L'Arabia Saudita, tra violazioni dei diritti umani e progetti nucleari la denuncia di Human Rights Watch e un accordo molto preoccupante
Testata: Avvenire Data: 20 febbraio 2007 Pagina: 14 Autore: un giornalista Titolo: «Riad «nega» i processi e condanna i bimbi a morte L'ARABIA GUIDERÀ CINQUE PAESI DEL GOLFO NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA NUCLEARE»
Da AVVENIRE del 20 febbraio 2007:
Sono rimasti "delusi" i commissari dell'organizzazione Human Rights Watch che, su invito dell'Arabia Saudita, si sono recati in dicembre per quattro settimane nella Penisola per redigere un rapporto sulla condizione di vita nelle carceri del regno. Un tema, quello dei diritti umani, sul quale Re Abdullah, salito al trono nel 2005, ha investito molto. Eppure, malgrado la disponibilità e un nuovo invito per approfondire i temi in questione, il rapporto diffuso sabato sera a New York dal Hrw resta fortemente negativo. Secondo gli esperti migliaia di detenuti sono senza processo, i bambini condannati a morte, e si registrano vessazioni per le donne in carcere. La commissione - racconta Asia News - ha potuto ispezionare tribunali e prigioni, seppure sotto costante "sorveglianza" e con parecchie limitazioni. Ha comunque constatato che la polizia segreta tiene migliaia di persone in carcere per anni per ragioni politiche, senza accusa e senza nemmeno farli comparire davanti a un giudice, anche se l'articolo 114 del codice di procedura penale del 2002 prevede che la detenzione non possa superare i 6 mesi. Gli imputati spesso non hanno un avvocato e i legali hanno difficoltà a vedere i documenti dell'accusa. Il processo in genere si svolge a porte chiuse nonostante un articolo del codice preveda che avvenga in modo pubblico. Molte condanne, dice Hrw, sono fondate su indizi minimi e spesso i giudici non scrivono il verdetto, come nel caso dei processi politici contro i presunti rivoltosi di Najran nel 2000. Inoltre resta ancora lettera morta una disposizione del 2002 che rafforzava il potere degli avvocati difensori ai quali è praticamente chiusa la strada per procurarsi documenti, testimonianze e ogni cosa possa essere utile per sostenere un'adeguata difesa. Nella prigione di al-Ha, a sud di Riad, molti prigionieri hanno subito abusi fisici e altri sono rimasti in carcere anche per lungo tempo dopo avere espiato la condanna. Ma molte delle 300 person e ascoltate hanno detto di non voler fare denunce per timore di "rappresaglie" delle autorità. Violazioni e soprusi anche per i bambini che sono incarcerati anche per delitti minori e persino per violazione di norme "morali". In carcere sono tenuti in isolamento e percossi. Ci sono minori di 13 anni condannati a morte, perché ritenuti "maturi", senza che Hrw abbia potuto sapere cosa avevano fatto. Ancora peggiore è la situazione delle donne detenute, spesso soggette a un controllo costante di guardie maschili. Poliziotti che alle donne - Hrw ha intervistato circa un centinaio fra accademiche ed educatrici - negano ogni libertà: dall'educazione alla salute sino alla libertà di movimento. La commissione ha anche constatato la pessima situazione dei 9 milioni di lavoratori esteri, che possono essere cacciati in ogni momento e che spesso sono costretti a lavorare tutto il giorno senza riposi settimanali e a volte senza ricevere il salario per mesi. Sono stati riscontrati frequenti casi di abusi sessuali, lavoro forzato e traffico di esseri umani. Intanto quattro cittadini dello Sri Lanka, condannati a morte in Arabia Saudita per rapine a mano armata, sono stati decapitati. I quattro, ha spiegato il governo di Riad sono stati «riconosciuti colpevoli di aggressione e di rapina a mano armata contro imprese». Sono 15 dall'inizio dell'anno le persone uccise in Arabia Saudita per mano del boia.
Un altro articolo sul programma nucleare del regno:
L'Arabia saudita, insieme ad altri cinque Paesi del Golfo, avvierà un programma per la produzione di energia nucleare a scopi civili, grazie a un accordo sottoscritto con la Russia, che fornirà assistenza tecnica. Il principe Saudi al-Faisal, annunciando l'intesa, ha precisato che la questione è stata già discussa nel corso della visita, la sua prima a Riad, del presidente russo. Al-Faisal ha sottolineato che l'impiego della tecnologia nucleare è esclusivamente a fini civili e non militari. I Paesi coinvolti sono, oltre all'Arabia saudita, Kuwait, Qatar, Bahrain, Oman e gli Emirati arabi uniti. L'annuncio che il consorzio avrebbe imboccato la via dell'energia nucleare civile ha creato preoccupazione negli altri governi che temono la proliferazione atomica.
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