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La Stampa Rassegna Stampa
16.04.2007 Gli stati islamici sunniti vogliono l'energia nucleare
un primo effetto della sfida iraniana alla comunità internazionale: la cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 16 aprile 2007
Pagina: 10
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Voglia di atomica nel mondo arabo»
Dalla STAMPA del 16 aprile 2007:

Gli Stati arabi sunniti bussano alle porte dell’Agenzia atomica dell’Onu invocando il diritto di sviluppare il nucleari civile per bilanciare l’Iran. Sono almeno undici le nazioni che hanno fatto sapere all’Aiea di volersi dotare di impianti atomici: Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi, Egitto, Giordania, Yemen, Turchia e Siria. La richiesta più pressante è arrivata da Riad a nome del Consiglio di cooperazione dei Paesi del Golfo e il direttore dell’Aiea, Mohammed El Baradei, si è recato in Arabia Saudita per sottolineare come il nucleare civile è «un diritto» promettendo la consegna di uno studio sulla fattibilità del progetto.
Il regolamento dell’Aiea prevede l’aiuto allo sviluppo del nucleare civile per i Paesi che sottoscrivono il Trattato contro la proliferazione e il re saudita Abdullah ha dato tali garanzie, facendo presente come gli Stati del Golfo abbiano necessità di «fare fronte ad un aumento del consumo di elettricità del 6 per cento annuo» e dispongano delle risorse necessarie per costruire centrali dal costo di 4 miliardi dollari. Prima di arrivare a Riad, El Baradei ha fatto sosta ad Amman dove il re Abdallah ha candidato la Giordania a entrare nel club nucleare sunnita spiegando che «la situazione nell’area è cambiata» dopo i progressi del programma iraniano, del quale l’Aiea e l’Onu sospettano la natura non solo civile ma militare.
Teheran d’altra parte accelera: incurante delle sanzioni votate dal Palazzo di Vetro e delle richieste della comunità internazionale di bloccare il nucleare ieri ha fatto sapere di voler costruire due nuove centrali ad acqua leggera capaci di generare ognuna 1600 megawatt di elettricità. Per comprendere da dove nasce l’aspirazione all’atomo degli Stati sunniti del Medio Oriente bisogna leggere i rapporti del Gulf Research Center di Dubai relativi al timore che un Iran nucleare punti a esercitare l’egemonia strategia sulla regione, con possibili conseguenti destabilizzanti sui Paesi che ospitano consistenti popolazioni sciite: non solo l’Iraq ma anche Arabia Saudita e Bahrein. Sebbene i tempi dell’atomo sunnita si annuncino lunghi - almeno dieci anni, secondo le stime dell’Aiea - la volontà di iniziare questo percorso «in maniera aperta, legale e ufficiale», come ha detto il ministro degli Esteri saudita Saud al-Faisal, lascia intendere la volontà di trovare l’assenso e il sostegno scientifico dell’Occidente, a cominciare dagli Usa..
Se ciò non dovesse avvenire Riad ha già fatto capire di essere pronta comunque a trovare altrove tecnici e tecnologia necessari ospitando con tutti gli onori il presidente russo Vladimir Putin, che non ha lesinato promesse di aiuti simili a quelli forniti all’Iran per costruire la centrale atomica di Bushehr. Anche l’Egitto di Hosni Mubarak e la Siria di Bashar Assad - alleata di Teheran - hanno formalizzato la richiesta di consulenze nucleari all’Aiea mentre la nazione sunnita più vicina a una centrale è la Turchia.

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