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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.04.2007 Le regole della democrazia in una situazione di guerra
il caso di Amzi Bishara, deputato arabo-israeliano accusato di aver passato informazioni a Hezbollah

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 aprile 2007
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Bishara, deputato arabo «in fuga» «Contro Israele, aiutò Hezbollah»»
Dal CORRIERE della SERA del 26 aprile 2007:

GERUSALEMME — Da domenica gli israeliani si chiedono dove sia finito Azmi Bishara. Da ieri sanno perché se n'è andato. L'ex deputato arabo è stato visto l'ultima volta all'ambasciata in Egitto, dove ha presentato la lettera di dimissioni dalla Knesset. Sta girovagando per il Medio Oriente e da un mese non rimette piede a casa. Si considera un esiliato politico, nei titoli dei giornali è il «fuggitivo».
Per la prima volta, i magistrati hanno reso pubblici alcuni dettagli dell'inchiesta che ha spinto il parlamentare a lasciare il Paese. Bishara è accusato di «aver passato informazioni ad agenti nemici, in periodo di guerra». Avrebbe ricevuto soldi dall'estero, in violazione alle leggi contro il riciclaggio. Rotten,
un sito israeliano vicino alla destra, parla di 5 milioni di dollari, riscossi in cambio di notizie strategiche fornite agli Hezbollah, durante i 34 giorni di conflitto nell'estate del 2006. Il tribunale ha mantenuto segrete altre pagine del dossier e le voci attorno alla vicenda si sono moltiplicate. Micky Rosenfeld, portavoce della polizia, ha spiegato che Bishara è stato sentito due volte, prima di andare oltreconfine. «C'era un accordo, aveva promesso di presentarsi agli altri interrogatori. Le accuse sono molto gravi».
Il deputato ha sempre ripetuto di essere pronto a tornare: la famiglia, che all'inizio lo seguiva, è già rientrata a Nazareth. In un'intervista alla tv Al Jazeera, ha accusato il governo israeliano di aver aperto «una caccia alle streghe»: «Mi vogliono trasformare in un criminale, per coprire il loro fallimento nella guerra in Libano. Mi perseguitano per le mie opinioni».
Gli analisti si chiedono quali informazioni Bishara potrebbe aver fatto filtrare. «Come deputato — spiega Alon Ben David del Canale 10 — aveva accesso a notizie di intelligence. A questo punto, lo Shin Bet vuole che ritorni per affrontare le accuse, ma la paura dei servizi segreti è che stando qui si trasformi in un martire e diventi il magnete per il risentimento degli arabi israeliani».
Cristiano, 50 anni, Bishara è il leader del partito arabo Balad (Assemblea nazionale democratica). Sostiene apertamente la nascita di uno Stato bi-nazionale, che comprenda i palestinesi di Gaza e la Cisgiordania.
Un piano rigettato da Israele, perché significherebbe la fine dello Stato ebraico. Nel 2001 aveva visitato la Siria e aveva partecipato a una cerimonia in memoria del presidente Hafez Assad. I deputati della Knesset avevano risposto alla provocazione votando la revoca dell'immunità. La Corte Suprema era intervenuta per restituirgli la protezione parlamentare e cancellare le accuse di incitamento alla violenza e di sostegno agli Hezbollah.
Il quotidiano liberal Haaretz considera il caso «un test per la democrazia». Riconosce che l'inchiesta è emersa in un periodo di «radicalizzazione degli arabi israeliani». Qualche mese fa un gruppo di intellettuali e politici ha presentato un manifesto-costituzione che non riconosce la natura ebraica dello Stato, respinge la bandiera con la stella di Davide e l'inno nazionale. Il giornale sostiene che l'accusa contro Bishara di volere la distruzione di Israele sia «infondata». Yaron London, in un'editoriale su Yedioth Ahronoth,
ricorda invece che le sue posizioni «sono diventate più estremiste negli ultimi anni»: «Ha voluto mettere alla prova i limiti della tolleranza da parte della legge. Ha incitato gli arabi israeliani alla rivolta, in Siria è diventato una sorta di consigliere della famiglia Assad su come combattere Israele e quando è stato criticato per questo, ha risposto di essere un "patriota palestinese" e di non poter essere un nemico di Damasco».

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