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Si sta profilando all’orizzonte e, con estrema chiarezza, la strategia delle alleanze che Ahmadinejad sta tessendo con i paesi arabi, per poter imporre il suo potere assoluto su una grande lega panaraba, schierata contro Israele e Stati Uniti, contro le democrazie e le civilta’occidentali e contro gli inalienabili diritti dell’uomo: liberta’ di parola , di stampa di riunione e liberta’ di religione. Tutti diritti che non piacciono ai fondamentalisti islamici che vogliono tenere le masse represse nelle tenebre e nell’oscurantismo contro la civilta’ e il progresso dell’ Occidente.
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Nel suo piano di alleanze, Ahmadinejad, vuole includere non solo gli Sciiti ma anche i Sunniti, ha cominciato con la formazione dell’asse Teheran -Damasco, che attraversa Baghdad e Beirut, e ha raggiunto lo stato sunnita del Sudan .Ha in mente una mira ambiziosa, quella di soggiogare alla sua volonta’ tutti i paesi musulmani che si sottomettano al suo grande sogno di grandezza. Dopo aver commissionato con il suo partner siriano, l’assassinio del presidente cristiano libanese Pierre Gemayel, ha pescato nelle acque torbide del governo palestinese di Hamas; in combutta con la Siria ha armato di missili kassam gli Hezbollah contro Israele; ha cercato accordi con Khartoum, il regime responsabile del genocidio in atto in Darfur; e in questi giorni, si rechera’ a Riad per conferire con il re saudita.
Ma i suoi piani egemonici stanno incontrando degli ostacoli prevedibili, perche’
il grande fronte fondamentalista islamico e’pero’spaccato in due: da una parte ci sono Sunniti ,dall’altra gli Sciiti, che da sempre si sono ammazzati gli uni contro gli altri. Pare che le stesse stragi a La Mecca di pellegrini che si travolgono e si calpestano per la furia, non siano poi, cosi’ casuali bensi’ sapientemente orchestrate.
Nella guerra tra Iraq e Iran degli anni ’80, la sunnita Arabia Saudita ha finanziato con miliardi di dollari, il sunnita Saddam Hussein contro l’Iran Komeinista e sciita. La verita’ e’ che il sogno di gloria di Ahmadinejad e’difficilmente realizzabile, perche’ l’Egitto, la Giordania, la stessa Arabia Saudita ed altri stati del Golfo non si fidano di lui e dei suoi minacciosi armamenti nucleari e lo temono per le sue aspirazioni espansionistiche.
Anche ai tempi dell’Impero Turco, gli Arabi erano divisi in tante tribu’ belligeranti sempre in discordia tra di loro e persino Lawrence d’Arabia, auspicava la nascita di un nuovo stato di Israele che sulle orme dell’antico, avrebbe portato il progresso e la modernita’ in un mondo retrivo e fanatico.(Martin Gilbert “Churchill and the Jews”)
Se si svegliasse l’orribile mostro della discordia, il Leviatano, si scatenerebbero incontrollabili, le immense masse musulmane, fatte vivere nella miseria, nell’ignoranza, nel fanatismo e nel settarismo; represse a tal punto da questi regimi dispotici che divorerebbero persino i loro stessi carcerieri . (Michael Young nel“The Wall Street Journal” Jan 24-2007 “ Sectarian discord in the Arab world”)
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Il vicepresidente Dick Cheney e il segretario di stato Condoleezza Rice sono ben consapevoli che la rivalita’ tra i paesi musulmani e’ per Ahmadinejad un grande fattore di debolezza, mentre rappresenta un fattore di forza per gli alleati occidentali. Vogliono isolarlo e fermarlo nella corsa al nucleare ed e’ per questo che hanno gia’ contattato il re saudita, giuocando la carta della diplomazia, prima che, nella stanza dei bottoni, venga presa una decisione estrema ma necessaria, per fermare l’escalation iraniana.
Lettera firmata
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