Israele continua a chiedere alla Siria di cessare il sostegno al terrorismo e Olmert smentisce Nancy Pelosi
Testata: La Stampa Data: 06 aprile 2007 Pagina: 15 Autore: Francesca Paci Titolo: «Olmert: non ho mai detto di voler aprire a Damasco»
Da La STAMPA del 6 aprile 2007, la corretta cronaca di Francesca Paci. Scorretto, invece, il titolo: "Olmert: non ho mai detto di voler aprire a Damasco". In realtà Olmert ha chiesto ha Damasco di cessare il sostegno al terrorismo, non ha chiuso la porta a un possibile negoziato, quando questa ovvia condizione sarà stata soddisfatta. Ecco il testo:
Il futuro è aperto, ma, per ora, la Siria resta «una componente dell'asse del male che incoraggia il terrorismo in tutto il Medioriente». Così l’ufficio del primo ministro israeliano, Ehud Olmert, ha smentito il presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, la democratica Nancy Pelosi, che sosteneva di aver consegnato al leader siriano Bashar Assad un messaggio da parte di Israele per annunciare la disponibilità a riprendere i negoziati di pace. Mercoledì, al termine del suo incontro con Assad a Damasco, Nancy Pelosi aveva parlato di una comunicazione affidatale da Olmert a Gerusalemme e indirizzata al presidente siriano. Un esplicito invito alla distensione nei rapporti tra i due Paesi, cui Assad avrebbe risposto molto favorevolmente. L’ipotesi avanguardista però, è piaciuta meno all'ufficio del premier israeliano che si è affrettato ha rilasciare un comunicato per precisare che la posizione di Israele non è cambiata e la Siria è ancora saldamente in cima alla lista dell'«asse del male». Secondo fonti vicine ad Olmert, «Pelosi ha utilizzato una parte delle cose di cui ha discusso a Gerusalemme nel modo più conveniente per lei». E il ministro israeliano per l’Immigrazione, Zeev Boim, ha ribadito che non ci sarà alcuna ripresa del negoziato di pace finché Damasco non cesserà di appoggiare i gruppi terroristi. Il tour mediorientale della sessantaseienne deputata californiana era già stata criticata duramente dal presidente americano George W. Bush, contrario a qualsiasi contatto con la Siria se non preceduto da un chiaro impegno di Damasco contro la violenza e il terrorismo. Una polemica sulla politica estera ma soprattutto su quella interna. Per il partito Democratico si tratta infatti dell'ennesima sfida alla Casa Bianca sul terreno dei rapporti con il Medio Oriente e sulla guerra in Iraq. «Non abbiamo intenzione di intervenire nel dibattito interno agli Stati Uniti e non sosteniamo nessuno», ha precisato la nota dell'ufficio di Olmert. «Vogliamo semplicemente spiegare il contenuto esatto dei colloqui di Gerusalemme». Colloqui ancora blindati per la Siria. Diversa, secondo un servizio del settimanale tedesco «Der Spiegel» in edicola oggi, la disponibilità del premier israeliano sulla questione palestinese. Nel suo recente incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel, presidente di turno della Ue, Ehud Olmert si sarebbe impegnato a fare concessioni alla controparte. In particolare, si legge nell'articolo, avrebbe palesato la disponibilità a far monitorare da un supervisore europeo gli incontri che terrà ogni due settimane con il presidente palestinese Abu Mazen. Israele, osserva «Der Spiegel», ha promesso a più riprese provvedimenti a favore dei Territori Occupati come l’eliminazione dei controlli militari, senza tuttavia mantenere gli impegni. Così come l'Autorità palestinese ha fallito nell'arginare le fazioni più violente e bellicose. A questo si riferirebbe l'invito di Angela Merkel a entrambe le parti: «Non si può all’infinito tenere incontri nei quali non avviene assolutamente nulla. Perché questo porta a grosse delusioni per tutti».
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