Un'asemblea pacifista che segnala il riischio di «una pericolosa e distruttiva corsa alle armi nucleari», ma ribadisce che ogni paese ha il "diritto a dotarsi di energia nucleare pacifica" , e che, in base al principio "terra in cambio di pace",
tende una mano a Israele, mentre quest'ultimo ribadisce il suo "rifiuto alle offerte di Riad per bocca del vice premier Shimon Peres" .
E' l'immagine della confernza di Riad presentato da Lorenzo Trombetta sulla STAMPA del 30 marzo 2007.
In realtà la conferenza ha presentato un piano che al momento contiene una condizione (il rientro dei profughi ) suicida per Israele e ha lanciato una pericolosa corsa al nucleare nell'area.
Che la dichiarazione di Riad sul nucleare preluda, almeno nel caso l'Iran riesca ad avere la bomba, a una pericolosa corsa agli armamenti, è almeno chiaro a Ugo Tramballi, che però sul SOLE 24 ORE scrive, equiparando un arsenale difensivo a uno offensivo, che
il mondo arabo è chiuso tra l'arsenale israeliano e la minaccia iraniana di crearne uno
"La lega araba propone a Israele la terra in cambio della pace" titola REPUBBLICA.
Nell'articolo Stabile scrive che la commssione composta da Arabia, Egitto, Giordania, Emirati e... Siria, dovrebbe, insieme al quartetto:
trovare la via per convincere Israele a riaprire il processo di pace
che, dunque, sarebbe Israle a bloccare
"La lega araba a Israele: terra in cambio di pace" è anche il titolo di AVVENIRE, che pure lamenta che
le prime reazioni israliane (...) non sembrano lasciar ben sperare in uno sblocco della situazione.
Le ragioni della prudenza israeliana non sono spiegate, e si costruisce l'immagine di uno Stato che non vuole la pace.
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