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Giorgio Israel
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Andatevene e liberateci dalla vostra presenza 22/03/2007

“Siete stati seduti qui per troppo tempo per quel poco di bene che avete fatto. Andatevene e liberateci dalla vostra presenza. In nome di Dio, andatevene”.  Queste parole, con cui Oliver Cromwell sciolse il parlamento inglese nel 1653 si addicono perfettamente a questo sciagurato governo che è stato seduto qui pochissimo tempo e ha fatto molto più male che bene, conducendo il paese nella condizione più umiliante in cui mai si sia trovato dal dopoguerra ad oggi. Qui non è questione di assumere una posizione politica. In piena neutralità di scelte per questo o quello schieramento, va detto che nulla di peggio di così può accadere se ci liberiamo di questa indegna corte dei miracoli.

 

Come ha scritto Giuliano Ferrara sul Foglio hanno ridotto il paese a un Grand Hotel & d’Italie, che potrebbe benissimo essere gestito da un barista (con tutto il rispetto per i baristi). Il nostro ministro degli Esteri ha fatto una figura penosa andando al Consiglio di Sicurezza dell’ONU a tenere un discorso presentato come epocale, con la scia attorno di una serie di eventi a dir poco squalificanti: la liberazione di Daniele Mastrogiacomo a un prezzo esorbitante; la sceneggiata disgustosa di costui in turbante e djellabah che definisce una “Guantanamo” la prigione in cui l’hanno tenuto in catene, mentre gli decapitavano davanti un essere umano; il nauseante coro di chi, in patria, anche in alto loco, ha cantato e ballato per la liberazione senza dire una parola degli orrori e dei lati oscuri che l’hanno accompagnata; il segretario del maggior partito di governo che parla di una conferenza di pace aperta ai tagliatori di teste, con qualche sciagurato che commenta che questa è stata una mossa decisiva e intelligente per liberare il giornalista; un esponente della maggioranza che dichiara che i talebani hanno dato una lezione di politica e di savoir faire; un ineffabile presidente della Camera che avanza il grottesco concetto di “diplomazia dei movimenti”; un sottosegretario che giustifica il taglio della testa, perché – signora mia – quando si comincia una guerra si sa come si comincia e non si sa come si finisce; un altro sottosegretario che si affretta a telefonare al capo del governo palestinese dominato da Hamas per assicurargli ogni amorevole cura; un terzo sottosegretario agli esteri che proclama che il nuovo governo palestinese è una straordinaria opportunità; e chi più ne ha più ne metta, il tutto condito da un vocìo antiamericano generalizzato.

 

Chissà cosa si aspettava il nostro Tayllerand in sedicesimo, in queste condizioni? Quando era primo ministro usava come arma diplomatica i piatti di Vissani. Stavolta ha tentato di sedurre “bye bye Condi” al ristorante Aquarelle. Una buona cena fa sempre piacere. Dopo si passa alle cose serie ed è venuta dal Dipartimento di Stato una bastonata da lasciare secchi. Come se non bastasse, ci si sono messi anche gli inglesi, esprimendo esplicitamente il loro dissenso. Divisioni tra mondo anglosassone e vecchia e saggia Europa? Manco per niente. In Germania si è parlato di “errore enorme, che incoraggia a nuovi rapimenti” e anche l’Olanda ha proclamato: “non cederemo mai a questi ricatti”. Una vera grandinata. Una vera e propria vergogna mondiale.

 

A noi, per i temi di cui qui ci occupiamo, importa sottolineare che un governo così nefasto e irresponsabile per la sicurezza di Israele non si era mai visto in Italia. Speriamo che tutti se ne rendano conto e che esista ancora la volontà di essere una nazione civile, e non un triviale Grand Hotel & d’Italie, per mettere alla porta questa accolita di irresponsabili.

Giorgio Israel

 


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