La Telecom, il Mossad e le vanterie di una spia improbabile scandalismo su Israele
Testata: La Repubblica Data: 24 marzo 2007 Pagina: 14 Autore: Walter Galbiati Titolo: «"Quei viaggi in Israele per i contatti col Mossad"»
Se in una storia oscura come quella della rete spionistica Telcom viene tirata in ballo Israele, per altro senza riscontri ( si vedano in particolare le informazioni sulla Coverse Technologies, esclusivamente basate sulle dichirazioni di Ghioni) e sulla base di racconti poco credibili (si vedano in particolare quelli relativi a Guglielmo Sasinini, la presunta spia del Mossad che se ne vantava pubblicamente : è ovvio che o il racconto di Ghioni o quello del giornalista di Famiglia Cristiana, o entrambi, sono molto poco affidabili) c'è da aspettarsi che REPUBBLICA ne ricavi il titolo della cronaca dedicata alla vicenda . Così fa il 24 marzo: "Quei viaggi in Israele per i contatti col Mossad" .
Di seguito, l'articolo di Walter Galbiati, che come si può constatare riguarda anche altro, oltre ai presunti coinvolgimenti israeliani:
MILANO - «I rapporti con il Mossad, le spese folli di Afef e la pianificazione di un assalto informatico alla Ferrero». È un fiume in piena, Fabio Ghioni, il responsabile della Sicurezza Telecom, mentre nell´interrogatorio del 13 marzo 2007 cerca di chiarire la propria posizione. L´esperto informatico, capo del Tiger Team, ricostruisce le vicende in cui è implicato, ma su di lui gli inquirenti non sembrano ancora aver sciolto i dubbi. Nell´ultima ordinanza viene definito attendibile per alcune circostanze e inattendibile per altre. Una posizione che potrebbe essere chiarita il prossimo 30 marzo, quando è in programma una nuova udienza davanti al Tribunale del Riesame. Qui il legale di Ghioni, Pilerio Plastina, spiegherà ai giudici e ai pm, le ragioni per cui chiede la scarcerazione del suo assistito. Sasinini e il Mossad Secondo la ricostruzione di Ghioni, Guglielmo Sasinini, ex giornalista di Famiglia Cristiana e consulente Telecom, nelle riunioni tra gli uomini della Sicurezza si vantava spesso di avere rapporti non solo con l´Ucigos e il Servizio segreto militare italiano, ma anche con gli 007 israeliani, il Mossad. «Riferiva di aver contatti diretti con il Sismi e anche con i servizi segreti israeliani, di cui parlava come se fossero i suoi capi occulti. Sasinini riferiva di essere stato un consulente per l´antiterrorismo per un ministro dell´Interno nel corso degli Anni 90». Ghioni invece non conosce quali siano i rapporti tra Telecom Italia e i servizi israeliani, ma ricorda alcuni viaggi compiuti da Sasinini e Giuliano Tavaroli in Israele, dove del resto il gruppo italiano opera attraverso la controllata Mediterranean Nautilus. E ricorda un´azienda, la Converse Technologies, che cercava di accreditarsi presso la Telecom per la fornitura di materiali per le intercettazioni. «Svolsi una ricerca su tale azienda e scoprii che era stata creata dal Mossad». Il black out La Converse Technologies torna in scena anche in un altro episodio raccontato da Ghioni, la discussa uccisione di un giovane brasiliano da parte della polizia londinese, subito dopo gli attentati dell´11 luglio. «Scoprii anche che (la Converse Technologies ndr) era stata coinvolta in alcuni scandali negli Stati Uniti che riguardavano le intercettazioni e che dopo queste vicende si è ripresentata sul mercato con il nome Verint. In tale veste aveva fornito le telecamere all´azienda che gestisce la sorveglianza della rete delle metropolitane a Londra. Rammento che in occasione della morte di un cittadino brasiliano ucciso dalla polizia di Londra perché ritenuto un terrorista, le videocamere fornite da quell´azienda hanno fatto registrare un black out per asserita manutenzione proprio nei minuti in cui il brasiliano veniva soppresso».
E'opportuno ricordare che la tragica morte di Jean Charles De Menezes è stata raccontata da numerosi testimoni oculari e che Scotland Yard ha ammesso il suo errrore. A che scopo si sarebbe dovuto compiere l' occultamento suggerito dalle parole di Ghioni ?
Afef «la spendacciona» La moglie di Marco Tronchetti Provera era considerata all´interno della sicurezza aziendale un «punto debole», tanto da imbastire intorno a lei non solo una rete di protezione attraverso attività di controspionaggio, ma anche di sorveglianza per capire i suoi comportamenti. «Io posso solo dire che nel corso delle riunioni - afferma Ghioni - si constatava che la signora utilizzava le finanze societarie in maniera disinvolta». I grattacapi, però, arrivano anche dal fratello, Slaeddine Jnifen, sospettato di legami con la famiglia Gheddafi, rapporti con trafficanti di armi e di essere al centro di strani affari finanziari. Ghioni, però, mostra di non essere informato. «Non so nulla di coinvolgimenti a livello finanziario in Telecom Italia Sparkle del fratello della signora Afef». Il bombardamento Gli attacchi informatici del Tiger Team non si limitano all´incursione contro la Rcs, la società che pubblica il Corriere della Sera. Ghioni ne ricostruisce altri. «Su richiesta della signora Afef vennero effettuati attacchi telematici per mandare fuori linea i servizi di Svanityfair o del Barbiere della Sera, entrambi siti di gossip. Non ricordo bene quale dei due siti, ma uno dei due venne sottoposto a "bombardamenti di traffico" in maniera tale da non essere più disponibile ad altri ingressi. Assalto alla Ferrero Ghioni riferisce anche di una richiesta di attacco alla Ferrero da parte dei vertici della Security. «Posso riferire che Tavaroli era interessato ad entrare nella rete della Ferrero e in effetti mi rivolse una espressa richiesta in tal senso, richiesta da me non accolta». La «segreteria evoluta» Tavaroli voleva fare di Value Partners il fornitore unico della sicurezza Telecom. E tentava di accreditare il gruppo di Giorgio Rossi Cairo anche presso la Rcs e la Brembo. «Posso ricondurre - dice Ghioni - il ruolo svolto dalla Value Partners a quello di una segreteria evoluta all´interno della Security Telecom». Un ruolo, secondo Ghioni, venuto meno con l´uscita di Tavaroli e smentito dalla stessa Value Partners.