Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Un convegno sul futuro del Medio Oriente e sul diritto all'esistenza di Israele "Fermare il pericolo con la forza della parola"
Testata: Corriere della Sera Data: 25 marzo 2007 Pagina: 35 Autore: Stefano Bucci Titolo: «Per Israele, parole da gettare in faccia ai tiranni»
Dal CORRIERE della SERA del 25 marzo 2007:
Le parole sono pietre: ma a quanto pare, nonostante l'antico monito di Carlo Levi (era il 1955), in tanti («soprattutto tra gli intellettuali») sembrano essersi ormai dimenticati del loro «peso», della loro «responsabilità», dell'immenso «potere degenerativo e distruttivo» che possono nascondere. E così, sempre più spesso, «ci ritroviamo a dover fare i conti con parole scellerate, deviate, portatrici di morti». Oppure, in alternativa, «preferiamo scegliere parole che non si schierano, che non stanno da una parte o dall'altra, parole piene di "distinguo", che non servono ad altro che a mascherare le menzogne». È partita da questa constatazione l'idea di dar vita oggi al Teatro Dal Verme di Milano all'incontro «Fermare il pericolo con la forza della parola» (per informazioni, tel 02 45487990 / 599944215). L'appuntamento, curato da Andrée Ruth Shammah, nasce dalla collaborazione tra Amici del Museo d'arte di Tel Aviv, Associazione Pier Lombardo, «Corriere della Sera», «la Repubblica» e vede tra i suoi promotori Emmanuelle de Villepin, Renato Mannheimer, Piergaetano Marchetti, Alberto Saravalle, Sergio Scalpelli, Anna Sikos. Il programma si apre con la proiezione (alle 14,30) del film di Vai e vivrai di Radu Mihaileanu (il regista di Train de vie). A seguire una serie di incontri e dibattiti destinati a chiarire «una volta per tutte» il ruolo delle parole intese come «necessario strumento di pace». Con interventi (tra gli altri) di Haim Baharier, Pierluigi Battista, Ferruccio de Bortoli, Gianfranco De Bosio, Piero Fassino, Piergaetano Marchetti, Renato Mannheimer, Fiamma Nirenstein, Silvio Orlando, Piero Ostellino, Vittorio Sgarbi. Le intenzioni dell'incontro si condensano nell'invito a tutti i partecipanti a firmare una «Lettera aperta» che ha come primo destinatario il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «nel giorno della memoria — spiega Andrée Ruth Shammah — le sue parole sono andate ben oltre la semplice commemorazione del passato, esortandoci a essere capaci di vedere ciò che sta succedendo». Oggi, conclude la lettera, siamo davanti ad un bivio: «dobbiamo scegliere se tollerare parole scellerate portatrici di morte, come quelle del presidente iraniano Ahmadinejad ,confidando che siano solo parole oppure ribellarci e far sentire la nostra voce prima che sia troppo tardi». Perché «Israele non può farcela da solo» ed attende «che le altre identità legittimino i suoi sforzi di pace, la sua difesa della pluralità, la sua condanna ai linguaggi forieri di morte». Dice ancora Andrée Ruth Shammah: «Non si può più continuare a spendere parole inutili e piatte che possono spingere i giovani a pensare, ad esempio, che l'Olocausto sia una cosa finita, soltanto una brutta favola che ha avuto un inizio ed una fine». Non è così, purtroppo. Basta guardarsi attorno. Per questo bisogna recuperare la forza di quelle parole che furono di Pasolini o di Testori, senza paura di contraddirci o di schierarci: «meglio parole forti capaci di creare un muro piuttosto che parole "di gomma". Solo in un muro, infatti, si può aprire una porta». La porta del dialogo.
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