Chahdortt Djavann sconfessa chi considera moderato Tariq Ramadan le chiare parole della scrittrice franco-iraniana
Testata: Agenzia Radicale Data: 15 maggio 2007 Pagina: 1 Autore: Elena Lattes Titolo: «Vicino/lontano e l'IslamNews»
Da AGENZIA RADICALE:
Avrebbe dovuto parlare domenica scorsa, ma dopo aver visto la calorosa accoglienza riservata ad esponenti del fondamentalismo religioso, ha rinunciato, concedendo soltanto un’intervista privata con le motivazioni del suo rifiuto.
Chahdortt Djavann, nata in Iran nel 1967 è cresciuta a Teheran e vive a Parigi da 14 anni dove lavora all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociale. In francese, tradotti anche in italiano, ha scritto “Che cosa pensa Allah dell’Europa” e “Giù i veli” Come antropologa e scrittrice era stata invitata dall’associazione culturale “Vicinolontano” di Udine che dal 10 al 14 maggio ha presentato la terza edizione di “Vicino/lontano: identità e differenze al tempo dei conflitti.”, un incontro con “filosofi, economisti, sociologi, antropologi e giornalisti fra i più qualificati a livello internazionale” cui uno degli scopi sarebbe dovuto essere quello di spezzare “le barriere dei luoghi comuni e delle semplificazioni mediatiche che spesso ostacolano la comprensione dei problemi.”
Peccato che tra i più “qualificati” in questi campi siano stati invitati tra gli altri personaggi che fomentano proprio quei luoghi comuni che si vorrebbero abbattere: l’ex presidente della teocrazia iraniana Khatami, uno dei maggiori esponenti dei Fratelli Musulmani (l’organizzazione a cui fa capo Hamas) Tariq Ramadan e lo storico Franco Cardini, strenuo difensore delle tesi fondamentaliste incitanti all’odio verso ebrei e cristiani espresse anche in quella versione del Corano curata ed edita da Hamza Picardo, a cui Cardini ha dedicato la prefazione.
Niente di nuovo, si dirà, visto che i due apologi del fondamentalismo stanno facendo il giro d’Italia accolti a braccia aperte e con lunghi applausi da platee piene di gente che non aspetta altro che essere rassicurata sull’inesistenza del terrorismo, della violenza, dell’omofobia e della misoginia nel mondo islamico. Invece no, almeno a Udine (oltre che a Roma, grazie al sempre preziosissimo Magdi Allam) una voce contraria si è levata, forte e chiara, grazie anche all’instancabile lavoro di Marco Orioles che nel suo blog http://casbah.wikidot.com ha pubblicato tutti gli interventi con i commenti di Elio Cabib e Giorgio Linda dell’associazione di amiciza Italia-Israele e del consigliere comunale Enrico Pizza.
E quella voce, dicevamo, è di una persona che in Iran ci ha vissuto e ci ha lasciato tutta la sua famiglia dopo esser fuggita. Una persona che, come ormai tanti altri dissidenti, “ha vinto la paura” (per dirla con le parole di Magdi Allam) e continua nonostante le minacce e i notevoli pericoli che corre, a raccontare la sua esperienza di donna cresciuta nel mondo della teocrazia e del fondamentalismo. Appena arrivata aveva chiesto la protezione della polizia, ma le è stata rifiutata.
Djavann si dichiara atea e contro il “fascismo islamico che è peggio di quello mussoliniano”. Perché la Sha’aria, oltre a riguardare interamente la società, la politica e perfino la vita privata di ciascun individuo, si autolegittima rivendicandone la fonte divina. Una legge, quindi, insindacabile e immutabile. “Qualunque cosa, anche la più banale, può essere considerata sacrilega - ricorda la scrittrice - 150.000 donne sono state incarcerate, soltanto perché mal velate. Non perché non avessero la testa coperta, ma perché non l’avevano abbastanza”.
L’intervento di Kahatami “non è stato all’insegna del dialogo concreto e sincero” come ha spiegato il consigliere Pizza, ma un qualcosa di autoreferenziale che elude le questioni più spinose. Significativo a riguardo, il fatto che nemmeno una domanda gli sia stata posta. Nessuno, ricorda la Djavann, gli ha chiesto come si può pretendere di essere contro la brutalità e la violenza, se poi si incarcerano e si torturano giornalisti e oppositori politici. Come si può parlare di libertà per le donne in un Paese dove vengono lapidate anche se solo accusate di adulterio. Come si può conciliare l’essere contro la ricerca scientifica, ma poi iniziare e difendere il progetto nucleare. Come ci si può vantare del numero di iscritti alle università, ma tacere sul divieto di una libera informazione e dell’uso di internet.
“Non si può accettare - conclude - che un’organizzazione presenti i fascisti come moderati. Il fascismo moderato non esiste.”
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