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27.02.2007 |
Hezbollah si prepara a una nuova guerra
un reportage del quotidiano britannico Times
Testata: Il Giornale
Data: 27 febbraio 2007
Pagina: 14
Autore: Nicholas Blanford
Titolo: «Così Hezbollah sta preparando la nuova guerra»
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Dal GIORNALE del 27 febbraio 2007;
Hezbollah, l'organizzazione militante della Jihad, sta costruendo una nuova linea di difesa proprio a nord della zona controllata dalle Nazioni Unite nel sud del Libano per prepararsi ad una potenziale ripresa della guerra contro Israele. A distanza di soli sei mesi dall'ultimo conflitto israelo-libanese, la ricostruzione delle forze militari viene effettuata, sotto il controllo di guardie che indossano l'uniforme dei combattenti Hezbollah, tra le vallate e le colline di una scoscesa zona di montagna a nord del fiume Litani, al confine con il territorio in cui si è stabilito il contingente provvisorio dell'Unifil, composto da 12.000 unità. Queste terre di proprietà di cristiani e drusi sono state acquistate in contanti da un uomo d'affari della Jihad. Gli oppositori di Hezbollah ritengono che lo scopo sia quello di creare una striscia di terra occupata dalla Jihad lungo la sponda settentrionale del fiume Litani per consentire al gruppo libanese di agire lontano da sguardi indiscreti. «Lo Stato di Hezbollah esiste già nel sud del Libano», ha detto al Times il leader druso Walid Jumblatt, notoriamente estremamente critico nei confronti di Hezbollah. Dalla fine del conflitto dell'estate scorsa, durato mesi, le forze dell'Unifil sono aumentate di numero di sei volte e hanno ricevuto rinforzi da Paesi europei quali la Francia, l'Italia e la Spagna. In aggiunta, un contingente di 20.000 soldati libanesi ha completamente occupato a macchia d'olio la zona per rendere impossibile a Hezbollah la possibilità di far risorgere la propria presenza militare lungo la frontiera con Israele. «Non ci sono stati tentativi di contrabbandare armi in questa zona», ha affermato Milos Strugar, consigliere Unifil, aggiungendo che nessun combattente armato è mai stato avvistato da settembre in poi. Ma in realtà, i combattenti Hezbollah stanno costruendo un nuovo sistema di fortificazioni e stanno ampliando le posizioni che detenevano in passato nelle montagne a nord del fiume Litani. Gli abitanti della zona dicono che di recente l'attività è aumentata e ciò viene anche confermato dalle forze di pace: «Possiamo vederli mentre costruiscono le loro nuove posizioni. E c'è anche un mucchio di camion che arrivano in quella zona», ci ha detto un ufficiale dell'Unifil. Quando ho visitato la zona, due combattenti Hezbollah in uniforme mimetica con in mano dei fucili automatici e dei walkie-talkie sono usciti dai cespugli nei pressi di un sentiero roccioso sul fianco di una collina sovrastante il fiume. In maniera educata ma ferma hanno chiesto agli inviati del Times di farsi identificare, dicendo loro che la zona era off-limits. A meno di un paio di chilometri di distanza verso ovest, una catena brillava sospesa tra due blocchi di cemento lungo un sentiero di terra battuta segnando l'ingresso di un'altra «sacca di sicurezza» Hezbollah. Un cartello appeso alla catena riportava l'avviso «Attenzione. Vietato l'accesso in questa zona. Hezbollah». Vicino all'entrata una piccola guardiola, ospita una sentinella Hezbollah che segnala l'arrivo degli estranei con un telefono da campo. Si possono vedere altri combattenti lungo il pendio di una collina ricoperta da pini che si affaccia sulla postazione di controllo. Un veterano Hezbollah dice che i razzi a lunga gittata diretti contro Israele durante gli ultimi scontri sono stati sparati da piattaforme sotterranee dislocate proprio tra queste colline. E un diplomatico occidentale rivela: «Abbiamo prove che confermano la loro presenza in questa zona. Sembra che sia in atto un processo di espansione di quanto già c'era qui prima della guerra». Hezbollah ammette tranquillamente di essere in fase di riarmo. Tre settimane fa, un camion carico di razzi e mortai è stato fermato dalla polizia di frontiera libanese sulla strada per Beirut. Hezbollah ha confermato che queste armi erano dirette alla sua ala militare e ne ha chiesto la restituzione. Il ministro della Difesa libanese ha comunicato che le armi sarebbero state consegnate invece all'esercito libanese. Alcuni giorni fa lo sceicco Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha comunicato che si stanno trasportando armi verso «il fronte» meridionale del Libano. «Abbiamo armi di ogni tipo in quantità, tante quante ne vogliamo. Non combattiamo il nostro nemico con spade di legno» ha aggiunto. La zona in cui Hezbollah si sta consolidando è in un'area che comprende diversi paesi, villaggi e fattorie occupati dalla Jihad e da cristiani e drusi. Per tutto lo scorso anno, Ali Tajiddine, un uomo d’affari della Jihad che commerciava in diamanti in Africa occidentale prima di espandersi nel settore dello sviluppo immobiliare, ha continuato ad acquistare strisce di terreno dai cristiani e dai drusi. Due terzi di Sraireh, un villaggio druso, sono stati comprati insieme a oltre un milione di metri quadri di terreno nel vicino villaggio cristiano di Qotrani, dove, secondo gli abitanti del villaggio, 30 case in costruzione sono state vendute a proprietari appartenenti alla Jihad. Un nuovo gruppo di case e negozi chiamati Ahmadiyeh è attualmente in costruzione sul fianco di un'arida collina vicino a una cava di proprietà di Tajiddine. Il suo interesse per questo remoto angolo montagnoso del Libano ha suscitato molti dubbi tra gli abitanti della zona e ha insospettito Jumblatt, il cui feudo druso va ad incrociare proprio quest'area. Jumblatt sospetta che si stiano usando dei finanziamento iraniani per l'acquisto di questi terreni che verranno trasformati in una zona militare Hezbollah. I legami di Tajiddine con Hezbollah sono ben noti nel Libano meridionale. Nel maggio del 2003, uno dei suoi parenti è stato arrestato ad Anversa con l'accusa di riciclaggio di denaro proveniente da Hezbollah attraverso diamanti provenienti dall'Africa occidentale. Lo sceicco Naim Qassem, vice-leader di Hezbollah, dice che le accuse di Jumblatt sono del tutto infondate, e contraccusa «è il leader druso che ama agitare le acque». Anche Tajiddine ha respinto ogni accusa, anzi spiega che sta acquistando terreni in questa zona solo perché ci sono molte possibilità di impiantarvi delle cave. Ma alcuni ufficiali libanesi sono convinti che il riarmo di Hezbollah faccia parte di un probabile prossimo chiarimento tra Stati Uniti ed Iran in merito alle ambizioni nucleari di Ahmadinejad. © The Times, London Traduzione di Nora Stern
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