Una lettera inviata al direttore del CORRIERE della SERA:
Caro Direttore, capisco umanamente Sergio Luzzato per la sua delusione circa la triste vicenda,penosamente finita, del libro "Pasque di sangue" : trovarsi in mano uno scoop e, come un boomerang, riaverlo in mano ridotto a poco più di una bufala,certamente duole. Non posso però giustificarlo e penso a quanti hanno acquistato per interesse storico (per chi vuole strumentalizzarlo niente cambia) il volume e, dinanzi a tutto ciò che è accaduto ed al "controdine compagni" dell'autore, potrebbero sentirsi decisamente raggirati e beffati. Dall'altare alla polvere,però, non permette neanche ad uno studioso di distorcere la realtà e riparsi nel politicamente scorretto rappresentato dal gridare al presunto complotto o, come fatto anche da (pochi) altri, all'attentato alla libertà di ricerca. Il mondo ebraico, attraversato da sempre dalla sana consuetudine al dibattito a prescindere da Luzzato, ha ricordato quale rapporto , di profondo rispetto, vi sia tra ebraismo e vita altrui : disturba ciò il nostro ?! E l'autore non ha forse goduto a piene mani della ribalta giornalistica e radiotelevisiva, spesso e volentieri senza contraddittorio?! Non pensa il nostro che, sin dai primi articoli e dalla presentazione stessa del libro, si sia voluto creare intorno a questo volume un alone di sensazione miseramente naufragato poi dinanzi all'analisi di provati storici ?! Capisco anche, ma altrettanto non posso giustificare ciò, una certa insofferenza (qualcuno potrebbe parlare di spocchia) dinanzi al pronunciarsi di noi profani lettori. Però, chi di mercato ferisce di mercato perisce, si potrebbe pur dire. E poi, venne fischiata talvolta la "divina" Callas dal popolare loggione, figuriamoci se non si possono fischiare Ariel Toaff e Sergio Luzzato per la stecca,questa si storica, intitolata "Pasque di sangue" !!! Cordialmente e ringraziando,
Gadi Polacco
Una inviata a Sergio Luzzato:
Storico dilettante? Toaff lasciato solo? Verità storica di stato? Gli ebrei non hanno avuto storie in comune coi gentili?
Questi sono i primi spunti del suo nuovo articolo che mi rimangono impressi e che trovo aberranti. Si, ha letto bene; li trovo aberranti. E gliene do la spiegazione.
Intanto non ho sentito parlare solo di uno storico dilettante: infatti come storico l'autore non ha portato nessun elemento nuovo alla storia, ma solo delle interpretazioni, ma come dilettante si è trovato accomunato a lei, dopo la sua recensione. E questo l'ho sentito più volte, e glielo ricordo con piacere.
Non è stato lasciato solo, visto che alcuni campioni del moderno antisionismo (Cardini in primis, ma in buona compagnia) non hanno perso l'occasione di difenderlo a spada tratta.
Sarebbe poi meglio tenersi alla larga, e bene alla larga, da quei moderni professori di storia che pretendono, come d'Orsi, di non poter essere giudicati dai tribunali, vista l'incapacità dei giudici di comprenderli (articolo su la Stampa). E su questo credo di poter essere d'accordo con d'Orsi: certe teorie sono comprensibili solo a menti come le vostre. Ma io difendo il diritto dei tribunali di giudicare, e di comprendere, gli atti e gli scritti di tutti quanti. Anche vostri. Mi basta che ci siano già i politici che non possono essere giudicati, e vorrei proprio che venisse meno questo privilegio, non che si aggiungesse una nuova casta di privilegiati.
Quanto al Rabbino Elio Toaff, visto che lei non è stato in grado neppure di comprenderne le parole, lo lasci almeno tranquillo col Suo dolore che, come padre, non può non sentire in questo frangente.
Mi piacerebbe che, quando venite criticati per i vostri scritti, aveste qualche volta la gentilezza di rispondere, magari anche con una lettera che sia uguale per i tanti che vi criticano, come talvolta succede. Ma temo che lei questo piacere non lo darà né a me, né ai tanti che le scriveranno