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La Stampa Rassegna Stampa
28.04.2007 Un nuovo ospite a Guantanamo
arrestato mentre stava per schiantarsi sui pozzi di petrolio

Testata: La Stampa
Data: 28 aprile 2007
Pagina: 17
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Volevano schiantarsi sui pozzi sauditi»

In attesa che qualche corteo pacifista protesti contro i cattivi americani, riprendiamo una corrispondenza dalla STAMPA di oggi, 28/04/2007, a pag.17, di Francesco Semprini sugli attentatori che stavano per far saltare in aria i pozzi petroliferi in Arabia Saudita. Il loro capo, Abd al-Hadi al-Iraqi, è stato trasferito a Guantanamo. Arrestati anche 172 terroristi (che la STAMPA si ostina a chiamare militanti), avevano un bottino di 5,5 milioni di dollari.

Ecco la cronaca:

LA polizia saudita ha arrestato 172 militanti islamici pronti a sferrare una serie di attacchi aerei su pozzi e raffinerie petrolifere nel paese. I piani del gruppo, secondo il ministero degli Interni di Riad, prevedevano anche una serie di attentati a personalità di spicco del mondo politico, raffinerie e installazioni militari, alcune delle quali al di fuori dei confini del Regno. «Erano pronti. - ha riferito Mansour al-Turki, portavoce del ministro degli Interni - dovevano solo decidere il momento opportuno».
I terroristi, di diverse nazionalità, potevano contare su munizioni, denaro e personale specializzato pronto ad entrare in azione. Alcuni dei militanti erano stati all’estero per frequentare corsi di volo, al loro ritorno avrebbero dovuto «condurre attacchi su obiettivi sensibili in Arabia Saudita», ha spiegato al-Turki, riferendosi a un copione simile a quello degli attacchi al World Trade Center di New York, l’11 settembre 2001.
Oltre agli arresti, la maxioperazione ha portato alla confisca di 120 milioni di riyals - 32,4 milioni di dollari - una delle cifre più elevate mai sequestrate a una cellula terroristica e al ritrovamento di un arsenale. Tra le armi finite nelle mani della polizia vi sono decine di mitragliatrici, fucili automatici, in particolare AK-47 di fabbricazione sovietica, e centinaia di pistole, tutti nascosti in grandi tubi metallici. Tra le munizioni, figurano anche migliaia di pallottole, lanciagranate e esplosivi al plastico.
Le autorità saudite non hanno rivelato il nome del gruppo di appartenenza dei militanti ma vi sarebbero elementi di una cellula di 21 terroristi della Mecca. Il legame con Al Qaeda appare probabile: solo qualche mese fa la rete terroristica che fa capo a Osama bin Laden aveva minacciato attacchi ai pozzi sauditi come strumento per indebolire l’economia del regno e per colpire l’Occidente, colpevole di pagare troppo poco il greggio prodotto in Medio Oriente.
E’ invece senza dubbio affiliato ad Al Qaeda, Abdul al-Hadi al-Iraqi, il veterano jihadista catturato dai militari statunitensi e trasferito nel carcere di Guantanamo. Fonti d’intelligence hanno rivelato che il terrorista, definito di «elevato livello», era stato intercettato lo scorso anno mentre stava tentando di ritornare in Iraq, luogo di nascita, nell’ambito di una operazione che ha visto il coinvolgimento di diversi Paesi. Ex soldato dell’esercito di Saddam e collaboratore di Bin Laden, al-Iraqi sarebbe dietro numerosi piani terroristici ideati e realizzati. Autore di attacchi a postazioni Usa in Afghanistan condotte da cellule pakistane, al-Iraqi sarebbe anche l’organizzatore di un presunto attentato al presidente Pervez Musharraf e ad alcuni alti funzionari dell’Onu. «La sua cattura è un’importante vittoria nella lotta al terrorismo», ha commentato Paul Gimigliano, portavoce della Cia.
Con al-Iraqi sale a 15 il numero di terroristi di «elevato livello» detenuti nel carcere di Guantanamo. Gli altri 14 erano stati trattenuti nelle prigioni della Cia all’estero, prima di essere trasferiti lo scorso settembre nella base cubana, dove è stato confermato il loro status di «combattenti nemici» in vista del processo di fronte alle speciali commissioni militari.

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