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L’uomo del banco dei pegni Edward Lewis Wallant
Traduzione M.E. Morin
Baldini Castaldi Dalai Euro 17,00
E’ una New York desolata e triste che lascia intravedere sprazzi di luce nel placido fluire del fiume Hudson “fiancheggiato da colline verdeggianti e pieno di grandi anse sinuose”, lo scenario dove Wallant ambienta il suo romanzo “L’uomo del banco dei pegni”.
Con uno stile secco e privo di sentimentalismi lo scrittore narra le vicende di Sol Nazerman,un ebreo polacco che gestisce ad Harlem un banco di pegni.
Sopravissuto ai campi di sterminio dove ha visto morire tutta la sua famiglia, Sol è devastato dai ricordi, la sua anima è inaridita e bruciata, incapace di accogliere le espressioni di affetto e di amicizia delle poche persone che gli sono rimaste accanto.
Sol gestisce il banco dei pegni di proprietà di Murillio, capo di un giro di affari loschi, con freddezza e cinismo taglieggiando coloro che spinti dalla povertà e dalla disperazione si rivolgono a lui per ricevere quei pochi soldi ricavati dagli oggetti che lasciano a pegno.
Con lui lavora un giovane commesso portoricano Jesus Ortiz che aspira ad imparare il mestiere da Sol e che pare l’unico capace di scalfire il cuore indurito dell’ebreo.
E’ un rapporto complesso quello che si instaura fra Sol e Jesus e si dipana in una quotidianità scandita, giorno dopo giorno, dal contatto con una umanità dolente e miserabile, una moltitudine di personaggi che Wallant ritrae con straordinaria concretezza: George Smith, amante della letteratura, Marilyn Birchfield, desiderosa di offrire a Sol la sua amicizia, Mabel Wheatly, giovane prostituta che sogna una vita diversa.
La redenzione dell’ebreo giungerà al termine del romanzo quando Jesus nel corso di una rapina non esiterà a immolare la sua giovane vita facendo da scudo al suo padrone.
Il coraggio e la generosità dimostrata dal giovane commesso costringerà Sol a riaprire le porte del suo cuore straziato e finalmente riuscirà a piangere per tutti gli innocenti la cui vita è stata ghermita dalla barbarie degli uomini.
Wallant ritrae con stile vivido e con affilato sarcasmo la cultura americana mettendola a confronto con l’orrore dell’Olocausto che ha sconvolto la vecchia Europa, sullo sfondo di paesaggi che assistono impassibili alle vicende degli uomini nella storia.
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