Ha una faccia familiare, Rudy Giuliani, quella di un uomo che conosciamo bene, sin dall’11 settembre 2001, quando l’attenzione di tutto il mondo era puntata sulle due torri fumanti del World Trade Center di New York .Non ha bisogno di presentazioni, il suo nome parla da se’ e, quando e’ arrivato a Dallas, negli Headquartes repubblicani, in Victory Plaza, uno scroscio di applausi gli ha dato il benvenuto.E’ il simbolo di New York, di una citta’colpita dal terrorismo, una citta’ che non dimentica i suoi 3000 morti e l’eroismo dei suoi uomini, pompieri e forze dell’ordine in testa, e il coraggio dei suoi cittadini!
Quel terribile giorno, l’11 settembre 2001, era mattina e noi ascoltavamo Public National Radio, quando improvvisamente, lo speaker, con voce pacata e senza tradire alcuna emozione, invito’ gli ascoltatori’ ad accendere i televisori, perche’ qualcosa di altamente drammatico stava avvenendo a N.Y. Tutti attoniti, trattenendo il fiato,in diretta, vedevamo passare, una dopo l’altra, davanti ai nostri occhi, le immagini sconvolgenti di chi si buttava giu’ dal centesimo piano per sfuggire al rogo delle fiamme, scegliendo una morte piu’ rapida, mentre in un’ altra parte del mondo, nei cosiddetti territori palestinesi, una folla giubilante di ragazzini ed adulti, stavano zompando dalla gioia, esultanti, applaudendo fino all’inverosimile al disastro e alla tragedia americana.
Rudy Giuliani, con uno spirito fiero ed indomabile che dentro gli ruggiva, e’ rimasto calmo ed infaticabile al suo posto, al timone di comando della sua citta’ per molte ore consecutive dopo il crollo e la polverizzazione delle due torri, coordinando un piano di evacuazione che gli ha permesso di condurre in salvo 25.000 persone fuori dall’inferno dell’impensabile. Eppure era malato di cancro e gli Americani non hanno dimenticato il loro Rudy di quei giorni che ha mostrato una cosi’ grande capacita’ di leadership, suscitando ammirazione, come la suscitarono, quei trecento intrepidi pompieri newyorkesi che, come erano riusciti a trarre in salvo persone dalla quella bolgia infernale, subito dopo, con un andirivieni incessante, vi ritornavano, aprendosi un varco tra le fiamme, che si richiudevano dietro di loro, intrappolandoli, senza permettere loro una via d’uscita. Morirono in trecento, da valorosi. New York citta’ colpita al cuore, ha risposto” with such bravery “che abbiamo esclamato che questa e’ una terra generosa di coraggiosi.che hanno risposto con slancio, con grande sprezzo del pericolo e assoluta dedizione .Erano, con il sindaco,molti di origine italiana.
Rudolph Giuliani e’ anche un uomo che sa battersi, che personifica piu’ di ogni altro la sfida al terrore.
Come una roccia e’inflessibile con i malvagi ed e’ clemente con i piu’ deboli, ma soprattutto e’ incorruttibile. E’ l’Uomo di cui l’ America ha bisogno!
E’ colui che rifiuto’ sdegnosamente e straccio’ un lauto assegno di 10 milioni di petroldollari offertogli da un principe saudita, purche’ si desse la responsabilita’dell’attacco terroristico agli Ebrei; milioni di petroldollari che invece continuano ad affluire a iosa nelle tasche di Jimmy Carter e alla sua fondazione.
Giuliani e’ colui che, senza mezze parole, ha messo alla porta Arafat, fuori dal Lincoln center di New York, il 28 ottobre del 1995 un centro artistico e culturale che ospitava un incontro di dignitari e diplomatici per i 50 anni delle Nazioni Unite.
E’ anche un uomo semplice che incontra il suo elettorato all’ insegna del rigore e dell’austerita’, solo hot-dogs e cokes, niente cibi raffinati e fiori; Hillary Clinton, la spendacciona, a Las Vegas ha speso una fortuna in fiori, 6 milioni di dollari e altri 26 milioni in banchetti, per celebrare la vittoria democratica al Congresso, dimenticando che siamo un paese in guerra, quando generosamente avrebbe dovuto devolvere quei soldi ai soldati che combattono in Iraq o alle vittime dell’uragano Katrina .Un dissennato spreco di soldi.Giudichino gli elettori!
Giuliani e’, invece, un uomo che si giudica dai fatti. Sulle orme di Fiorello La Guardia un altro grande sindaco di New York ha debellato la grande criminalita’come la “ Pizza Connection” e la piccola criminalita’.Persino i graffiti e le urine che deturpavano i muri e le strade della citta’ sono scomparsi.
E’ inevitabile un confronto con la citta’ di Roma e con il sindacoVeltroni, che ancora non ha messo a punto un piano risolutore per punire e prevenire per sempre la sconcezza delle ricorrenti svastiche che non sono innocui graffiti, ma costituiscono invece una continua e permanente minaccia alla sicurezza degli Ebrei, per non parlare della rituale ricorrente profanazione delle tombe ebraiche nel Cimitero di Roma!. Lui, Veltroni, che sa dimostrare contrizione solo dopo che il fatto si e’ consumato, ignora che con l’essere debole con i malvagi, si diventa malvagio con i buoni! Come giustamente ha fatto rilevare il Rabbino Capo di Roma, Riccardo di Segni.
Giuliani ci piace anche per questo, e’ un giusto! A New York ha trasformato gli uffici pubblici di assistenza sociale, welfare, in uffici di collocamento del lavoro, restituendo con il lavoro, la dignita’ di vita e il diritto alla felicita’ ad oltre un milione di socialmente assistiti.(Le cifre parlano chiaro su 8 milioni e 200 mila abitanti, uno su sette era sul welfare).
Ha fatto, inoltre solide letture che lo hanno formato e lo hanno ispirano nella sua pratica di governo e di legislatore della citta’ di NewYork che vanno da “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria alle “Memorie di Winston Churchill”che lui cita in continuazione nel suo discorso.
Ebbene, quest’uomo da tutti i lati non fa una grinza, ma soprattutto e’ grande perche’ ha fatto della lotta al terrorismo, il suo cavallo di battaglia. Siamo tutti con Rudolph Giuliani.!
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