Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Per Bertinotti Israele va rispettato lo faccia capire anche ai supi compagni di partito
Testata: Corriere della Sera Data: 11 aprile 2007 Pagina: 13 Autore: Paolo Conti Titolo: «Bertinotti: rispetto per Israele, è un luogo dello spirito»
Dal CORRIERE della SERA dell'11 aprile 2007:
ROMA — «Ci sono processi identitari che quando si formano vanno rispettati come tali... Il femminismo ci ha insegnato che la politica è anche emozioni, sentimenti». I fotografi bersagliano Fausto Bertinotti ma il presidente della Camera non perde il filo: «Ho capito che quando un ebreo romano o un ebreo torinese parlano di Israele, lo fanno con un vissuto diventato proiezione di se stessi, luogo dello spirito oltre che materiale. Non c'è solo una ragione politica ma qualcosa di più. Quindi se nego l'esistenza di Israele, colpisco al cuore quell'elemento identitario, lo calpesto». Applausi. Pomeriggio di ieri nella strapiena sede della Stampa Estera di Roma, dietro Fontana di Trevi. Paolo Mieli intervista Fausto Bertinotti sul suo libro «La città degli uomini- cinque riflessioni in un mondo che cambia», scritto per Mondadori col direttore dei programmi radiofonici Rai Sergio Valzania (area Udc ma il sodalizio è ben noto). Il direttore del Corriere della Sera a metà dialogo apre il libro a pagina 87, quando il presidente della Camera definisce «violenza culturale su una civiltà» sia «il negazionismo nei confronti della Shoah» che «il rifiuto di riconoscere la realtà storica dello Stato di Israele». Ed è solo una delle tante risposte del serrato faccia a faccia. Si comincia con la formazione culturale di Bertinotti, con la passione per Totò, il Marlon Brando di «Fronte del porto», il James Dean di «Gioventù bruciata» («noi del socialismo di sinistra ci permettevamo letture e film che ai fratelli maggiori del Pci erano vietati, per questo eravamo come protetti da loro...»). Ma assicura di aver visto dieci anche la «Corazzata Potemkin» di Eizenstein. Si prosegue sui grandi temi, sul filo delle domande di Mieli. Per esempio l'attrazione- repulsione per la nuova «rivoluzione capitalistica restauratrice », come la definisce Bertinotti nel libro: «Marx e Gramsci lo spiegano bene, lo ammettono. Vedono il tratto insieme modernizzatore e devastante del capitalismo... Oggi più di ieri tutto diventa merce, la natura, l'uomo, la donna». Mieli chiede: «C'è stato un momento in cui ha sperato che le cose andassero diversamente, e quando?». Bertinotti: «Negli anni del disgelo, dell'ecumenismo, cioè di Krusciov- Kennedy-Giovanni XXIII in Italia il riformismo è sembrato capace di proporre la fuoriuscita dalla società capitalistica. Ma è stata una rivoluzione incompiuta. Poi c'è stato il '68, occasione storica mancata per l'immaturità della sinistra italiana ed europea...non incrociò la grande domanda di cambiamento». Si approda inevitabilmente al Partito democratico. Mieli sollecita consigli per la sua formazione. Bertinotti risponde: «Suggerirei di ricominciare tutto a monte... Un partito si può fare per inerzia o per un soprassalto di energia. La calamita è il progetto non il leader. Nei prossimi dieci anni ci sarà da mettere in conto la sfida tra sinistra radicale e sinistra riformista. Vincerà chi formerà una diversa cultura politica, chi darà conto di una nuova identità. Il leader? In decine possono diventarlo. Ma bisogna buttare il cuore oltre l'ostacolo e saper rischiare». Non manca la sorpresa, un botta e risposta con Marco Pannella. Mieli chiede il perché di una mancata fusione con i radicali. Bertinotti: «Perché abbiamo rubato tutto da Pannella, dalla non-violenza in poi, inclusa la testata "Liberazione" che ci hanno concesso in uso. Continueremo a rubare». E Pannella: «Erano doni, non inventarti capacità di furto che non hai...». In sala Lella Bertinotti, Sandro Curzi, il segretario di Rifondazione Franco Giordano.
Il rispetto per Israele espresso da Bertinotti è senz'altro positivo. Si impegni ora a farlo adottare dai militanti dei suo partito, compresi quelli che bruciano le bandiere di Israele, e quelli che sul Liberazione pubblicano vignette che equiparano Israele al nazismo. E ricordi anche che Israele non è soltanto un "luogo dello spirito". E' anche un luogo di questa terra con persone in carne ed ossa. Che quando vengono colpiti dai razzi kassam, sanguinano, e muoiono. Che quando vengono colpiti dal terrorismo suicida sanguinano, e muoiono. Che quando quando vengono accoltelati sanguinano, e muoiono. La loro vita e il loro diritto alla difesa vanno rispettati, non solo la loro identità
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