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La Repubblica Rassegna Stampa
16.05.2007 E Mohammed El Baradei divenne un neocon, dicendo che l'Iran è in grado di arricchire l'uranio
un esempio di negazione ideologica della realtà

Testata: La Repubblica
Data: 16 maggio 2007
Pagina: 23
Autore: Mario Calabresi
Titolo: «Baradei conferma le tesi di Bush»

Affermando che l'Iran ha raggiunto le capacità tecniche per procedere all'arricchimento dell'uranio (e dunque, aggiungiamo noi, per costruire la bomba atomica), il direttore dell'Aiea  Mohamed El Baradei non ha "confermato le tesi su Bush", né tantomeno quelle dei "neocon". 
 Con le sue dichiarazioni non
 "appoggia le accuse Usa di un´escalation militare della Repubblica islamica " e non "riapre la battaglia sulle sanzioni all´Iran tra europei e americani e il duello tra falchi e colombe all´interno dell´amministrazione americana".
La sua infatti, non è una presa di posizione politica, ma la constatazione di un fatto tecnico, riferito dagli ispettori dell'Agenzia internazionale incaricata di contrastare la proliferazione nucleare.
A partire dai dati di fatto, poi, si potrà sviluppare un dibattito politico: lasciare che l'Iran si doti della bomba che vuole per distruggere Israele e minacciare il mondo arabo sunnita e l'Occidente o intervenire prima, tenendo presente che i tempi, palesemente, stringono ?
Chi sostiene la prima opzione, è pregato di spiegare perché. In base a quali calocoli e a quali valori. Non di cercare di trasformare agli occhi dell'opinione pubblica i semplici fatti, constati da agenzie di controllo indipendenti,   in "tesi neocon".

Ecco il testo dell'articolo pubblicato da REPUBBLICA del 16 maggio 2007, che ttenta proprio quest'ultima operazione:

New York - Questa volta Mohamed El Baradei conferma le tesi di George W. Bush e riapre la battaglia sulle sanzioni all´Iran tra europei e americani e il duello tra falchi e colombe all´interno dell´amministrazione americana. Il direttore dell´Agenzia atomica delle Nazioni Unite (Aiea) che quattro anni fa si scontrò con la Casa Bianca sul pericolo rappresentato da Saddam Hussein, oggi dà sostanza alle accuse Usa di un´escalation nucleare di Teheran. «L´Iran - afferma - sembra aver risolto molti dei problemi tecnologici ed è ora in grado di iniziare ad arricchire l´uranio».
Gli ispettori dell´Aiea che hanno visitato domenica la centrale di Natanz, con un preavviso di sole due ore, hanno constatato il corretto funzionamento di 1.300 centrifughe per l´arricchimento dell´uranio: «Riteniamo - ha spiegato il premio Nobel El Baradei al New York Times - che gli iraniani abbiano maturato l´expertise per l´arricchimento. D´ora in poi si tratta solo di perfezionare questa competenza. Anche se non farà piacere a molti sentirselo dire, è un dato di fatto». Le sue dichiarazioni anticipano le conclusioni del rapporto che l´Agenzia di Vienna presenterà la prossima settimana al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Un rapporto che non potrà che mettere in difficoltà i colloqui tra Usa e Iran sulla situazione irachena che dovranno tenersi a Bagdad nelle prossime settimane e che, annunciati domenica scorsa, dovrebbero essere definiti venerdì. Sia a Washington sia a Teheran c´è chi spinge per un fallimento di questa fase diplomatica: i conservatori del regime iraniano si oppongono a qualunque apertura agli americani, soprattutto se queste sono finalizzate a una stabilizzazione in Iraq. Nell´amministrazione Usa da mesi ormai si confrontano due scuole di pensiero, una legata ai repubblicani realisti della vecchia scuola, a partire da Baker e Kissinger, che chiede di dialogare con Iran e Siria, l´altra identificabile con le posizioni neocon che hanno ispirato la Casa Bianca negli ultimi anni mette in evidenza il pericolo Ahmadinejad. La linea dei primi è stata sposata da Condoleezza Rice, la seconda ha come suo campione il vicepresidente Dick Cheney, che proprio sabato scorso, parlando da una portaerei nel Golfo, ha ammonito gli iraniani a non continuare gli esperimenti.
I tecnici dell´impianto di Natanz, secondo l´Aiea, sono riusciti a risolvere i problemi emersi nella prima fase di sperimentazione delle centrifughe che ora funzionano a pieno ritmo, producendo il materiale raffinato che serve per alimentare un reattore nucleare.
In alcuni mesi, salvo errori o sabotaggi, potrebbero essere realizzati gli annunci del presidente Mahmoud Ahmadinejad che il suo Paese è in grado di produrre uranio arricchito su scala industriale. Il materiale prodotto finora - spiega però il New York Times - dovrebbe essere ulteriormente arricchito prima di poter essere trasformato in materiale per ordigni nucleari. Per riuscire a farlo l´Iran dovrebbe cacciare gli ispettori come fece la Corea del Nord quattro anni fa. Anche in quel caso non è chiaro se gli iraniani hanno le tecnologie per produrre un ordigno capace di essere montato sui missili.
«La sospensione del programma di arricchimento dell´uranio - ha sottolineato El Baradei - è una richiesta del Consiglio di sicurezza a cui mi auguro gli iraniani risponderanno positivamente. Ma dal punto di vista della proliferazione, una delle ragioni della sospensione, quella di evitare che sviluppassero le competenze, è stata sorpassata dagli eventi».
«L´obiettivo - ha concluso l´egiziano - deve essere ora quello di evitare che passino alla produzione di uranio arricchito su scala industriale».

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