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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.05.2007 Il dibattito tra gli ebrei sulle unioni omosessuali
Lev Chadash contesta la posizione del rabbino di Roma di Riccardo i Segni

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 maggio 2007
Pagina: 11
Autore: Vera Schiavazzi
Titolo: «I «liberali» ebrei: Di Segni sbaglia, Israele è più tollerante»
Dal CORRIERE della SERA del 9 maggio 2007:

TORINO — «La grande maggioranza del popolo ebraico nel mondo oggi accetta senza discriminazioni l'omosessualità. La posizione del rabbino Riccardo Di Segni è conservatrice e minoritaria». Ugo Volli, semiologo, da poco presidente di Lev Chadash, l'Associazione italiana degli ebrei progressivi, si schiera in favore dei Dico e dei diritti dei gay. «Ritenere "immorali" gli omosessuali è una posizione che va rispettata come ogni altra — spiega Volli — e si fonda su norme antichissime. Ma deve essere considerata oggi come una traccia antropologica dell'antica civiltà mediorientale in cui sono nati l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam». Le «norme antichissime» alle quali fa riferimento Volli sono ben sintetizzate nell'Antico Testamento: «Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole», è scritto nel Levitico.
«I Dico — aggiunge il leader degli ebrei liberali — sono un esempio di politica morale, che merita di essere sostenuta perché garantisce i diritti di tutte le coppie». La condanna religiosa, dunque, non è assoluta e non deve trasformarsi in esclusione, né nella vita sociale e pubblica italiana né all'interno delle comunità: «A Lev Chadash, ogni ebreo viene accolto e accettato. Il divieto dell'omosessualità non deve essere rimosso, ma è simile a tanti altri che oggi non vengono più rispettati, come quello del sesso prima del matrimonio, dell'adulterio o la prescrizione del bagno rituale per le donne dopo le mestruazioni. Sono scritti, è vero, ma non corrispondono più alla realtà di oggi. Negli Stati Uniti esistono intere comunità di ebrei omosessuali e in Israele, in generale, la società è estremamente laica e tollerante». Lev Chadash, che in ebraico significa «cuore vivo», esiste da alcuni anni, ma sta assumendo oggi una particolare importanza nel panorama ebraico italiano. A Milano, l'associazione funziona anche da comunità, con una propria sinagoga, mentre a Roma, Bologna, Torino e in altre città sono presenti gruppi di fedeli. «Non vogliamo spezzare la tradizione — precisa Volli — ma piuttosto contribuire ad accogliere quegli ebrei, come gli omosessuali ma anche i figli di matrimoni misti, che oggi possono sentirsi esclusi da un'interpretazione rigida dell'ortodossia. Anche chi vuole convertirsi studiando seriamente deve trovare una porta aperta». Quello sulle regole da seguire nell'ebraismo di oggi è un dibattito che attraversa tutte le comunità, anche a Torino, dove lunedì il presidente dimissionario Tullio Levi è stato rieletto da un'amplissima maggioranza dopo uno scontro col rabbino che non voleva ammettere al bar mitzva,
l'iniziazione religiosa, un ragazzo di una storica famiglia ebraica della città.
Ugo Volli, 58 anni, ordinario di Semiotica del testo alla Facoltà di Lettere dell'Università di Torino, è il nuovo presidente di Lev Chadash

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