La liberazione di Mastrogiacomo ci rende tutti felici: una vita è stata salvata. A fronte di ciò, però, un'altra vita (quella dell'autista) è stata brutalmente troncata ed un'altra ancora (quella del traduttore) è appesa ad un filo. Il modo brutale in cui l'autista è stato ucciso e lo scempio che è stato fatto del suo cadavere (decapitato), mi ha fatto venire in mente quanto il Foscolo aveva scritto nel suo Carme "dei Sepolcri". Il grande poeta faceva coincidere l'inizio della civiltà "dal dì che nozze, tribunali ed are...", includendo nei punti fondamentali di una società il rispetto per i morti.
Come facciamo noi a trattare con chi non ha questo elementare rispetto? Come facciamo a ritenerli addirittura degli "interlocutori"?.