Da LIBERO di oggi, 10 marzo 2007, a pag.33, pubblichiamo l'articolo di Angelo Pezzana sul libro " Israele siamo noi " di Fiamma Nirenstein.
Se noi occidentali siamo in piena crisi di identità, se non sappiamo capire le radici nazi-fasciste del fondamentalismo islamico, se di fronte alla minaccia globale del terrorismo non ci viene altro in mente che imbandire il tavolo della pace, rivolgiamo un pensiero grato a Fiamma Nirenstein, che con il suo libro appena uscito “ Israele siamo noi “ (Rizzoli ed. 17,50 euro) ci insegna come tirarci fuori dalle sabbie mobili dentro le quali, totalemte inconsci, stiamo affondando. Da Israele, il paese nel quale vive ormai da molti anni, lancia al mondo occidentale segnali inequivocabili. Ci dice di aprire gli occhi prima che sia troppo tardi, ci chiede di capire che quanto sta accadendo agli ebrei in Israele sarà destino comune in Europa se non avremo il coraggio di dare una svolta alla politica suicida che ha segnato troppo a lungo la storia di questo dopoguerra. In mezzo a tutti gli “ ismi “ criminali che hanno marchiato a sangue il secolo passato, solo uno ha lasciato una eredità di valori democratici, il sionismo, il movimento risorgimentale che ha portato alla rinascita dello Stato ebraico. Che però ci viene presentato dalla disinformazione dilagante come un insieme di errori e di illegittimità, con lo scopo dichiarato, persino spudoratamente, di arrivare alla cancellazione di Israele dalle carte geografiche. Un’Europa addormentata, che invece di combattere il terrorismo, che ne vuole distruggere storia e civiltà, gli liscia il pelo, convinta di essere poi risparmiata, in preda ad uno pseudo pacifismo che le impedisce di vedere e reagire. E’ un libro, quello di Fiamma Niresntein, che non concede nulla all’ipocrisa dilagante. La racconta giusta alle sinistre, ricordandone il percorso, ha parole di fuoco anche per quegli ebrei che, attratti come falene dal lampione dell’antisemitismo, si sentono colpevoli se non attaccano Israele, nella convinzione di essere così accettati. Dopo aver letto d’un fiato “ Israele siamo noi “ , abbiamo posto all’autrice alcune domande.
D. Alla vigilia della 2° guerra mondiale erano in pochi a vedere con chiarezza la tempesta che stava per scatenarsi sull’Europa. Umberto Terracini fu uno tra quei pochi. Prigioniero nelle carceri fasciste, fu espulso dal suo partito, il PCI,per essersi pronunciato contro il patto russo-tedesco, che, in teoria, avrebbe dovuto garantire la pace. Non vedi una continuità con la politica della sinistra, sia comunista che post, nei confronti del terrorismo ?
R. Fino ad oggi la sinistra ha considerato il terrorismo un fenomeno minore, l’ha messo in ridicolo, invece di considerarlo il segnale di una grande guerra distruttiva e di conquista. In questa diminuzione del ruolo del terrorismo c’è la stessa speranza di appeasement che si rivelò fallimentare allora.
D. L’opzione “ terra in cambio di pace “ ha fallito. Cosa deve fare Israele per separarsi dai palestinesi ?
R. Deve cercare di suscitare nel mondo la consapevolezza che finchè c’è l’Iran in campo, finchè Hamas è sostenuta con denaro, armi e tanta violenza ideologica, non c’è via d’uscita, i palestinesi non riconosceranno mai Israele.
D. Come giudichi il basso profilo che contraddistingue il comportamento di una parte degli ebrei della Diaspora ?
R. Piuttosto incosciente, come se non fossero a loro volta delle foglie che possono essere spazzate via dalla tempesta in arrivo.
D. Dove guardare per vedere segnali di speranza ?
R. Agli Stati Uniti d’America, dove l’opinione pubblica sembra comprendere le ragioni di Israele, perchè sono anche le sue. Israele è l’avamposto di tutte le democrazie ed è ora che l’Europa se ne renda conto.
Ha ragione Fiamma Nirenstein, noi europei siamo cresciuti nella bambagia della pace, per questo non siamo più in grado di capire perchè una democrazia ha il dovere di difendersi , anche con una guerra, da chi vuole distruggerti. Lo Stato ebraico è in prima linea, ma subito dopo verremo noi, anche se facciamo finta di non saperlo. Israele siamo noi, ci dice, noi europei che in questi anni abbiamo costruito i nostri paesi sulla pace e sul progresso economico, difendendo diritti umani e civili. Proprio come ha fatto Israele.