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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.04.2007 Quel che l'Italia dovrebbe fare dopo la decapitazione di Adjmal Nashkbandi
un editoriale di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 aprile 2007
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Riscatti boomerang»

Tra i vari editoriali di oggi sulla decapitazione di Adjmal Nashkbandi, sul prezzo pagato per la  liberazione di Daniele Mastrogiacomo e sul ruolo del governo italiano e di Emergency, scegliamo quello di Magdi Allam, che si distingue per equlibrio e nettezza.
Dal CORRIERE della SERA del 10 aprile 2007:

Mors tua vita mea. È questa, all'indomani della barbara decapitazione del giornalista afghano Adjmal Nashkbandi, la sensazione netta che serpeggia tra gli italiani circa la cinica logica perseguita dall'insieme della classe politica, dai governi di destra e di sinistra, per ottenere il rilascio dei nostri connazionali sequestrati dai terroristi islamici. Ormai l'Italia si contraddistingue come il Paese occidentale che, più di altri, è pronto a cedere al ricatto, sia che si tratti di un riscatto in denaro sia che si tratti di esercitare pressioni per ottenere la scarcerazione di terroristi, pur di aver salva la vita dei propri ostaggi. E il fatto che non siamo gli unici, dato che perfino la Gran Bretagna è scesa a patti con Ahmadinejad per ottenere il rilascio di suoi 15 marinai, non deve farci sentire sollevati, ma all'opposto deve accrescere la comune preoccupazione per la grave deriva etica e politica in cui versa l'Occidente.
Finora l'Italia, per ottenere la liberazione dei nostri talvolta improvvidi connazionali sequestrati, ha pagato dei riscatti sempre più consistenti. Un fiume di denaro che ha visto concordi governo e opposizione nell'autorizzarlo e nel negarlo pubblicamente, in una delle rare e non esaltanti manifestazioni di unità nazionale. Ebbene ciò che ora non consente più di riproporre quest'approccio spregiudicato, è stata la decapitazione dell'autista dell'inviato de la Repubblica Daniele Mastrogiacomo, Sayed Agha, e del suo interprete Adjmal. Due cadaveri di troppo che non è proprio possibile occultare e tacere. Che vengono pianti dalla vedova e dai cinque figlioletti di Sayed e dai familiari di Adjmal. Due vite spezzate in una trama che ruota intorno all'Italia, di natura terroristico-politica, in cui Sayed e Adjmal hanno finito per essere brutalmente immolati come vittime sacrificali. Ecco perché ora l'Italia non può tirarsi indietro.
Credo che l'Italia dovrebbe innanzitutto avere la sensibilità umana e il senso della giustizia necessari per assumersi appieno la propria responsabilità nei confronti delle famiglie di Sayed e di Adjmal, assicurando loro le condizioni materiali per sopravvivere dignitosamente. In secondo luogo, l'Italia dovrebbe formalmente condannare i Taliban, ritirando la incredibile proposta di coinvolgerli nella conferenza di pace per l'Afghanistan. In terzo luogo, l'Italia dovrebbe ufficialmente impegnarsi a non consentire mai più il pagamento di riscatti o cedere in alcun modo alle richieste delle bande terroristico- criminali. Non possiamo essere strenui difensori della legge che in Italia impone il blocco dei beni della famiglia del sequestrato per impedire il pagamento del riscatto, e poi acconsentire che sia lo Stato stesso a pagare con denaro pubblico il riscatto ai terroristi. Infine l'Italia dovrebbe, al più presto, far osservare un minuto di silenzio nei posti di lavoro, nelle scuole, all'inizio delle manifestazioni sportive, in memoria di Sayed e di Adjmal, per testimoniare che per noi il valore della vita è assoluto e universale.
Questo è quanto io immagino gran parte degli italiani vorrebbe che il nostro governo facesse per recuperare la credibilità dello Stato, la cultura dell'interesse nazionale, il primato della civiltà occidentale che non mercanteggia sul diritto alla vita.
www.corriere.it/allam

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