Un appello degli storici contro la legittimazione del negazionismo tentata da Claudio Moffa all'Università di Teramo
Testata: La Repubblica Data: 11 maggio 2007 Pagina: 57 Autore: un giornalista Titolo: «Un appello degli storici»
Dalla REPUBBLICA dell'11 maggio 2007:
Negare che siano esistite le camere a gas è un´opinione? Sostenere che l´Olocausto sia un´invenzione degli ebrei è un legittimo punto di vista? In epoca di gran confusione, può accadere anche questo: che in nome della libertà d´espressione un´università pubblica come quella di Teramo apra le sue aule a Robert Faurisson, il capofila del negazionismo, un negatore assoluto della Shoah e dello sterminio nazista. L´invito per il 18 maggio gli è stato rivolto da Claudio Moffa, un professore di Scienze Politiche che rivendica l´appartenenza alla sinistra radicale e che non disdegna la luce dei media. Nel segno del paradosso è la sua iniziativa: per criticare le leggi "liberticide" che hanno condannato Faurisson o Irving, non c´è di meglio che regalare al negazionista francese la ribalta. Se ciò accadesse, per la nostra accademia sarebbe la prima volta. Ma una nota assai critica del Rettorato, diffusa ieri, lascia pensare che Faurisson possa rimanere fuori dell´Università. «Un´iniziativa inaccettabile», scrive il Rettore Mauro Mattioli, affiancato dal preside Adolfo Pepe. Già il mese scorso l´Unione delle comunità ebraiche aveva protestato per un videomessaggio del negazionista ospitato dallo stesso Moffa. Il fatto ancor più grave è che l´invito a Faurisson non è un episodio isolato, ma rientra nel master "Enrico Mattei" che è diventato una tribuna della cultura negazionista. Lo rileva un´ampia schiera di storici, in un appello che circola in questi giorni su iniziativa della Fondazione Memoria della Deportazione. Il documento, indirizzato anche al ministro Mussi, denuncia l´ambiguità del master di Moffa nella diffusione di discutibili libelli come quelli di Carlo Mattogno, demolitore di Auschwitz per case editrici di estrema destra, o l´organizzazione di convegni che in nome della libertà difendono "gli assassini della memoria". Dare la parola a Faurisson, sostengono legittimamente i firmatari - da Luciano Allegra a Francesco Germinario, da Giovanni Miccoli a Ugo Volli, da Gadi Luzzato Voghera a Brunello Mantelli e Francesco Cassata - è come invitare in un luogo deputato alla ricerca scientifica astronomi persuasi che la terra sia piatta. In gioco è una malintesa nozione di libertà d´espressione. Condannare le leggi liberticide è cosa ben diversa dal divulgare libri negazionisti. Colpisce nel sito del master "Enrico Mattei" l´appello Viva la libertà firmato anche da Franco Cardini e Paolo Matthiae. Il negazionismo difeso in nome della Costituzione e della Dichiarazione dei Diritti dell´Uomo. Altro paradosso del tempo. Il rischio è ora che un´iniziativa del Rettore contro Faurisson possa dare il destro al martirologio a favore del negazionista francese e del suo anfitrione italiano. È già accaduto di recente: chi sta dalla parte dell´aguzzino gioca la carta del perseguitato. Uno spettacolo non tra i migliori. S. Fio.
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