Documenti inediti resi pubblici per difendere Pio XII ma un fatto non cambia: il Papa tacque sullo sterminio degli ebrei
Testata: Il Giornale Data: 18 aprile 2007 Pagina: 35 Autore: Andrea Tornielli Titolo: «Pio XII: «Salvate quanti più ebrei possibile»»
Prove scritte attesterebbero che Pio XIIdiede l'ordine di aprire le porte dei conventi agli ebrei che vi cercavano rifugio. E' quanto sostiene Andrea Tornielli in un articolo pubblicato dal GIORNALE del 18 aprile. Sulla base di due documenti a lungo inediti , di uno dei quali, per ora, è stata soltanto resa nota l'esistenza da parte del Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone Molti religiosi cattolici, come molti laici, anche non cattolici, durante la Seconda guerra mondiale hanno protetto degli ebrei. Pio XII può averli incoraggiati o spronati. O può averglielo ordinato. Ma questo non cancella il fatto che non ha alzato la sua voce contro lo stermino nazista. La Chiesa tedesca, al contrario, parlò contro il programma di sterminio dei portatori di handicapp, riuscendo anche, almeno temporaneamente, a intralciarlo. Non si può dunque affemare, con la sicurezza ostentata dai difensori del Papa, che se Pio XII non avesse taciuto, ne sarebbero conseguiti peggori mali. E' altamente probabile, al contrario, che il nazismo avrebbe incontrato maggiori difficoltà a commettere i suoi crimini.
Ecco il testo:
Pio XII diede ordine di accogliere «quanti più ebrei possibile negli istituti religiosi e nelle catacombe» ed esiste un documento che lo attesta. Lo ha affermato ieri pomeriggio il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, intervenendo alla presentazione di un libro sull’«Opera Salesiana Pio XI» all’Appio Tuscolano di Roma. Ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la recente polemica per la didascalia su Papa Pacelli, esposta allo Yad Vashem di Gerusalemme e giudicata «offensiva» dalla Santa Sede, il porporato ha risposto citando un documento datato 25 ottobre 1943. Una circolare vaticana che «invitava tutti ad accogliere quanti più ebrei possibili. È un’epopea che non possiamo dimenticare», ha detto Bertone. Il Segretario di Stato ha quindi ricordato che in quel periodo «in Polonia mettevano a rischio la propria vita per salvare gli ebrei. Erano atti eroici che ci furono anche in Italia e questo è il caso dell’Istituto Pio XI che era all’avanguardia in questo senso con questi gesti». Di un ordine scritto proveniente da Roma aveva parlato don Aldo Brunacci, sacerdote scomparso due mesi fa, il quale ha raccontato di aver visto una lettera arrivata al vescovo di Assisi, Giuseppe Placido Maria Nicolini «il terzo giovedì del settembre 1943», dunque il 16 settembre di quell’anno. La missiva conteneva istruzioni impartite a nome del Papa e chiedeva che la diocesi si adoperasse in favore degli ebrei. Il documento a cui ha accennato Bertone sembra successivo, e dev’essere stato emanato dalla Segreteria di Stato di Pio XII dopo la razzia del ghetto di Roma. Un’ulteriore prova, la prima davvero scritta, è stata recentemente ritrovata e pubblicata dal mensile 30Giorni. Si tratta del memoriale inedito del monastero romano delle agostiniane di clausura annesso alla basilica dei Santi Quattro Coronati, alle pendici del Celio. Nel «diario» ufficiale della comunità, che raccoglie le cronache della vita monastica, in una delle pagine dedicata al 1943 si legge: «In queste dolorose situazioni il Santo Padre vuol salvare i suoi figli, anche gli ebrei, e ordina che nei monasteri si dia ospitalità a questi perseguitati, e anche le clausure debbono aderire al desiderio del Sommo Pontefice...». «Sostenere che questa grande opera di carità sia stata messa in atto senza che il Papa lo sapesse - ha commentato il professor Matteo Luigi Napolitano, docente all’Università del Molise - significa non conoscere i meccanismi che regolano la Santa Sede. Il Papa sapeva e aveva ordinato di accogliere gli ebrei».
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