L'ambigua politica di Prodi verso l'Iran favorisce il regime degli ayatollah
Testata: Il Foglio Data: 02 marzo 2007 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «L’imbarazzo di Prodi l’iraniano»
Dal FOGLIO del 2 marzo 2007:
Nello stesso giorno in cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad dichiara che “i sionisti sono l’incarnazione di Satana” e offre alleanze al presidente sudanese Omar al Bashir, mandante del genocidio in Darfur, la Farnesina è stata costretta a fare chiarezza sull’ennesima mossa opaca di Romano Prodi, a tutto vantaggio dell’Iran. Le pressioni dagli Stati Uniti si sono evidentemente fatte sentire: basta andare avanti in ordine sparso, ha detto Washington, altrimenti l’offensiva diplomatica contro il regime di Teheran perde efficacia, sono necessarie “sanzioni che mordano”. Tanto più che tutti i paesi europei hanno scelto di dare al ministro degli Esteri di Bruxelles, Javier Solana, il mandato come unico interlocutore con l’Iran sulla questione nucleare. Ma Prodi va avanti in solitaria. E ieri la Farnesina è stata costretta a smentire l’esistenza di un “piano italiano” sul nucleare iraniano, rivelato dall’agenzia iraniana Irna. Il fatto è, però, che l’Irna non aveva parlato di un “piano italiano”, ma aveva riportato la soddisfazione del negoziatore iraniano Ali Larijani, perché Prodi, incontrato a Roma il 21 febbraio, gli aveva presentato “alcune idee”, una proposta “allo stato iniziale, che va sviluppata”. Prodi ha così ottenuto l’effetto che si era prefisso con le sue “idee” comunicate a Larijani: ha dimostrato all’Iran che l’Italia si smarca dal fronte occidentale e tiene aperta una sua linea autonoma di dialogo e disponibilità. E’ la quarta volta che il premier italiano s’inserisce con le sue iniziative nella questione del nucleare iraniano: due meeting con Larijani, il 10 luglio e l’8 settembre; poi il 20 settembre il clamoroso incontro con Ahmadinejad, a New York, all’Onu, unico premier occidentale a fare una simile scelta. La ragione di queste ambigue contorsioni è presto detta: l’Italia è il primo partner commerciale dell’Iran, e la maggioranza che sostiene Prodi non è disposta a seguire non soltanto gli Stati Uniti, ma neanche l’Onu – vedi Afghanistan – nella contrapposizione al fondamentalismo islamico.
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