Caro Feltri, nel giro di sette giorni Libero ha pubblicato due articoli di "Dreyfus" che accusano come "censori" storici e rabbini che hanno risposto con argomentazioni e indignazione alla tesi del libro di Toaff su presunti omicidi rituali compiuti da ebrei. Spiace dirlo, ma la censura l'abbiamo vista solo su Libero, che non ha pubblicato nemmeno un articolo o intervista a uno dei tanti storici esperti sul tema, che sui giornali e sui mass media hanno stroncato la tesi di Toaff, avendone letto il libro. Vittima di un lapsus veterocattolico, Dreyfus scrive che "l'innocenza storica [del popolo ebraico] diventa un dogma teologico". Eppure noi ingenui pensavamo che dopo tutti gli ebrei assassinati e torturati nei secoli in Europa, la loro innocenza storica fosse un fatto condiviso. Colpevoli possono essere solo i singoli o i gruppi di persone, quando subiscono un processo equo: come è noto agli ebrei questo non è stato mai permesso in Europa fino e oltre il XX secolo. Altra "gaffe" di "Dreyfus" (uno pseudonimo veramente infelice): Toaff ha deciso di rimangiarsi le sue idee e di ritirare il libro e Dreyfus definisce questo gesto di rinuncia "nobile". Sembrerebbe, invece, poco dignitoso: Toaff non ha niente da spartire con quelle grandi figure storiche che non hanno mai rinunciato alle verità in cui credevano e hanno rischiato tutto. E poi non tema: nella democratica Israele e nelle comunità ebraiche chiunque, anche il dissennato, può esprimere le sue opinioni e parimenti chiunque ha il diritto di indignarsi per quelle stesse opinioni.
Paolo Consigli, Milano
Caro Consigli,
grazie per le sue email in merito al "caso Toaff". Provo a spiegarle l'atteggiamento che il nostro quotidiano ha tenuto in merito al tema, e più in generale perché ci sta a cuore almeno aprire un dibattito, che proseguirà sul giornale di domani con un "botta e risposta" di due interventi opposti.
Non è nostro interesse - né competenza: non siamo storici - difendere le tesi dello scrittore. Ci è però parso strano l'atteggiamento dominante sui media. Di fatto, dopo una recensione positiva di uno storico tra i più autorevoli, Sergio Luzzatto, si è scatenata una campagna nella quale i contenuti del libro sono stati a dir poco in secondo pieno. La vicenda è difficilmente liquidabile con una mancanza di coraggio da parte di Toaff. La sua università, le istituzioni israeliane, le autorità religiose, il clima dei mass media hanno creato qualcosa di diverso da una contestazione nel merito. Libero, nel suo piccolo, ha anzi auspicato che l'autore venisse contestato nel merito. Ma questo, semplicemente, non è avvenuto, e il ritiro della diffusione non aiuta in questo senso, né tantomeno le accuse di antisemitismo. E' vero che Toaff ha chiesto il ritiro, ma lo ha fatto in seguito a polemiche fortissime e poco dopo aver detto - anche in tv - di essere disposto a combattere anche da solo per difendere il suo lavoro. La lettera che ha inviato a Libero di recente (pubblicata la settimana scorsa), e nostri ulteriori contatti con l'autore, ci confermano che la situazione è molto delicata e, se mi permette, le ironie sul suo futuro lavorativo - per gli elementi che abbiamo a disposizione - sono piuttosto fuori luogo.
Spero di averle fornito qualche elemento utile. Le sono grato per l'interesse mostrato nei nostri confronti, che spero possa non diminuire in futuro.
A presto e buon lavoro Martino Cervo
Libero
Redazione cultura
Caro Cervo,
la ringrazio molto per la sua cortese risposta. Mi permetto però di dirle che non mi convince la tesi della "persecuzione" fuori dal merito: anche solo per citare storici specializzati di quel contesto storico, che hanno letto il libro e si sono pronunciati subito sul merito e sul contenuto: Anna Foa, Diego Quaglioni e Anna Esposito. Per quanto riguarda Luzzatto lei sa bene che non è specializzato sul tema ed è lo stesso Luzzatto che si è schierato A PRIORI e SENZA PROVE contro i documenti di Pansa: sarebbe interessante capire in profondità il ruolo di Luzzatto in questa vicenda: quello che ha fatto sollevare tutto questo polverone e L'UNICO storico a "concordare" con le "prove" di Toaff. Quindi sarebbe meglio evitare termini fuorvianti come scomunica, fatwa, censura: il prof. ha avuto e ha modo di difendersi in tutti i mass media: nessuno gli ha negato la parola.
Non ero ironico, ma molto serio quando scrivevo che l'unica cosa che Toaff rischia, oltre alla reputazione già rovinata dal suo stesso libro, è al massimo un'espulsione dagli atenei alla vigilia della sua meritata pensione.
Mi ha fatto piacere ricevere la sua mail e interloquire con lei e spero di conoscerla di persona: un saluto anche a "Dreyfus".
A presto,
Paolo Consigli
In quattro articoli i giornalisti di Libero hanno deciso di attaccare quanti hanno stroncato le tesi di Toaff su presunti omicidi rituali praticati da ebrei. Tesi che nessuno, nè su Libero nè sugli altri quotidiani si è sentito di difendere. Nei vostri articoli,però, avete usato frasi come "vogliono tappargli la bocca", "è una persecuzione", "sembra di tornare ai tempi dell'inquisizione", definendo il comunicato dei rabbini come "scomunica a tutti gli effetti". Toaff non è stato scomunicato da nessun rabbino nè istituzione. Ha avuto modo di esporre le sue idee in più sedi mediatiche, le copie dei suo libro sono esaurite e Toaff stesso ha deciso di non distribuirne una seconda edizione.Indignarsi in coro per un libro del genere non significa praticare l'Inquisizione. Il tema non è solo materia neutra per gli storici, incide nelle coscienze dei nostri tempi: una mia amica che ha vissuto in Siria trent'anni fa si ricorda ancora dei cristiani di Aleppo che non osavano far uscire di casa i bambini durante la pasqua ebraica per paura che li prendessero gli ebrei, e ricordiamoci che il culto di San Simonino dissanguato dagli ebrei a Trento, è stato praticato fino al 1965. Sarebbe meglio evitare termini che possono evocare in chi legge un'immagine distorta della religione ebraica.
Paolo Consigli
Caro Consigli,
non è vero che abbiamo attaccato chi ha stroncato le tesi di Toaff. Abbiamo
preso posizione contro chi lo ha stroncato a priori.
Credo poi che l'immagine della religione ebraica, come quella di qualsiasi
grande religione, derivi anche dalla libera ricerca storica e dal dibattito
su di essa. In nessun modo Libero, per il lavoro svolto sul caso Toaff, può
essere accusato dell'intenzione di creare un'immagine distorta
dell'ebraismo. Come ha avuto modo di vedere oggi, abbiamo ospitato anche
l'opinione di Angelo Pezzana - nettamente diversa da quella della linea del
giornale - che mi auguro abbia dato conto della volontà di tenere desto il
dibattito senza posizioni preconcette.
Ci auguriamo che l'autore possa dare a breve la sua versione dei fatti.
Un caro saluto e grazie per la sua cortese attenzione
Martino Cervo
Libero
Caro Cervo,
grazie per la mail. Vi prego solo di non usare più parole spropositate tipo scomunica, inquisizione, tappare la bocca...giusto per riportare le discussioni sul giusto tono (ma la mia lettera la pubblicate?).
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