Violenza: le ipocrite condanne della sinistra antisionista un articolo di Davide Romano
Testata:Amici di Israele Autore: Davide Romano Titolo: «Br, quando le condanne di certa sinistra suonano un po' ipocrite»
Dal sito AMICI DI ISRAELE:
C'è davvero da stupirsi per la scoperta delle nuove Brigate Rosse (e delle intercettazioni dei terroristi che si rammaricavano di non aver saputo in tempo di un concerto della banda dell'esercito israeliano a Milano, al fine di organizzare un'azione)? Non avevamo già ricevuto segnali dell'esistenza di un brodo di coltura favorevole al fanatismo di una certa sinistra? Gli indizi c'erano tutti, bastava raccoglierli. Soffermiamoci solo agli atti di antisemitismo/antisionismo accaduti nella nostra città, tralasciando le devastazioni subite da corso Buenos Aires undici mesi fa, gli slogan "10,100,1000 Nassiriya" urlati il 25 aprile, le scritte antiamericane sui muri della nostra città. Ecco una selezione di alcuni fatti avvenuti negli ultimi anni, nella sola Milano. 25 Giugno 2002: il portavoce della comunità ebraica Yasha Reibman viene aggredito durante il Gay Pride, solo perché aveva in mano una bandiera israeliana. 26 gennaio 2003: nel giorno dedicato al ricordo della Shoah, vengono distribuiti volantini che indicano gli israeliani come i nuovi nazisti. 11 giugno 2005: fischi e urla contro un punto di informazione turistica su Israele in piazza San Babila, da parte di un gruppo di "anarco-animalisti. 19 luglio 2005: alla festa di Liberazione vengono esposte delle vignette antisemite e circolano volantini dei giovani comunisti con una cartina della Palestina che si estende su tutto il territorio israeliano. 25 aprile 2006: bruciate due bandiere israeliane e contestata la Brigata Ebraica dagli autonomi. 18 novembre 2006: durante la manifestazione pacifista organizzata dal Tavolo della Pace, un gruppo di estremisti sfila con un cartello recante la stella ebraica a sei punte insanguinata, con un'immagine di Olmert in stile horror. Altra scritta presente:" Chi è equivicino sta con lo Stato assassino!". Da questa serie di eventi non viene fuori una Milano antisemita, sia chiaro. Anzi, in ognuna delle occasioni sopra elencate le forze politiche della nostra città hanno espresso una condanna unanime. Intendiamoci: la critica allo stato israeliano è benvenuta, visto che di errori ne ha compiuti e ne compierà ancora. Ma è la visione unilaterale quella che spaventa. Quando si esaltano gli errori degli uni e si cancellano quelli degli altri, è segno che la demonizzazione è già cominciata. (vedasi anche le eccessive dichiarazioni fatte nel 2002 da Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil Lombardia: "Palestina: la comunità internazionale si mobiliti per fermare il massacro". Una dichiarazione volta ad esacerbare gli animi invece che a placarli, visto che parla di "massacro" (?) da una parte, e non cita neppure il terrorismo contro cui l'esercito israeliano combatte dall'altra). E quando alla demonizzazione si aggiunge la rimozione dei fatti non coerenti con la propria ideologia (vedasi per esempio l'inquietante censura delle parole del Presidente Napolitano - operata dai principali quotidiani comunisti - che esortava a combattere "ogni rigurgito di antisemitismo anche quando esso si travesta da antisionismo"), ecco che abbiamo le pre-condizioni necessarie a creare il mostro da odiare e, nelle teste più calde, da abbattere. Questo tipo di propaganda si applica a Israele tanto quanto agli USA o al professore Ichino. E' questo il territorio inquinato da bonificare. Ed è qui che va combattuta la battaglia per disarmare ideologicamente, prima che fisicamente, gli intolleranti. Bertinotti ha compiuto un primo passo, anche se non ancora sufficiente. Il resto della sinistra radicale, neppure quello. Per questo certe condanne delle BR suonano un po' ipocrite.