronterà con coraggio le traversie della vita, è la figura più incisiva del romanzo che si delinea come una straordinaria storia al femminile. E’ il ritratto di una donna indimenticabile che commuove e incanta per la sua ingenuità e la sua immensa capacità d’amore, ma è anche la storia di una complessa immigrazione e della difficoltà ad integrarsi nel nuovo paese d’origine, condividendone completamente i valori, narrata con una prosa fluida e nitida, senza retorica né sentimentalismi e con un pizzico di umorismo.
Giorgia Greco