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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.03.2007 Rutelli si scusa con Israele
per l'apertura di Bobo Craxi ad Hamas

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 marzo 2007
Pagina: 1
Autore: Francesco Verdarami
Titolo: «E Rutelli telefonò agli israeliani per scusarsi di Bobo»
Dal CORRIERE della SERA del 24 marzo 2007

Di Arturo Parisi condivide l'analisi e il disagio, perciò Francesco Rutelli è «preoccupato» per l'immagine dell'Italia, che rischia di «apparire isolata nel contesto internazionale». E se ha scelto la strada del «silenzio responsabile» è perché «non si può usare la politica estera per fini di politica interna».
Certo, la sequenza degli eventi ha colpito il vicepremier. A partire dalla gestione del caso Mastrogiacomo. Rutelli non ha dubbi sul fatto che il governo dovesse battere ogni strada per liberare il reporter di Repubblica sequestrato in Afghanistan dai «terroristi», «ma non si può offrire l'immagine dello Stato che delega le proprie funzioni a Gino Strada, ci sono forme che vanno rispettate». Mentre l'atteggiamento del fondatore di Emergency ha gettato «un'ombra di discredito» sui servizi, che invece «si sono prodigati per la riuscita dell'operazione e sarebbero potuti anche intervenire». Rutelli lo sa perché il ministro della Difesa gli ha raccontato i risvolti della storia, sa che è stato «D'Alema a prendere la decisione» di affidarsi a Strada «con il placet » di Romano Prodi. «Forse Parisi avrebbe potuto porre il problema», ma non è questo il punto. Semmai sono altri aspetti legati alla vicenda che lo hanno «sorpreso», come l'«improponibile idea» lanciata dal leader dei Ds Piero Fassino di allargare ai talebani il tavolo della Conferenza di pace sull'Afghanistan. Una proposta che «ovviamente non poteva trovar credito tra gli alleati».
La cosa però che lo ha reso «furibondo» — come rivela chi ha avuto modo di parlargli — è stata «l'incredibile iniziativa» del sottosegretario agli Esteri Bobo Craxi di contattare il premier palestinese Ismail Haniyeh. Chissà se, per scusarsi, Rutelli ha chiamato l'ambasciatore israeliano in Italia, con il quale era stato a cena solo una settimana fa. Di sicuro il capo della Margherita considera «gravissimo» l'episodio «che ha rotto la solidarietà internazionale»: «È incredibile che un membro del governo rompa l'embargo con il leader politico di un'organizzazione considerata terroristica e che continua a non riconoscere Israele». Come se non bastasse, l'episodio è stato reso pubblico proprio nei giorni in cui la tensione con gli Stati Uniti era alle stelle: «Possibile non si capisca che con tutti questi atteggiamenti ci posizioniamo fuori dal baricentro tradizionale della politica estera italiana? Che compromettiamo i rapporti di solidarietà atlantica? Che ci sganciamo dalla linea dei Paesi guida dell'Unione europea?». E a queste domande, Rutelli ne aggiunge un'altra a cui cerca ancora risposta: «Chi ha autorizzato Craxi a chiamare Haniyeh?». Se così stanno le cose, se questa è la «sequenza di errori» compiuta sul palcoscenico internazionale, per Rutelli non ha senso scaricare la crisi dei rapporti con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania gridando a un fantomatico complotto, come ha sentito dire a palazzo Chigi. «Ma quale complotto!», si è infuriato dopo aver parlato con l'ambasciatore americano in Italia. «Noi oggi sediamo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, guidiamo importanti missioni di pace, abbiamo insomma un ruolo nella comunità euro- atlantica che ci è riconosciuto. Allora mettiamolo a frutto, invece di stracciarci le vesti». Tanto, il decreto sulle missioni militari al Senato passerà, «me l'ha garantito Pier Ferdinando Casini». Perciò nel governo smettano i panni del vittimismo, alleati e amici di partito «si diano una regolata». Altrimenti il «silenzio responsabile» di Rutelli finirà. È facile capire quali sarebbero le conseguenze.

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