Uno spot per l'appeasement con l'Iran l'articolo di Vanna Vannuccini sulla liberazione dei marinai inglesi sequestrati
Testata: La Repubblica Data: 05 aprile 2007 Pagina: 14 Autore: Vanna Vannuccini Titolo: «Sfida vinta per i moderati di Teheran "Ora colloqui diretti sul nucleare"»
Dalla REPUBBLICA del 5 aprile 2007, un'articolo di Vanna Vannuccini che interpreta la conclusione della vicenda degli ostaggi britannici come una vittoria della fazione supposta "moderata" del regime degli aytollah e come un successo della moderazione occidentale. Una lettura che ignora il successo politico e di immagine del regime, e il fatto che il suo vero obiettivo è arrivare a completareil programma nucleare.
Ecco il testo:
«Sono liberi e possono tornare dalle loro famiglie». Cinquanta minuti della conferenza stampa erano già passati prima che il presidente Ahmadinejad pronunciasse le parole decisive. I primi tre quarti d´ora aveva parlato senza evocare nemmeno con una parola la cattura dei marinai, che il presidente Bush aveva già definito ieri la «crisi degli ostaggi», con ominosa allusione ai diplomatici americani presi in ostaggio dagli studenti khomeinisti nel 1979. Aveva parlato della storia dell´Iran, dei sacrifici del popolo iraniano, dell´«ingiustizia delle Grandi Potenze» verso la Repubblica islamica. Quando era arrivato finalmente al tema, come ultimo gesto di provocazione aveva conferito un ordine al merito agli ufficiali della Marina iraniana che avevano preso parte alla cattura dei 15 marinai britannici, ringraziandoli a nome del popolo iraniano «per aver coraggiosamente difeso le acque territoriali». Ahmadinejad puro, insomma. Almeno fino a quel momento. Poi la svolta ad effetto. «Un regalo per la Gran Bretagna», ha detto all´improvviso. E tutti hanno teso le orecchie. «Sono liberi. Un atto di umanità. Non prendiamo atteggiamenti utilitaristici o politicizzati». Pochi minuti dopo, davanti alle telecamere, la cerimonia del congedo. «Buon ritorno a casa e buona fortuna», ha detto il presidente stringendo la mano come un buon ospite a ciascuno dei 15 marinai. Si è informato sul loro stato di salute e ha scherzato sulla vacanza obbligata. Pochi minuti dopo il prezzo del petrolio e dell´oro scendeva sui mercati internazionali, un segnale che forse altri passi avanti sono possibili nell´intricato rapporto tra Teheran e l´Occidente. «L´Occidente è riuscito questa volta a non cadere nella trappola degli estremisti», dice un politico riformatore a Teheran. «Nulla è più utile ai falchi del confronto. La moderazione occidentale ha aiutato i moderati nel gioco di forze interno tra le due fazioni». Ancora ieri mattina un giornale degli Hezbollah aveva chiesto che i marinai venissero processati secondo le leggi iraniane, e un deputato del gruppo usugarayan, a cui appartiene il presidente, aveva criticato «la posizione debole» di Larijani. E allo stadio e davanti all´ambasciata britannica c´erano state le solite esibizioni di folklore rivoluzionario. «Attenzione agli errori di calcolo», aveva raccomandato nei giorni scorsi il capo del Consiglio di Sicurezza nazionale Ali Larijani, annunciando che la decisione di liberare subito la marinaia Faye Turney era stata sospesa, «per via del tam tam mediatico organizzato da Londra». «La nostra priorità è risolvere il problema per normali vie diplomatiche. Non siamo interessati a complicare ulteriormente la faccenda» aveva detto. La sua intervista alla televisione britannica, in risposta alla nota inviata da Londra a Teheran, fa capire quanto è importante per Teheran l´aspetto public relations, dice l´analista Said Leylaz. «I falchi del regime puntano al confronto e per far pendere il piatto della bilancia dalla parte dei moderati per l´occidente è obbligatoria la cautela. I colloqui diretti tra Larijani e il consigliere di Blair, che hanno sbloccato la situazione, ci mandano un messaggio politico che può essere esteso al negoziato nucleare: anche in questo caso i colloqui diretti tra Washington e Teheran sarebbero la sola via d´uscita dall´impasse». Nel gioco di forze interno Larijani e i moderati hanno agito con estrema circospezione. Approfittando anche dei venti giorni di vacanze di Nowruz nessuno ha espresso all´esterno alcuna critica sul metodo di gestione della crisi di Ahmadinejad. E questo ha dato loro più forza all´interno. Perfino l´ex ambasciatore a Londra, il riformatore Adeli, aveva detto al sito Aftabnews che era «diritto» degli iraniani di arrestare i marinai, ammonendo però «a non prolungare la crisi troppo a lungo». Ed è proprio questo di cui le forze moderate sono riuscite a convincere il leader Khamenei (che in questi giorni non si à mai pronunciato sulla cattura dei marinai): una crisi prolungata sarebbe stata pericolosa. Non si poteva tirare oltre la corda. Il diplomatico dell´Ambasciata iraniana in Iraq che era stato arrestato dai soldati americani era stato rilasciato, gli altri cinque arrestati a Erbil riceveranno le visite di funzionari iraniani.