Niente terrorismo, niente checkpoint una verità semplice, dimenticata dalla Banca mondiale e dall'informazione
Testata: Autore: Paolo Maccioni Titolo: «Israele, un freno per la Palestina»
A pagina 8 di EPOLIS dell'11 maggio 2007 la solita rassegna stampa del mondo a cura di Paolo Maccioni apre col titolo: "Israele, un freno per la Palestina"
Secondo il rapporto della Banca Mondiale pubblicato mercoledi, il sistema di controllo israeliano sui territori palestinesi impedisce il rilancio dell'economia palestinese e danneggia la sicurezza di Israele" informa da Tel Aviv Conal Urquhart su THE GUARDIAN. "David Craig, direttore d'area della Banca Mondiale, sostiene che le restrizioni imposte da Israele nella West Bank e a Gaza hanno devastato l'economia palestinese. Secondo gli accordi di Oslo del 1993 ci dovrebbe essere libertà di movimento di persone e veicoli. Sarit Arbell, portavoce dell'osservatorio israeliano Checkpoint Watch, afferma che Israele spinge i palestinesi "alla povertà e a condizioni di vita da terzo mondo. I checkpoint e il regime di barriere imposti da Israele impediscono condizioni di vita normali ai palestinesi, li umiliano quotidianamente ed alimentano la diseguaglianza e l'estremismo."
Si deve ricordare che i check point esistono perché esiste in terrorismo. Servono a fermare gli attentatori, e dunque a salvare vite umane. Inutile aggiungere che gli accordo di Oslo impegnavano l'Autorità palestinese a combattere il terrorismo. Quando Arafat era in vita non solo il terrorismo non era combattuto: era incoraggiato, finanziato e armato.
Oggi ,il presidente è Abu Mazen non è in grado di combattere il terrorismo, mentre il governo Hamas- Fatah fa quello che faceva Arafat
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione di Epolis