Il giornale che per anni ha ospitato gli articoli di Igor Man ha un bel dichiararsi equidistante considerazioni su una risposta di Lucia Annunziata a un lettore
Testata: La Stampa Data: 19 marzo 2007 Pagina: 35 Autore: un lettore - Lucia Annunziata Titolo: «Israeliani e palestinesi due pesi e due misure»
Lucia Annunziata risponde a una lettera sul conflitto israelo-palestinese sostenendo che La STAMPA avrebbe sempre avuto, in merito, una linea "molto euquilibrata". In realtà, il quotidiano torinese ha sempre pubblicato articoli di semplice disinformazione, come quelli di Igor Man. Non si può sostenere che tali articoli "controbilanciassero"quelli di ottima informazione che, per esempio, vi pubblicava Fiamma Nirenstein. Le falsità e i pregiudizi non sono infatti correttivi della verità e dell'obiettività. Ne sono semplicemente la negazione. L'altra tesi della Annunziata è che "è assolutamente vero che a Israele vengono chiesti meno impegni e vengono fatti meno esami del sangue; è vero che Israele non viene mai davvero stretta alle sue responsabilità". Una frase che dovrebbe dimostrare l'"equità" del giudizio della giornalista. Ma a noi non è assolutamente chiaro che cosa significherebbe "stringere Israele alle sue responsabilità". Chiedergli di non combattere il terrorismo ? Di regalare uni Stato a chi vuole distruggerla ? D'altro canto, non è neanche chiaro come si faccia a pensare che ai palestinesi sia mai stato chiesto di assumersi le proprie responsabilità. Una movimento nazionale che ha sempre rifiutato ogni soluzione di compromesso, che ha sempre praticato il terrorismo più brutale, che si è sempre alleato con regimi totalitari e feroci dittature, per giunta sempre sconfitte (dalla Germania nazista all'Iraq di Saddam Hussein, passando per l'Urss), che non ha mai rispettato i trattati che ha firmato e gli impegni che ha preso con la comunità internazionale, e che nonostante questo continua ad essere considerato un interlocutore imprescindibile e rispettabile, non è forse l'esempio per eccellenza di una perfetta e garantita irresponsabilità politica ?
Ecco la lettera e la risposta dell'Annunziata:
Israeliani e palestinesi
due pesi e due misure I palestinesi devono riconoscere il diritto di Israele a esistere, ma al governo israeliano non viene richiesto di riconoscere il diritto dello Stato palestinese a esistere. I palestinesi devono porre fine al «terrorismo», ma al governo di Israele non viene richiesto di fermare le sue operazione militari nei territori palestinesi né di fermare la costruzione degli insediamenti né di demolire il muro dell’apartheid. I palestinesi devono impegnarsi a rispettare gli accordi, ma nessun impegno del genere è richiesto al governo israeliano, che ha disatteso quasi tutte le disposizioni degli Accordi di Oslo e disatteso tutte le risoluzioni dell’Onu. Qualunque sia l’anno cui ci si riferisce, il numero di civili palestinesi uccisi a causa dell’occupazione israeliana è almeno tre volte superiore a quello dei civili israeliani morti a seguito di attentati. Ma i corrispondenti e i commentatori occidentali, che evocano i «sanguinosi attentati suicidi», non parlano mai della «sanguinosa occupazione». Arafat era corrotto e con lui non si poteva trattare; con Abu Mazen non si è trattato, perché debole coi terroristi; con Hamas non si tratta perché terrorista; con il governo di unità nazionale non si tratta perché non riconosce Israele. Nessun governo palestinese è accreditato a trattare. Non si tratta con nessuno, perché così Israele si può tenere i Territori e farne quel che vuole. Questa la politica dei governi israeliani dalla morte di Rabin, 1995, a oggi; questa la loro «politica di pace». Con l’appoggio pieno degli Usa e l’acquiescenza dell’Europa. P.s.: io so che questa lettera non verrà pubblicata, non perché dica cose non vere, ma perché tutta la «nostra» grande stampa (e la «nostra» televisione) usano una sola misura, quella del governo israeliano e americano, e danno voce a una sola voce. Luigi Fioravanti
Non so perché lei abbia aggiunto questo Ps alla sua lettera. Davvero inutile per un quotidiano come La Stampa che sul conflitto israeliano-palestinese ha sempre avuto una linea molto equilibrata. Al punto che, come forse ricorderà, in questo spazio riceviamo spesso critiche sia per essere a favore di Israele, sia per essere a favore dei palestinesi. Nel merito e con chiarezza: è assolutamente vero che a Israele vengono chiesti meno impegni e vengono fatti meno esami del sangue; è vero che Israele non viene mai davvero stretta alle sue responsabilità. Ai palestinesi, tuttavia, va chiesto un assoluto distacco da ogni vicinanza o uso del terrorismo: ne va del nostro mondo, oltre che di Israele
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Stampa