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Gli ebrei di New York Maurizio Molinari
Laterza Euro 26
Quando pensavate di sapere tutto – o quasi – sulla diaspora ebraica di Manhattan, Brooklyn e dintorni ecco il bel libro di Maurizio Molinari, Gli Ebrei di New York, a dimostrarvi il contrario.
Nelle sue 235 pagine divise in capitoli – il popolo, la religione, la politica, Israele, il business, arti, lettere e sport –e corredate da un glossario e da un indice dei nomi, il corrispondente della Stampa compie l’impossibile: sintetizzare in maniera accattivante ed accessibile una delle esperienze di immigrazione più complesse e dolorose della storia. Molinari ripercorre tre secoli e mezzo di storia- e 830 chilometri quadrati, - per restituirci il caleidoscopico mosaico della più grande e variegata città ebraica del mondo. “La parabola degli ebrei della Grande Mela inizia il 12 settembre 1654”, scrive, “quando ventitré profughi a bordo della Santa Caterina mettono piede in quella che allora era la Nuova Amsterdam sull’Hudson”. Oggi un milione e mezzo di ebrei (di cui 55 mila sopravvissuti alla Shoah e 200 mila di madrelingua russa) vivono nei cinque borough: Bronx, Brooklyn, Manhattan, Queens e Staten Island. Eredi di un grande passato ma anche protagonisti di un impareggiabile presente che li vede all’avanguardia in tutto.
Dalla letteratura allo Showbiz, dalla finanza alla politica.
Accanto ai luoghi e fatti più noti – dai quartieri ultraortodossi di Brooklyn alla prevalenza di prodotti Kasher nei supermercati, dai serbatoi di pensiero liberale neocon ai bat Mitzvah da 10 milioni di dollari alla Rainbow Room – il libro esplora storie, aneddoti e personaggi sconosciuti persino a molti ebrei newyorchesi. Come la “piccola Milano di Great Neck”, il quartiere di ebrei persiani le cui famiglie, prima di sbarcare nel North Shore di Long Island, passarono per Milano fuggendo dall’Iran a seguito della rivoluzione Khomeinista del ’79. “Qui la domenica si fa colazione sfogliando il Corriere della Sera, nota l’autore. Dopo aver infranto l’odioso stereotipo, ricordandoci che gli ebrei newyorchesi sotto il livello della povertà sono oggi 145 mila, (275 mila se si considera anche la cosiddetta semi-povertà) Molinari visita la centenaria Lillian Greenblatt. L’ultima contadina di Alliance, una comune agricola a sud del New Jersey, “fondata a fine 800 da un gruppo di ebrei russi e polacchi che con il lavoro della terra volevano arrestare la propria emancipazione dalle persecuzioni dell’epoca”.
Una storia inedita,uno dei tanti gioielli del libro.
Alessandra Farkas
Il Corriere della Sera
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