Non c'era nessun embargo Onu e Fondo Monetario smentiscono la propaganda palestinese
Testata: Agenzia Radicale Data: 27 marzo 2007 Pagina: 1 Autore: Elena Lattes Titolo: «Gli aiuti internazionali al governo palestinese di Hamas sono diminuiti veramente?»
Dal sito NUOVA AGENZIA RADICALE:
Quante volte abbiamo sentito o letto che gli impiegati dell’Autorità Palestinese non ricevevano da mesi lo stipendio a causa dell’embargo? E quante volte abbiamo sentito o letto che i palestinesi morivano di fame per la mancanza di aiuti umanitari? E ancora, quante volte abbiamo sentito o letto che gli scontri interni tra Hamas e Fatah sono anch’essi dovuti all’embargo?.
Insomma, l’embargo (o presunto tale e vedremo il perché) è diventato il nuovo mantra e come l’occupazione è stato in questi ultimi dodici mesi, il simbolo e l’apice di tutti i mali che affliggono il Medio Oriente, nonché la scusa per qualunque azione negativa perpetrata dai palestinesi. E invece mercoledi scorso, tutti i media nel mondo riportavano un rapporto dell’Onu e del Fondo Monetario Internazionale secondo il quale nel 2006 i palestinesi avevano ricevuto più del doppio degli aiuti finanziari, rispetto al 2005.
Nonostante l’embargo adottato dagli USA e dall’Europa, i primi sono arrivati a dare (forse sarebbe più adatto usare il termine regalare) 468 milioni di Dollari, rispetto ai 400 del 2005, mentre la seconda si è accollata il completo mantenimento di un milione di persone equivalente ad un quarto degli abitanti di Gaza e West Bank.
Un rappresentante dell’Unione Europea a cui è stato chiesto se gli aiuti sarebbero stati maggiori nel caso in cui ci fosse stato il riconoscimento del nuovo governo, sempre guidato da Hamas, ma con qualche ministro di Fatah e altri partiti minori, si è messo a ridere affermando che probabilmente sarebbero stati invece inferiori.
Mentre questi aiuti, sempre secondo il rapporto, sono andati direttamente alla popolazione, i 100 milioni di dollari, provenienti dalle rimesse doganali, che Israele ha versato a gennaio a Mahmoud Abbas, sono stati usati anche per pagare gli stipendi degli uomini armati da Hamas, che in parte erano già stati pagati nella seconda metà del 2006 proprio dai Paesi Occidentali.
Come se non bastasse, l’Onu, soltanto nell’inizio del 2007, ha provveduto a raddoppiare i contributi dati nello stesso periodo dell’anno precedente, pari a 450 milioni di dollari. In questo modo l’Autorità Palestinese risulta essere terza al mondo in quantità di aiuti ricevuti, immediatamente dietro a Sudan e Congo e davanti ad altri 18 Paesi devastati da guerre o disastri naturali.
Tutto questo, naturalmente, senza contare il flusso di denaro e armi che arriva copioso da vari Paesi arabi e dall’Iran di Ahmadinejad che supporta non soltanto Hezbollah, ma anche Hamas. A questo punto verrebbe da chiedersi a cosa serve tutto questo denaro, considerando che la soglia di povertà nei territori dell’AP è aumentata, contrariamente a quanto sarebbe dovuto ovviamente accadere.
In effetti questi finanziamenti gratuiti sono una droga che indebolisce il sistema economico palestinese, già sfibrato e che continua irrimediabilmente ad affondare, contribuendo ad aumentare la mentalità assistenziale che s'aggrappa agli aiuti internazionali come risorsa di ordinaria sopravvivenza.
Verrebbe anche da chiedersi a cosa è servita la richiesta che i Radicali avanzarono al Parlamento Europeo negli anni bui della seconda intifada di render conto dei soldi elargiti all’allora vivo Arafat e soprattutto a cosa serve dichiarare un boicottaggio che in realtà non è mai stato seriamente applicato.
Tanto più oggi che mentre alcuni politici mostrano di voler appoggiare pienamente il governo di Hamas e quello siriano, la comunità internazionale ha votato per l’inasprimento delle sanzioni verso la teocrazia iraniana.
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