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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Amos Oz Non dire notte 13/03/2007

Non dire notte Amos Oz

Traduzione Elena Loewenthal

Feltrinelli Euro 15,00

 Un deserto accecante di luci e colori, colline desolate all’orizzonte, il mormorio dei grilli nel uadi che "punteggiano il silenzio", un’afa che toglie il respiro e solo alla sera allenta la morsa, raffiche di vento che sferzano la vegetazione in cima alle alture e la sabbia "aguzza che s’infiltra fino alla pelle", è la geografia esotica che fa da sfondo all’ultimo bellissimo romanzo di Amos Oz "Non dire notte".

A Tel Kedar, una cittadina israeliana di novemila abitanti nel deserto del Negev, vivono i protagonisti di questo intenso e delicato romanzo: Theo, un uomo solido di sessant’anni che ha trascorso la sua vita lavorando come urbanista nella sua giovane patria, Israele, poi con intelligenza e coraggio ha continuato a fare progetti in Sud America dopo che per ragioni politiche era stato allontanato dal suo incarico.

La conoscenza di donne occasionali, l’incontro con la natura, l’empatia dinanzi alle debolezze umane predispongono il suo animo sensibile all’incontro con Noa, una giovane professoressa israeliana, molto più giovane, che lavora all’Ambasciata israeliana a Caracas e nei confronti della quale avverte sin dall’inizio un insopprimibile desiderio di protezione.

Tornano insieme in Israele e si trasferiscono a Tel Kedar dove Theo apre uno studio di progettazioni e Noa insegna letteratura nel liceo della città.

Per carattere Noa è sempre alla ricerca di nuovi traguardi e l’occasione per dedicarsi totalmente ad un obiettivo impegnativo giunge con la morte (per overdose o per suicidio) di Immanuel Orvieto, uno studente che abita con la zia paterna.

Il padre Abraham che vive e lavora in Nigeria torna a Tel Kedar chiedendo a Noa (la professoressa più amata dal figlio) di presiedere il Comitato del Centro che intende dedicare al figlio e nel quale possono trovare una via di redenzione i giovani tossicodipendenti.

Se Avraham finanzierà l’impresa, Noa dovrà dedicarsi a questo progetto con determinazione e coraggio: le difficoltà burocratiche appaiono insormontabili e i cittadini di Tel Kedar non vogliono drogati sotto casa con tutti i problemi che ne derivano.

Questa ennesima sfida metterà a dura prova il rapporto con Theo, compagno fedele e premuroso, testardo e paziente ma che ora, capisce, di doversi fare piccolo, rincantucciarsi per non apparire invadente e per non intralciare con la sua saggezza l’irrequieta Noa.

All’interno del romanzo, storia nella storia, si dipanano racconti straordinari come quello struggente dello scimpanzé adottato dalla famiglia dello studente quando viveva in Africa e poi dolorosamente abbandonato perché divenuto troppo "umano", oppure l’incontro di Noa con lo studente irlandese e la sua altruistica dedizione quando si accorge che il giovane è malato.

Con un linguaggio carico di suggestioni letterarie, con una prosa asciutta ma capace di sondare con straordinaria concretezza tutti i personaggi (anche quelli secondari), Amos Oz,impareggiabile architetto di luoghi e sentimenti, conduce il lettore ad una lunga meditazione sull’amore, sulla Storia e sulla capacità degli uomini di dedicarsi agli altri e di trasformarsi in scintille di speranza che accendono il buio della notte.

Giorgia Greco


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