Cara Informazionecorretta, come sempre grazie per la puntualità dell’intervento, che rende possibile la discussione e favorisce il confronto. Ieri, recensendo a sua volta una mia recensione sull’Unità, I.C. mi attribuiva – colpa mia, evidentemente, la mancata chiarezza – una serie di affermazioni che non corrispondono a ciò che intendevo scrivere e, in seconda battuta (visto che non si trattava di un editoriale), a ciò che penso. Nel merito: penso anch’io che il terrorismo islamico abbia una forte componente aggressiva. Che però, certamente, viene amplificata dalla dimensione reattiva nei confronti dell’Occidente in generale. Ciò che però io scrivevo non era una mia considerazione: riportavo semplicemente i termini della questione all’interno del mondo islamico, così come li descrive l’autrice. L’Islam italiano si divide tra chi considera terrorismo ogni aggressione contro civili, e chi invece pensa che quelli in Israele non siano attacchi terroristici ma resistenza. In questo sta l’”ambiguità” di cui parlavo, che, appunto, riguarda Israele, e che va peraltro duramente combattuta e superata in seno all’Islam come anche in quelle frange politiche – soprattutto nell’estrema sinistra – che non si esprimono con chiarezza a tal proposito. E, per inciso, il titolo che è stato dato al pezzo (e che non sceglie il giornalista), non piace neanche a me. Quanto alla citazione incriminata su Gerusalemme (“Gerusalemme è diventata l’icona dell’Islam sottomesso”, Y. Tawfik), non mi pare che questo debba indicare alcuna colpa di Israele: anche qui il punto è la percezione che di Gerusalemme si ha nel mondo arabo-musulmano. Spero di aver chiarito ciò che ho scritto. Penso però che sia sempre importante provare a comprendere (non giustificare) le posizioni dell’altro, anche le più distanti dalle nostre, per renderci conto del mondo in cui siamo. Che, certamente, non è il migliore di quelli possibili. Grazie ancora e alla prossima newsletter Tobia Zevi Non possiamo che rallegrarci delle precisazioni di Tobia Zevi su un articolo che, effettivamente, ci è sembrato poco chiaro. Forse questa scarsa chiarezza è derivata dal tentativo di presentare in modo neutrale le posizioni di chi giustifica il terrorismo contro Israele in quanto reazione a una presunta "aggressione". Continuiamo a pensare che sarebbe stato meglio poter leggere in proposito, anche sull' UNITA' il giudizio privo di ambiguità che Tobia Zevi esprime nellal ettera che ci ha inviato .