Un'interessante analisi di Guido Olimpio sul CORRIERE della SERA di oggi, 18/03/2007, a pag.14, sull'arruolamento dei terroristi suicidi.
MILANO — Li definiscono i Romeo della Jihad. Conoscono una ragazza, la fanno innamorare, la spingono verso il qaedismo, la convincono a partire per una missione sacrificale. Amore vero o finto che si mescola a convinzioni politiche. Passione per nascondere un complotto. A volte ci riescono e Giulietta si trasforma in una donna-bomba. In altre si limita ad un ruolo di complice. Questo è quanto emerge da indagini in Europa e in Medio Oriente sui network jihadisti.
La tattica è una variante di quello che avevano architettato in passato terroristi mediorientali. Una coppia di palestinesi aveva flirtato con due turiste americane a Roma solo per consegnare un mangiadischi pieno d'esplosivo da far denotare su un jet. È una fidanzata vera Anne Marie Murphy, bionda irlandese che si invaghisce a Londra di Nizar Hindawi. La mattina del 17 aprile 1986 il giordano la accompagna all'aeroporto di Heatrow dove l'attende un jumbo El Al diretto a Tel Aviv. Nizar porge alla fidanzata una valigia. Dentro c'è l'abito da sposa, lei è convinta che il suo ragazzo la seguirà qualche giorno dopo per il matrimonio. Annie è all'oscuro di un particolare agghiacciante: nel bagaglio è nascosta una bomba programma per deflagrare ad alta quota. Per fortuna i servizi di sicurezza sono in allerta e la ragazza viene fermata prima dell'imbarco. Hindawi finisce in prigione.
Da allora, Romeo è cambiato. Non inganna, ma convince. Usa parole dolci nei confronti dell'amica, seguite da espressioni d'odio verso l'ambiente circostante. Fa leva su insicurezza e voglia di riscatto. Lo rivela la galleria del terrore. Muriel Degauque, 38 anni, è irrequieta. Famiglia cristiana, tensione tra le mura di casa, lavora saltuariamente nella panetteria del padre a Charleroi, in Belgio. La sua vita cambia quando conosce Issam Goris, papà belga e mamma marocchina. Il giovane fa parte della rete Al Zarkawi e arruola l'amica che si converte all'Islam radicale. Partono insieme per l'Iraq. Muriel muore da kamikaze il 9 novembre 2005 a Baquba, Issa è invece ucciso dai soldati americani. Non si spinge a tanto Malika El Aroud, però segue la via indicata dal marito, Dahamane El Sattar, uno degli attentatori suicidi che eliminano il 9 settembre 2001 il famoso comandante Massud. Dopo questo evento traumatico, Malika dedica al compagno un libro - «Soldati della luce» - poi cura un sito che dalla Svizzera diffonde propaganda islamista.
E' in Nord Europa che i reclutatori pescano con facilità tra le donne. L'olandese Abida, 26 anni, scopre l'integralismo con l'aiuto della mamma convertita e l'amore di Samir Azzouz, capo della cellula marocchina coinvolta nell'omicidio di Teo van Gogh. Giorno dopo giorno scivola in un mondo di tenebra. È sempre la tranquilla Olanda a far da quinta alla relazione tra il neoqaedista Noureddine Fatmi e una ragazzina appena sedicenne. Un rapporto così intenso che la coppia si sposa, a celebrare un complice nei panni improvvisati di imam. Cosa fanno la prima notte di nozze? Guardano i video degli attentatori suicidi. Il rapporto però si dissolve e Fatmi trova una nuova fiamma. Meglio, una nuova recluta. Soumaya, 22 anni. Si addestrano insieme all'uso delle armi, fanno proselitismo. E quando sono in fuga trovano ospitalità in casa di una ex poliziotta convertitasi al radicalismo. Per Bouchra El Hor l'impegno politico non significava assolutamente nulla. Figuriamoci la guerra santa. Poco più che ventenne, viveva come migliaia di sue coetanee inglesi. Musica, uscite, divertimenti «laici». La sua esistenza compie una brusca curva quando incrocia i passi di Yassin Nassari. Abbandona i jeans, indossa il burqa. Basta cose futili. Bouchra entra nella cellula che, secondo le autorità inglesi, ha intenzione di compiere attentati spettacolari contro il trasporto aereo. Sembra — ma i particolari sono controversi — che la ragazza dovesse portare la bomba a bordo nascondendola nella borsa del figlio di pochi mesi. Zenab Pisheh, irano-canadese, è una terrorista per caso. Siamo nel 2004, la ragazza ha appena finito il college nel Quebec. Cerca marito e non trova di meglio che farlo su Internet. In una chat si imbatte in un algerino che si presenta come Anthony Garcia, nasce una storia. Il nordafricano le parla di matrimonio ma intanto le chiede aiuto per trasferire denaro. È così che finisce coinvolta in un piano per attaccare obiettivi a Londra.
Anthony le spiegherà che hanno scelto lei perché le «sorelle non sono arrestate, mentre i fratelli sì». In altre parole suscitano meno sospetti. Le arruolano anche per questo. E sfruttano il disagio di ragazze in crisi di identità, di donne che riscoprono radici politiche e culturali, di giovani che influenzate da amicizie o famiglia vogliono imitare le pasionarie cecene e palestinesi, di amanti pronte a seguire il loro finché la morte non li separi.
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